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(Video) Operazione antimafia dei ROS tra Castelvetrano e Palermo. Ecco i castelvetranesi arrestati

(fonte: livesicilia.it tp24.it) - del 2014-11-19

Un'operazione antimafia condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani nei confronti del clan capeggiato dal boss Matteo Messina Denaro e' in corso da stamattina. Gli investigatori stanno eseguendo 16 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi su richiesta della procura distrettuale antimafia di Palermo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persona ed altri reati aggravati dalle finalita' mafiose.

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  •  In carcere finisce Girolamo Bellomo, 37 anni, nipote acquisito del padrino latitante. Le indagini dei carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Trapani e della Procura di Palermo svelano l'asse fra la mafia trapanese e le cosche di Brancaccio, corso dei Mille e Bagheria. 

    Secondo gli inquirenti in tale contesto criminale sarebbe stata pianificata e organizzata una maxirapina nel deposito di un corriere che ha sede a Campobello di Mazara ("Ag Trasporti"), un tempo era di proprietà dei mafiosi palermitani di Brancaccio, oggi è sotto amministrazione giudiziaria.

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  • Girolamo Bellomo, 37 anni, detto Luca, nipote acquisito del numero uno dei ricercati. È il marito di Lorenza Guttadauro, avvocatessa e figlia di Filippo e Rosalia Messina Denaro, sorella del latitante di Castelvetrano.

    Tra gli arrestati a Castelvetrano Giuseppe Fontanail consigliere Lillo Giambalvo, 41 anni. Nel 2012 mancò l’elezione per pochissimi voti, in Consiglio comunale entrò a luglio scorso perché primo dei non eletti, subentrato ad altro consigliere chiamato alla carica assessoriale. candidato con la lista di Futuro e Libertà una volta in aula ha aderito ad Articolo 4 formazione politica del deputato regionale Paolo Ruggirello.     

    Ancora a Castelvetrano sono stati arrestati i fratelli Cacioppo, Leo e Saro, Fabrizio Messina Denaro (detto Elio), nessuna parentela col latitante, Vito Tummarello, Luciano Pasini e Valerio Tranchida.

    Gli altr arrestati sono: Ruggero Battaglia, Salvatore Marsiglia,  Vito Tummarello, Salvatore Vitale, Gaetano Corrao, Ciro Carrello, Giuseppe Nicolaci, Salvatore Circello.

    Nel novembre 2013 un gruppo armato fece irruzione in un deposito Tnt a Campobello di Mazara. Non si tratta di un magazzino qualsiasi, visto che appartiene alla Ag Trasporti, una Srl sequestrata perché riconducibile a Cesare Lupo, arrestato con l'accusa di essere un pezzo grosso della mafia di Brancaccio e “amministratore” dei beni dei fratelli Graviano.

    Grazie all'aiuto di un basista il gruppo di Francesco Guttadauro e Girolamo Bellomo avrebbero fatto il colpo grosso. Dal deposito sparirono 600 colli di merce e 17 mila euro in contanti. Ad entrare in azione fu un gruppo di otto persone, di cui alcune non sono mai state identificate. Indossavano le pettorine della polizia ed arrivarono a bordo di due macchine e di un furgone bruciati dopo la rapina.

    Dissero che cercavano un carico di droga, legarono con delle fascette una decina di dipendenti e lavorarono indisturbati. Sono stati due collaboratori di giustizia bagheresi, Salvatore Lo Piparo e Benito Morsicato, a raccontare che ci ci sarebbe la mafia dietro l'assalto. Lo Piparo si occupò di fare stampare le pettorine della polizia.

    Fu più facile per lui che aveva fatto la comparsa nella fiction Agrodolce. Ruolo? Poliziotto, naturalmente. Inizialmente qualcuno aveva storto il naso: non si doveva rubare a casa di un mafioso di Brancaccio. Poi, quando tutti seppero che l'azienda era in amministrazione giudiziaria, la rapina divenne cosa buona e giusta. Il resto lo hanno fatto le microspie che hanno captato le fasi in cui in partecipanti si spartirono il bottino. Una parte sarebbe andata ai familiari del latitante.

    Il generale Mario Parente, comandante dei Ros, commenta così l'operazione di oggi: "Il sodalizio mafioso di Messina Denaro e di Castelvetrano è sempre più in difficoltà,e  per questo la loro organizzzazione oggi, per sostenere la rete e la latitanza di Messina Denaro è dedita al compimento di attività che da tempo non venivano più svolte". 

    "Io fui attaccato da tutti perché avevo osato dire che in Sicilia non esistono consigli comunali in cui la mafia non abbia fatto eleggere un suo punto di riferimento. La Commissione antimafia mi ha convocato, l'Anci di Orlando mi ha attaccato duramente. Invece avevo ragione. Quella sera, partecipando al Consiglio comunale straordinario di Castelvetrano parlai di inquinamento delle istituzioni e oggi un consigliere comunale è finito in carcere". Lo ha detto all'Adnkronos il Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta commentando l'operazione antimafia che la notte scorsa ha portato in carcere 16 persone, ritenute vicine al clan del boss latitante Matteo Messina Denaro.

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