Selinunte, la scala delle "bottiglie" e la macchia mediterranea diventa discarica

Qualcuno la chiama la scalinata delle bottiglie. Già chiamarla scalinata è veramente eccessivo, forse delle bottiglie in plastica è meglio. Eppure qualcuno abusivamente ha tentato di farla, poi magari spaventato ha desistito dal suo nobile impegno.

Perché luoghi meno rinomati di Marinella di Selinunte sono sfruttati al centimetro e qua da noi invece tutto è difficile. Stiamo parlando del costone del cantone, diventato una pattumiera, una discarica a cielo aperto. Eppure c’è ancora la macchia mediterranea, che resiste.

A detta dei turisti un luogo incantevole quello della spiaggetta sottostante. Eppure arrivarci è un problema ,senza rischiare di cadere e farsi male. E allora la scala rimane in “frasca di mano ignota”, come si dice in gergo, visto che i cavilli, le autorizzazioni la burocrazia non hanno mai permesso di farla. A meno che qualche amministrazione si impegni, con apposito progetto a cercare di potere avere in comodato quel costone e farne magari un posto con apposite panchine in legno, per gli innamorati che guardano la sera la luna. 

Forse siamo troppo romantici e poco realisti, non esistono più gli innamorati che guardano la luna, ma propensi di più agli sms, ma dobbiamo vero arrenderci? E’ stato più facile fare le dune, piuttosto che asfaltare con materiale ecologico quel tratto di strada che dal depuratore porta alla pre Riserva. Circa duecento metri o qualcosa in più.

Un peccato veramente non creare il “costone del chiaro di luna” che si affaccia sul mare, lì dove sorge quella specie di scala con dei ferri ai lati con bottiglie parabordi, realizzata negli anni magari dai residenti delle zone limitrofe. Poco importa, la verità è che non esiste un progetto per Selinunte. Tra non molto ne affacceranno a decine, ma attenzione siamo già in campagna elettorale.