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Chi era Carlo d'Aragona Tagliavia? Lo spessore di un personaggio raccontato dalle medaglie

di: Enzo Napoli - del 2017-01-09

(ph. Enzo Napoli)

Carlo d'Aragona e Tagliavia, nato a Castelvetrano nel 1520, morto a Madrid il 25 settembre 1599, per le cariche che ha avuto sotto la corona spagnola e le onorificenze ricevute durante la sua vita, è stato forse l’uomo politico più importante che abbia mai  avuto la Sicilia.

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  • Fino a circa un quindicennio fa, la sua figura è stata poco studiata o, addirittura, trascurata. Soltanto Maurice Aymard, direttore e amministratore di vari istituti parigini, storico dell’economia e della società dell’età moderna, si era occupato del personaggio.

    Soltanto a partire dal 2002, gli studiosi locali, cioè il sottoscritto, il dott. Aurelio Giardina ed il prof.  Francesco Saverio Calcara,  hanno approfondito ricerche e studi, studi che in questi ultimi anni sono stati ulteriormente ripresi anche da altri storici.

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  • Dato lo spessore e l’importanza del personaggio, in occasione di tre eventi particolari che lo riguardavano, furono coniate medaglie riportanti la sua effige. Sino ad un anno fa, se ne conosceva soltanto una, tramite il disegno pubblicato sul libro Storia cronologica de Vicerèdi Sicilia di G. E. Di Blasi.

    Oggi, invece, siamo in grado di presentare le immagini originali di questa medaglia e di un’altra ancora, individuate entrambe dal sottoscritto, che saranno pubblicate nella seconda edizione del libro La Chiesa ed il Convento di San Domenico in Castelvetrano di A. Giardina, F. S. Calcara e V. Napoli

    La prima, in bronzo, di mm. 46 di diametro, è stata venduta a Pavia nel dicembre 2015 in un’asta della Numismatica Varesi  (Lotto 964- Astanumismatica 67). Coniata a Palermo,probabilmente in occasione dell’inizio dei lavori per la sistemazione della fontana Pretoria, nel dritto riporta il busto, volto a sinistra, del Tagliavia con gorgiera, un triscele stilizzato inferiormente, e, sotto il taglio della spalla, la data 1575. Vicino l’orlo, racchiusa entro un contorno,la medaglia riporta la legenda CAROLVS ARAGONIVS MAGN. SICVLVS.

    Nel retro, si riscontra una composizione molto complessa: la Sicilia, circondata dal mare, girata in senso antiorario di 45 gradi, con, nel centro, lo stemma con i pali degli Aragona, retto da un putto con i piedi su capo Lilibeo. Lo stemma è accostato da altri due putti che suonano dei corni. In alto, a sinistra, si notano i monti della Calabria, mentre, a destra, sull’orizzonte, si nota il sole; in basso, a destra, la costa tunisina e per finire, in alto nel centro, una o forse due figure alate con spada o tromba. Vicino all’orlo, corre la legenda HIC DUCET.

    Il ritrovamento di questa medaglia originale (cosa ben diversa dal disegno sin qui conosciuto), oltre a farci vedere più chiaramente l’immagine di Carlo, ha permesso, a me, al dott.Giardina e al prof. Calcara, di approntare anche una corretta interpretazione del simbolismo che nasconde il suo retro. Il non chiaro disegno, pubblicato sul libro del Di Blasi, aveva portato gli studiosi (noi compresi) ad una errata lettura del suo significato nascosto. Per l’esatta interpretazione simbolica dei soggetti raffigurati, si rimanda dunque alla seconda edizione del già citato libro su San Domenico, di prossima uscita.

    L’altra medaglia (inedita e completamente sconosciuta nel territorio nazionale) si trova al Museo del Prado di Madrid. E’ di forma ovale e misura 54 mm X 42 mm, pesa gr. 46,55.

    Nel dritto, racchiuso entro un orlo perlinato, abbiamo il busto di Carlo, volto a destra, con la gorgiera ed il collare del Toson d’Oro, circondato dalla scritta CAROLVS ARAGONIA DVX TERRAENOVE. Nel retro, sempre perlinato, una palma con attaccato ad un ramo un nastro con un peso; presso l’orlo, riporta la scritta EO MAGIS ERIGOR.

    Ovviamente, sia questa scritta, sia l’immagine del peso attaccato al ramo hanno un significato simbolico, la cui interpretazione sarà ugualmente proposta nel libro già citato.

    La medaglia non riporta la data, ma verosimilmente potrebbe essere stata coniata in occasione del conferimento a Carlo del Toson d’Oro, assegnatogli nel 1585,  mentre era Governatore di Milano (1583-1592).  Della medaglia esiste anche un antico disegno che riproduce molto bene il profilo del personaggio.

    Conosciamo anche l’esistenza di una terza medaglia,coniata in occasione della cerimonia della posa della prima pietra della chiesa di San Rocco al Capo, con nel dritto l’immagine del Tagliavia e nel retro una Sicilia triangulata, con un angelo di sopra con una spada in mano e scritta PIETAS E IVSTITIA. Di essa non siamo riusciti, però, ad individuare alcun esemplare.

    Come già detto, i  vari storici che si sono occupati del Tagliavia non hanno inserito nei loro testi immagini riproducenti il volto. Immagini che avrebbero potuto riprendere da queste medaglie od eventualmente da alcune tele che sicuramente saranno state eseguite, ma che probabilmente non esistono più.

    Tra i  primi che hanno pubblicato immagini del voltodi Carlo vi  sono certamente il sottoscritto ed il dott. A. Giardina, autori del saggio CARLO D’ARGONA E LE TRAVI DIPINTE DELLA CHIESA MADRE DI CASTELVETRANO; successivamente tali immagini si ritrovano in altri volumi, scritti in collaborazione col prof. F.S. Calcara.

    Ovviamente,  per presentare il volto del Tagliavia, l’ideale sarebbe stato, come detto, rintracciare un qualche ritratto ufficiale del principe, eseguito su tela; ma vista la non reperibilità di questi; noi portiamo a conoscenza degli studiosi un piccolo elenco di altre opere in cui si può ravvisare il volto del Tagliavia , anche se posto in posizione marginale rispetto al contesto generale del soggetto che lo contiene.

    1. Nella tavola Palermo liberata dalla peste (presso il museo Diocesano di Palermo);
    2. Nella tavola San Sebastiano la Trinità e Santi presso la Chiesa di Sant’Agostino di Palermo;
    3. Nell’incisione pubblicata sul volume Informatione del pestifero e contagioso morbo del protomedico del Regno Giovanni Filippo Ingrassia;
    4. In una piccola cappella del Palazzo Pignatelli di Castelvetrano (affresco);
    5. Nella cattedrale di Mazara, nella figura loricata di Ruggero il Normanno (?);
    6. Nel libro Compendioso Catalogo de Principi e Governatori di Milano in cui, per la verità, il volto è stilizzato e non corrispondente al vero.

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