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"Odissea per un bagno". Quando a Selinunte l'acqua era un "miraggio".

di: Pietro Errante - del 2015-07-05

Immagine articolo: "Odissea per un bagno". Quando a Selinunte l'acqua era un "miraggio".

 "Odissea per un bagno" fu il titolo con cui il compianto Bent Parodi, grande giornalista ed amico  prematuramente scomparso, volle sintetizzare i disagi e le difficoltà che si incontravano nelle estati  roventi alla fine degli anni ’80 per recarsi a Selinunte.                            

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  • Il titolo, scelto dal redattore-curatore della pagina di Trapani per uno dei miei primi articoli per il Giornale di Sicilia, non si riferiva tanto ai mezzi pubblici esistenti all’epoca (dal 1 gennaio 1986 era stata soppressa la tratta ferroviaria a scartamento ridotto Castelvetrano-Porto Empedocle ): i dodici chilometri da Castelvetrano a Marinella si effettuavano agevolmente con un servizio di bus. Ormai auto e moto o scooter erano alla portata di tutti.                            

    I disagi piuttosto, di cui allora ero giovane testimone diretto oltre che interlocutore delle legittime lamentele dei villeggianti, erano costituiti da una paurosa sospensione nell’erogazione idrica, vero e proprio incubo delle estati selinuntine. In quegli anni l’acqua sgorgava dai rubinetti ogni tre giorni e per poche ore al giorno. La corsa all’approvvigionamento idrico riduceva ulteriormente la possibilità di riempire serbatoi, cisterne, recipienti di ogni genere.                      

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  • Allora l’acqua era un bene preziosissimo che richiedeva un particolare impegno per l’approvvigionamento dovendosi spesso ricorrere ad autobotti o autocisterne private.

    La grave carenza d’acqua potabile contribuiva a rendere più penosa la situazione igienico sanitaria fortemente condizionata da un inefficiente servizio di raccolta dei rifiuti urbani.          

    C’era poi un ulteriore problema rappresentato dalla presenza eccessiva di auto in una piccola borgata di pescatori su cui improvvisamente nei mesi di luglio e agosto si riversavano migliaia di persone. Insomma si cercava di raggiungere il mare e fare un bagno nelle cristalline acque di Selinunte, facendo i conti con la penuria d’acqua (per docce e pediluvi tutti in fila alle fontanelle), zigzagando tra auto in sosta selvaggia, annusando i miasmi dei rifiuti trasbordanti dai cassonetti.

    Ecco il perché di un titolo scelto da Bent Parodi che si rifaceva, naturalmente anche alle nostre origini greche, ampiamente testimoniate dai numerosi  reperti archeologici.                            

    Anche a Castelvetrano il problema dell’acqua era molto sentito in quegli anni: problemi idrici e interruzioni dell’energia elettrica specie nel periodo invernale erano all’ordine del giorno. In quegli anni e soprattutto nelle estati selinuntine ero solito passeggiare con Ferruccio Centonze, grande scrittore, commediografo ed uno dei miei padri spirituali.

    Nelle calde e lunghe serate di luglio e agosto spesso ci incontravamo nei pressi della stazione ferroviaria di Selinunte, ormai da qualche anno dismessa.            

    Nel commentare quel pezzo, ricordo ancora, dopo trent’anni, le sue parole: "Caro Pietro, siamo nella terra del Gattopardo. Poi alzando lo sguardo verso occidente mi indicava il Fuso della Vecchia e più avanti le mura dell’acropoli:

    ”Guarda quella meraviglia che si tuffa nel mare mediterraneo! Siamo gli eredi di civiltà e depositari di bellezze naturali senza uguali”.

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