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Quando una tragedia "diventa" arte e forza di vita. Storia della partannese Maria Giovanna Marrone

del 2016-12-14

Immagine articolo: Quando una tragedia "diventa" arte e forza di vita. Storia della partannese Maria Giovanna Marrone

Nel 2006 un evento tragico, la perdita del figlio, fa scoprire a Maria Giovanna Marrone una vena letteraria che lei stessa ancora non sa ben definire.

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  • L’amore per la letteratura nasce dal teatro, la professoressa Marrone, partannese, ha composto diversi musical in lingua italiana ma anche diverse commedie in vernacolo siciliano, con lo spirito di ritrovare termini e locuzioni ormai perduti nel tempo. “L’eredità di lu Zu Totò salva capra e cavoli” è stato l’ultimo lavoro scritto e messo in scena del 2005, un’opera divertente che metteva in risalto uno spaccato di vita quotidiana.

    Nel 2006 la tragedia personale, un momento di smarrimento anche nella fede, una ricerca spasmodica del figlio perduto, fin quando al primo anniversario una lettera scritta al suo “raggio di sole” riceve una risposta attraverso dei versi che le vengono dettati  da un rapporto simbiotico madre-figlio che la porta a scrivere e guardare nell’anima di quel ragazzo che oggi non c’è più, il bisogno di buttar fuori tutta la rabbia, la malinconia, il rimpianto e l’amore smisurato e sublimato.

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  • Un sentimento privato che però diventa pubblico grazie alla nuora che invia alcuni versi ad un concorso, poi vinto dalla professoressa, che vengono pubblicati in una collana a cui susseguono altri premi importanti come quelli dell’Accademia Internazionale “Giuseppe Pitrè” e dell’Accademia Vesuviana di Napoli, per citarne alcuni. 

    “Ho svuotato gli aspetti sia fisici che caratteriali di mio figlio – racconta la professoressa Marrone – il nostro rapporto simbiotico era di un amore sublime che oltrepassa tutti i confini stabiliti dal mondo terreno e si proietta verso l’universo, un amore oltre ogni immaginazione che mi ha permesso di coltivare e raggiungere il mio sogno, quello di diventare una letterata, sogno a cui rinuncerei immediatamente se solo lo potessi riabbracciare”

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