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Tra cartoni, fumetti e vignette. Quando la matita è "preziosa". Intervista alla partannese Antonella Montalbano

di: Alessandro Indelicato - del 2016-11-05

Immagine articolo: Tra cartoni, fumetti e vignette. Quando la matita è "preziosa". Intervista alla partannese Antonella Montalbano

“Mi fa strano parlare di me e allo stesso tempo mi diverte molto. Ma cominciamo dal principio, cominciamo dal mio percorso di studi. Ho completato il Liceo Scientifico convintissima di voler fare il medico.  

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  • Ho una mano abbastanza ferma e mi era stato detto che con questa caratteristica o diventavo un medico oppure una disegnatrice…e io ho sbagliato la prima scelta iscrivendomi all’Università.

    Ho fatto qualche anno a Scienze Biologiche. Poi ho capito…a me piace disegnare, lo faccio da, praticamente, tutta la vita. Che ci facevo in quella facoltà?

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  • Gli artisti sono dotati spesso di animi inquieti, ribelli perché la loro natura è l’espressione di emozioni e sensazioni, assai lontana dalla realtà spesso omologata e angusta. Le parole su riportate sono della partannese Antonella Montalbano, 26enne vignettista in erba con un curriculum accademico di tutto rispetto e una buona mano a disegnare, immaginazione e creatività d’una artista: “la passione per il disegno – ci dice - mi accompagna da tutti i miei 26 anni. Appassionata da sempre di cartoni animati, (continuo a guardarli regolarmente) mi affascina studiarne i disegni. Credo di essere nata con la matita in mano.

    Raggiunta dalla redazione di Castelvetranonews, la giovane ci ha raccontato di questa sua passione, quasi estensione del suo essere, nel tener in mano una matita.

    Antonella, dopo aver capito che Scienze Biologiche non facessero per te, cosa hai fatto?

    “Ho lasciato perdere l’Università e mentre cercavo di capire quale sarebbe stata la mia prossima mossa, sfogliando un giornale ho visto la pubblicità di una scuola interessante che mi ha colpito, la Scuola Internazionale di Comics, Accademia delle Arti Figurative e Digitali.

    E’ stato allora e, anche, guardando un cartone dei Flinstones (i cartoni di una volta, che bei tempi!) che ho capito che quella era la mossa che dovevo fare. Oggi, ho un diploma da fumettista e sono contenta della scelta che ho fatto.”

    Da quanto tempo disegni?

    “Ho sempre disegnato, tutto quello che catturava la mia attenzione. Piccolina, sulle gambe di mio zio, ritraevo una vicina di casa per gioco (senza che lei se ne accorgesse, almeno credo) e devo dire che quel disegno è diventato “famoso” in famiglia. A scuola disegnavo sui banchi e sui muri. Direi che più che una passione sia un istinto per me e per le persone come me.” 

    Quale e' stata la prima vignetta?

    “Ho cominciato a disegnare vignette in casa e per scherzo, ai tempi dell’Università. Avevo qualche problema a superare l’esame di chimica, allora è nata tutta una storia ironica sul “mio avatar” che le provava tutte pur di riuscire a superare questo particolare esame. Disegnavo vignette per stemperare la mia tensione e adesso sono incorniciate in cucina. Mia madre ci tiene tanto.” 

    Quali temi ti piace rappresentare tramite una vignetta?

    “Diciamo che mi piace rappresentare in una vignetta tutto quello che ho da dire. Quindi i temi variano. Mi piace la satira, mi piace la verità, anche quando fa male. Mi piace evidenziare l’imperfezione umana.”

    Qual’ e' la principale abilità che deve avere un vignettista?

    “Le principali abilità che deve avere un vignettista secondo me sono il dono della  sintesi (che, io, consiglierei veramente a tutta l’umanità), l’ironia e l’equilibrio. Saper fare divertire la gente, tirarle un po’ le orecchie e, comunque riconoscere su quali temi ironizzare e su quali un po’ meno…”

    Chi e' il tuo vignettista preferito e quello cui ti ispiri?  

    “Non so se ho un vignettista preferito. So che mi lascio affascinare dalla maggior parte dei disegnatori. Cerco di prendere un po’ da tutti, comunque, se devo fare dei nomi, direi che mi piace tanto lo stile di Forattini, di Vauro e mi piace lo stile, e sottolineo lo stile, di Charlie Hebdo e apprezzo la satira di don Alemanno nel suo Jenus di Nazareth, può sembrare blasfema ma non lo è. A parere mio è divertente e intelligente.”

    Di cosa fu occupi nella vita?

    “Nella vita, adesso che ho terminato la scuola, cerco e cercherò di occuparmi di fumetti e vignette. Io e mia sorella stiamo collaborando alla realizzazione di una storia a fumetti e mi piacerebbe anche, continuare a realizzare vignette. Avrei molto da dire con la mia matita.”

    Charlie Hebdo. Un esempio di come le vignette possano far discutere e "ferire" un popolo. Parlo della vignetta sul terremoto in cui le case sono state rappresentate come lasagne? Qual e' la tua opinione sulle vignette satiriche?

    “Quando si parla di Charlie Hebdo mi rimane un gusto dolce-amaro in bocca. Prima, parlando di caratteristiche del vignettista, ho menzionato l’equilibrio. Credo che a Charlie Hebdo manchi un po’ di equilibrio. La famosa vignetta che ha fatto tanto arrabbiare gli italiani deve farci riflettere…

    E’ vero, ci sono andati giù pesante. Stiamo parlando di persone che sono morte e di parenti che piangevano i loro cari, però se non si fosse ironizzato sulle vittime, non è forse vero che le case italiane hanno la stessa consistenza e “resistenza” delle lasagne?!

    Usiamo la sabbia, ci arricchiamo eludendo le norme di sicurezza…La verità fa male! Non è che proprio Charlie Hebdo parlasse  di cose che non esistono…!”

    La redazione di Castelvetranonews ringrazia Antonella per la sua disponibilità e le fa un grosso in bocca al lupo per la sua carriera.

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