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Pina Patti Cuticchio e la famiglia dei pupari palermitani. Convegno al Centro Basile di CVetrano

di: Vito Marino - del 2016-11-21

Immagine articolo: Pina Patti Cuticchio e la famiglia dei pupari palermitani. Convegno al Centro Basile di CVetrano

Nella Sicilia dei vecchi tempi e fino agli anni ’50 del secolo scorso, a causa dell’analfabetismo, la popolazione viveva nella più assoluta ignoranza. Tuttavia l’opera dei pupi, il cantastorie, il cuntastorie e le rappresentazioni pittoriche sui carretti siciliani, che sono nati e cresciuti nello stesso periodo storico, hanno apportato una cultura arcaica orale, molto apprezzata e seguita dal popolo.  

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  • Tramite questa letteratura orale il popolo poté conoscere la storia dei Paladini di Francia, di Cristoforo Colombo, di famosi banditi, di re famosi, delle Crociate e fatti eclatanti di cronaca, come la storia della baronessa di Carini, che solo chi leggeva i giornali dell’epoca poteva conoscere.

    Questa cultura è cominciata a scomparire per l’avvento della diffusa istruzione pubblica nelle scuole, del cinema e, successivamente, della televisione.    

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  • Venerdì 18 novembre 2016 presso il Centro Basile di Castelvetrano posto in Piazza Matteotti a Castelvetrano, nel bellissimo convento dei Minimi, meglio conosciuto come “il quartiere”, si è svolta una conferenza su Pina Patti Cuticchio, della famosa famiglia dei pupari palermitani. Relatrice Laura Mariani del DAMS (Discipline delle Arti, della musica e dello spettacolo) dell’Università di Bologna.  

    Giuseppe L. Bonanno del Centro G. Gentile di Castelvetrano ha aperto e coordinato i lavori, mentre  De Domenico dell’università di Palermo ha presentato Laura Mariani e la sua opera.

    La Mariani nel suo libro “Quelle dei pupi erano belle storie” aveva già parlato di Pina Patti, una componente della famiglia e compagnia Cuticchio, in qualità di cassiera, ma che ha diretto anche la famiglia e ha dipinto i cartelloni dove si riportano le fasi salienti delle rappresentazioni.  

    La Mariani ha illustrato la figura di questa grande donna che era una delle colonne portanti della famiglia d'arte dei Cuticchio. Una delle rarissime, forse l'unica pittrice dell'opra dei pupi; che ha saputo coniugare l'impegno non facile della conduzione di una famiglia dedicata al teatro.

    Pina Patti Cuticchio moglie di Giacomo Cuticchio e madre di sette figli fra i quali si è distinto Mimmo il “puparo giramondo”; si è spenta a 87 anni. Attraverso le sue opere si possono ricostruire 70 anni di storia dell'opra dei pupi, una tradizione riconosciuta "patrimonio dell'umanità".

    Il vocabolo “oprà” (teatro) è nato nel periodo della dominazione francese ed è continuato fino ad oggi per tradizione. Pina fu un'artista capace di rovesciare una tradizione secondo la quale la creazione di cartelloni e scene era appannaggio esclusivo di uomini; essa, tramite la pittura, che non si era limitata ai semplici cartelloni, ha potuto raccontare le proprie fantasie, nate nel corso di una vita trascorsa accanto ad un puparo padre di altri pupari.

    Alla fine degli anni Cinquanta cominciò a dipingere i teloni, le scene e i cartelli che  entrano nelle produzioni degli spettacoli del teatrino di Via Bara all'Olivella. Dal 1973, anno in cui il figlio Mimmo costituisce la Compagnia Figli d'Arte Cuticchio nella stessa via, Pina ha collaborato ininterrottamente alle rappresentazioni realizzando cartelloni, scene, costumi, sia per gli spettacoli tradizionali sia per quelli nuovi.

    Tra questi, "O a Palermo o a all'inferno", presentato da Mimmo Cuticchio all'Ars al cortile Maqueda di Palazzo Reale.      

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