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Storia della Chiesa del Carmine tra restauri e il "sogno" della nascita di un polo culturale

di: Elio Indelicato - del 2017-02-23

Finalmente dopo tanto penare è arrivata la buona notizia da parte del Prefetto di Trapani Giuseppe Priolo che ha comunicato al sindaco Felice Errante la concessione in uso gratuito all’Ente della Chiesa del Carmine.

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  • Arriva così a compimento un lunghissimo iter burocratico che, dopo i lavori di ristrutturazione che hanno interessato l’immobile diversi anni addietro, ha visto impegnate le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo.

    Nei giorni scorsi il Ministero dell’Interno-Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione-Direzione centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto, ha comunicato che il Consiglio di Amministrazione del F.E.C, nel corso dell’ultima riunione, ha espresso parere favorevole in merito alla possibilità di concedere in uso gratuito l’immobile per 19.

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  • Il sindaco Felice Errante in una nota ha voluto rivolgere un ringraziamento alla Vicaria del Prefetto Concetta Caruso. Lo stresso adesso parla di un suo desiderio: "Sarebbe bello se la futura Amministrazione potesse destinarlo a polo culturale della città”.

    La Chiesa fu realizzata intorno alla metà del 1400 e si chiamava inizialmente di San Nicolò, poi arrivò la Confraternita dei Carmelitani e da lì Chiesa del Carmine. Il F.E.C. è oggi quindi un organo dello Stato, amministrato dal Ministero dell'Interno e dagli Uffici Territoriali di Governo, Prefetture in sede periferica. II Fondo ha un proprio bilancio, tenuto distinto da quello del Ministero dell'Interno.

    Gli edifici del FEC, circa 700, sono dislocati su tutto il territorio nazionale e tra essi figurano a Castelvetrano: S. Domenico, Chiesa del Crocifisso di S. Anna, S. Francesco da Paola, SS. Maria dell'Itria e SS. Maria del Carmine (unica ad oggi ad avere beneficiato di un finanziamento del FEC).

    Tra le fonti economiche del FEC anche i proventi del gioco del Lotto.

    E’ proprio con questi fondi che si realizzò nel 1999 l’unico intervento di restauro su tale Chiesa, che il FEC aveva consegnato alla Curia, per le funzioni proprie che in essa si tenevano.

    Non disponendo, però, la Curia di un proprio ufficio tecnico, l’appalto è stato gestito dal Comune.

    I lavori, affidati all’Impresa Durante Pietro di Santa Ninfa per un importo di 562 milioni di lire, riguardarono il ripristino della copertura, delle antiche mura, della cripta sotterranea e, soprattutto, della deliziosa cappella di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, di analogo schema costruttivo della cappella del coro della Chiesa di San Domenico (vedi opera di A. Giardina, F. S. Calcara “la città palmosa”, pag. 68) essi continuarono, con alcuni fermi, fino al 2001, anno in cui furono restituiti alla Curia, che, però, per carenza di organico, non fu più in grado di tenere aperta la Chiesa, rinunziando al suo uso.

    Si arriva così al 2004, anno in cui si verificò il crollo di parte dell’attigua Caserma dei Carabinieri, già costituente il Convento annesso alla Chiesa, rimasta in proprietà del Demanio Regionale, che trascinò con sé le cripte di piano terra, appendici della Chiesa stessa. Da allora è iniziata la fitta corrispondenza con il FEC tramite la Prefettura, affinché la Chiesa, vista l’indisponibilità della Curia, venisse consegnata al Comune, per un suo utilizzo a fini culturali ed istituzionali, rientrando ciò nel programma amministrativo del Sindaco Errante, succeduto a Pompeo.

    Solo ora si è ricevuto l’agognato parere: il Comune potrà finalmente mettere a diposizione di tutti un importante monumento che avevamo ormai quasi dimenticato. Attenzione però: con urgenza si intervenga a delimitare e ripristinare la parte crollata delle cripte e la Cappella della Maddalena, su cui si sversano le copiose acque piovane non regimentate provenienti dall’attigua ex caserma.

    Dai primi rilievi effettuati, i danni ammonterebbero già a circa 30.000 euro, ma che non dovrebbe pagare il Comune. Bisogna comunque fare presto e per questo si è già attivato l’assessore ai Lavori Pubblici l’avvocato Mimmo Signorello, che ha fatto un primo sopralluogo, mentre arriveranno anche i tecnici del Demanio per progettare i lavori necessari per evitare le copiose infiltrazioni di acqua piovana.

    La notizia sembra già interessare qualche Associazione che avrebbe informalmente prospettato una serie di importanti attività culturali che si potrebbero realizzare all’interno della Chiesa.

    E allora piccoli concerti di musica classica, presentazioni di libri, mostre di quadri e perché no, per la gioia di grandi e piccini la Casa di Babbo Natale, che ebbe tanto successo all’interno della Chiesa del Purgatorio, chiusa per la caduta parziale del tetto, messo poi in sicurezza a spese del Comune.

    Nelle foto l’interno della Chiesa.

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