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Sbarchi clandestini e contrabbando sigarette sulle coste trapanesi. Scattata l'operazione "Scorpion Fish"

del 2017-06-06

Immagine articolo: Sbarchi clandestini e contrabbando sigarette sulle coste trapanesi. Scattata l'operazione "Scorpion Fish"

All’alba di questa mattina i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, stanno eseguendo in tutta Italia, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, 15 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità tunisina ed italiana, appartenenti ad un’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.  

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  • In corso di esecuzione anche il sequestro di 10 autovetture e di due imbarcazioni utilizzate dal sodalizio per i traffici illeciti. I fermi sono da inquadrarsi nell’operazione “Scorpion Fish” eseguita, tra il gennaio 2017 e la data odierna, dal Gico di Palermo in sinergia con la Compagnia di Marsala.  

    La banda, capeggiata da pregiudicati tunisini e con elementi italiani in posizione subordinata, è risultato particolarmente attivo nell’effettuare una serie di lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese. Grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti “scafisti”, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, sono state trasportate in Italia persone in grado di pagare il rilevante costo della traversata e introdotte in Italia sigarette di contrabbando.

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  • In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo è stato fornito ai clandestini un vero e proprio servizio “shuttle” fino alle basi logistiche dell’organizzazione, dalle quali gli immigrati – una volta rifocillati e forniti di vestiario – hanno potuto liberamente raggiungere le destinazioni desiderate.  I fermati sono: Akremi Toumi, Angelo Allegra, Salvatore Allegra, Anis Beltaief, Nabil Ben Ahmed, Amine Ben Alaya, Fathi Ben Ammar, Helmi Bouzid, Hamadi El Gharib, Michele Graffeo, Chiheb Hamrouni, Mongi Ltaief, Giovanni Manuguerra, Sarra e Sodi. In corso anche il sequestro di 10 auto e di due imbarcazioni utilizzate per i traffici illeciti.     

    La Procura di Palermo ha disposto il fermo di 15 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi.

    L’organizzazione avrebbe trasportato dalla Tunisia alle coste marsalesi, attraverso gommoni veloci, anche soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per sospetti di collegamenti con organizzazioni terroristiche di matrice jihadista. L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Finanza, è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dai pm Gery Ferrara, Claudia Ferrari e La Chioma. L’organizzazione, composta da pericolosi pregiudicati tunisini e complici italiani grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti “scafisti”, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, ha trasportato in Italia persone in grado di pagare migliaia di euro per la traversata.

    La banda che gestiva i “viaggi di lusso” di piccoli gruppi di migranti disposti a pagare fino a 3mila euro per raggiungere le coste marsalesi dalla Tunisia, scoperta dalla Finanza, aveva messo su anche un fiorente contrabbando di sigarette, per lo più di marche estere “PINE BLUE” e “BUSINESS ROYALS” che venivano poi rivendute nei mercati rionali trapanesi e palermitani, a non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato.

    Ogni passeggero pagava in Tunisia all’organizzazione, per arrivare in Italia, non meno circa 2-3.000 euro. Ogni traversata, quindi, poteva generare complessivamente profitti anche fino a 40.000 euro, al netto del costo per lo “scafista” e il “navigatore”, generalmente ricompensati, rispettivamente, con circa 5.000 e 3.000 euro. Il denaro raccolto in Tunisia veniva portato in Italia per “rifornire” di contanti i promotori dell’associazione criminale, attraverso vere e proprie operazioni di riciclaggio.

    L’organizzazione smantellata, con l’estate ormai alle porte, sarebbe stata in grado di compiere almeno due traversate alla settimana tra la Tunisia e l’Italia.

    Fonte Marsalalive.it

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