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Le “botticelle romane” tra divieti, obblighi e rispetto per gli animali

del 2017-06-29

Immagine articolo: Le “botticelle romane” tra divieti, obblighi e rispetto per gli animali

(ph. www.lav.it)

Sarà capitato anche a voi, trovandovi a Monreale, d’andare a visitare la locale magnifica cattedrale normanna di Santa Maria Nuova, definita anche il “tempio più bello del mondo”. Avrete notato davanti al portone d’ingresso, ma anche lateralmente, delle carrozze trainate da cavalli. Lo stesso dicasi per quasi tutti i maggiori monumenti di Palermo, dove nei pressi sostano gli ‘gnuri, i conduttori di carrozze o cocchieri o vetturini.

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  • Anche a Roma questa figura è presente vicino ai tanti siti archeologici, e non, della capitale. Sono noti a tutti come le “botticelle romane”, cioè i cavalli che trainano le carrozze. La loro funzione è quella di condurre i turisti in giro per la città. È un mezzo che potrebbe essere stantio, fuori moda, anacronistico, ma che, almeno a parere di tanti, dona al colore locale quel tono magico che solo le cose d’altri tempi sanno regalare.

    Botticelle deriva da botti, quelle trasportate per l’appunto dai cavalli quando l’unico mezzo di locomozione era questo superbo quadrupede. Bene, sicuramente con motivazioni le più ampie e documentate, il PAE (Partito Animalista Europeo) sta incalzando l’attuale sindaca di Roma, Virginia Raggi, affinché metta in atto uno dei punti del suo programma elettorale, cioè di considerare fuori legge le botticelle.

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  • L’amministrazione comunale romana, in effetti, ha già adottato provvedimenti simili nei confronti dei centurioni, quelle figure folcloristiche che sostavano nei pressi del Colosseo per delle foto ricordo con i turisti in visita a Roma. La Raggi ha anche proibito i risciò, le carrozze monoposto trainate da una persona, che impervesavano per le strade della capitale, e dei fracassoni, gli artisti di strada. I responsabili del PAE vorrebbero che s’adottassero misure restrittive anche nei confronti dei vetturini, proibendo di fatto l’attività delle botticelle.

    In effetti, a parte il discorso folclorico, c’è da dire che gli animali in questione sono sottoposti a turni lunghissimi, faticosissimi e a volte crudeli, tanto che ogni tanto qualcuno di essi s’accascia a terra senza vita. Indubbiamente bisognerebbe disciplinare meglio questo servizio con controlli periodici da parte di veterinari e regolamentare il lavoro dei cocchieri con precisi orari e turni.

    Occorrerebbe certo più trasparenza nella gestione di quella che possiamo considerare una piccola impresa monofamiliare, ma chiudere completamente una tradizione come quella del nostro ‘gnuri, francamente mi sembra eccessivo.

    Credo che il cavallo sia nato per aiutare il genere umano che da tempo immemore lo ha sempre utilizzato per i suoi trasferimenti da un luogo all’altro, ma anche per diverse altre situazioni nelle quali ne ha avuto di bisogno. L’animale, se ben trattato, amato e mai sfruttato, si sentirà sicuramente protagonista indiscusso e potrà dare così un senso alla sua esistenza.

    L’essere animalisti non vuol dire annientare il ruolo principale di questi esseri viventi che nel corso della storia sono stati sempre a fianco dell’uomo, ma controllare se essi subiscono dei maltrattamenti (Edoardo Stoppa, inviato di “Striscia la Notizia”, docet).

    È chiaro che di fronte a eventuali simili situazioni si provvederà per sanzionare o punire il proprietario dell’animale per come, fra l’altro, è disciplinato dalle nuove normative in materia. 

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