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A “tannura cu focu e lu circu”: quando l'asciugatice dei nostri nonni era il calorifero

di: Dott. Francesco Marino - del 2017-02-28

Immagine articolo: A “tannura cu focu e lu circu”: quando l'asciugatice dei nostri nonni era il calorifero

Appare difficile quantificare il numero di persone che potrebbero ancora ricordarsi del “Caldanino”, ossia il più diffuso e utilizzato calorifero dei nostri nonni. Esso era, generalmente ma non solo, formato dalla “tannura” piena di carbonella ardente e dal “Circu”, cioè una struttura a forma di campana abitualmente costruita col giunco.

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  • Era una sorgente di calore assai impiegata in Sicilia, specie nel nostro trapanese. Veniva adoperato per riscaldare gli ambienti ma anche per asciugare il bucato o riscaldare il letto nelle fredde e umide serate d’inverno.

    Nelle stagioni miti, preferibilmente in primavera o in autunno, si preparava la carbonella. Questo prodotto è un concepito naturale che si viene a formare grazie alla combustione di legna, in un ambiente povero di ossigeno. In pratica, si bruciava la legna selezionata. Poi si raccoglievano i carboni ancora ardenti, con badili in ferro, e si sistemavano all’interno di un fusto metallico. Quindi, si chiudeva ermeticamente il contenitore e si aspettava che i carboni si spegnessero per assenza d’ossigeno.

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  • Nelle giornate invernali si riprendevano i carboni. Le carbonelle si ponevano all’interno della “tannura”, ossia un semplice contenitore metallico munito di base di appoggio. Con molta pazienza e aiutandosi con operazioni di soffio, si accendevano le braci. Quindi, la “tannura cu focu” emanava calore e riscaldava l’ambiente circostante per qualche ora.

    Ma la “tannura cu circu”, utilizzata in combinata, serviva anche ad altro. Le donne alzavano lenzuola e trapunte. Posizionavano la “tannura” e il “circu” sul letto, in modo tale che si creasse un vuoto a forma di campana tra il lenzuolo di sotto e le coperture sovrastanti. Insomma, il compito del “circu” era quello di evitare un contatto tra il materiale infiammabile e i carboni accesi. Il tutto veniva tolto prima di coricarsi. Il risultato era un letto tiepido ed accogliente.

    Un altro degli usi diffusi della combinata “tannura-circu” era asciugare il bucato. Le donne del dopoguerra, in particolare in Sicilia, dopo il lavaggio, appoggiavano i panni sopra il “circu”, all’interno del quale era stata posizionata la “tannura” con i carboni accesi. Una volta asciutti, camicie, pantaloni e quant’altro, venivano lisciati con il ferro da stiro a carbone ossia un altro strumento dei tempi trascorsi.

    Ancora, la suddetta abbinata, era adoperata  per riscaldare i “trubela”, ossia le tovaglie  che abbigliavano, insieme alle coperte, la tavola sulla quale venivano depositati i panetti di farina dopo le procedure di amalgama dell’impasto. In tal modo, i panetti avrebbero trovato i “trubela” riscaldati. Ciò, avrebbe favorito il processo di maturazione dei pani prima di metterli a cuocere nel forno.

    Infine, altro uso frequente della “tannura” e del “circu” era l’asciugatura del “quadrato”. Il quadrato era un piccolo telo di cotone a forma quadrata utilizzato come pannolino per i neonati di quell’epoca. A Salemi, risulta che tanti, vmeno giovani, ancora rammentano l’artigiano che girava per i quartieri offrendo le sue prestazioni per sistemare i “circa” danneggiati.

    Altri, ricordano il venditore col suo carretto carico di “cica” che, per richiamare l’attenzione della potenziale clientela,  urlavaforte e con voce rauca: “fimmini, accattativi li circaaaaaaaaaaaaaaaa!

    Nella foto, la “tannura” e il “circu”:classico “Caldanino” siciliano degli anni 50/60.

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