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Da Cvetrano a Singapore come Ingegnere all'Eni. La storia di Gianvito e del suo amore per la musica

del 2015-07-20

Immagine articolo: Da Cvetrano a Singapore come Ingegnere all'Eni. La storia di Gianvito e del suo amore per la musica

Nell’ambito della nostra rubrica rubrica “Eccellenze locali”, oggi vi proponiamo la storia dell'ingegnere castelvetranese Gianvito Inzerillo. Nonostante sia ancora molto giovane (31 anni), ha già alle spalle una importante esperienza lavorativa all'Eni che lo ha portato a trasferirsi a Singapore.

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  • Ci racconti il tuo percorso di studi?

    Dopo il liceo scientifico mi sono iscritto all’università di Palermo dove ho conseguito sia la laurea triennale che la magistrale in ingegneria aerospaziale: mi piacciono gli aerei! Nell’ultimo anno di laurea magistrale, casualmente, ho cominciato a collaborare col gruppo di ricerca di uno stimato professore dell’ateneo dedicandomi alla ricerca teorica sulla meccanica dei continui.

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  • Sia fare ricerca, che fare didattica, era molto stimolante tant’è che pensavo a quel punto di iscrivermi al dottorato. Tuttavia, quell’anno le borse di studio non furono stanziate e nuovamente per caso partecipai a un master dell’Eni di cui mi parlò Gabriele Polizzi. A quel punto passai le selezioni e in seguito fui assunto nel gruppo Eni.  

    Che ricordi hai dei tuoi studi scolastici?  

    Dei bei ricordi senz’altro. Ho avuto la fortuna di avere fin dalle elementari dei maestri e professori che hanno dato spazio e stimolato la mia curiosità. Penso sia l’unica vera cosa che conta nella didattica. Poi ho avuto dei compagni con cui rimango sempre in contatto nonostante i chilometri di distanza e gli anni passati lontano da casa.  

    Pensi che la preparazione ricevuta al Liceo ti abbia aiutato ad affrontare in modo efficace gli studi universitari e la successiva attività professionale?

    Si senza dubbio. Non sono certamente il primo a dire che gli studi universitari, di qualsiasi tipo, richiedono prima di tutto spirito critico e capacità logiche, che si imparano con un mix di materie umanistiche e scientifiche. Personalmente credo mi sia servito paradossalmente più lo studio del latino e della filosofia che della matematica e la fisica.  

    Esperienze lavorative ad oggi?

    Eni è l’esperienza più significativa. Prima dell’Eni, nel tempo libero dagli studi ho lavorato principalmente nell’azienda informatica di mio padre e suonato la batteria con varie band musicali locali (cosi conobbi Gabriele tra l’altro).  

    Da quanto tempo lavori in Eni?  

    Lavoro nel gruppo Eni dal 2011.

    Da quanto tempo abiti  Singapore? Come ti trovi lì? 

    Lavoro a Singapore da Febbraio di quest’anno circa. Si vive benissimo, specie se abiti in centro perché vi sono sempre spettacoli e via vai di turisti. E’ una città cosmopolita con un qualità dei servizi elevatissima e molto ricca.

    La cosa ammirevole è che sebbene non abbiano un patrimonio storico e paesaggistico lontanamente paragonabile al nostro, attirano una quantità considerevole di turisti (molto abbienti tra l’altro) grazie alle moderne opere architettoniche, alla qualità dei servizi, la attenta preservazione dei parchi naturali, le iniziative culturali e ludiche (vedi gran premio di F1).

    Tutto questo è possibile perché è un popolo molto rispettoso degli altri e del bene comune. E’ inoltre abituato a vivere nella diversità culturale: la metà della gente che abita a Singapore è straniera, e una parte notevole sono occidentali, americani o australiani. Ha anche delle stonature anche gravi, come il tipo di governo, però nel complesso ritengo sia una società molto avanzata.

    Cosa significa per un giovane come te lavorare in Eni?

    Avere la possibilità di lavorare in progetti industriali molto importanti, complessi e stimolanti nonché trascorrere dei periodi all’estero. Senza dubbio vivere all’estero è un momento di arricchimento professionale oltre che personale.  

    Immagino che questo lavoro ti impegni molto: come si svolge una tua giornata tipo?

    La mattina vado in ufficio alle otto e mezza, la sera si torna a casa oppure mangio insieme ai colleghi in qualche locale a Marina Bay.

    La prima parte del progetto si svolge in ufficio qui a Singapore ed il lavoro non è molto diverso da quello che svolgo solitamente a Milano: ovvero revisione di documenti di ingegneria e meeting; la differenza è che qui possiamo seguire i contrattisti che lavorano per noi da vicino. Fra un pò di mesi invece ci sposteremo dagli uffici al cantiere navale di Singapore per seguire da vicino la costruzione della nave di cui stiamo seguendo il design.

    L’impegno richiesto chiaramente è dipendente dalle fasi del progetto, ma in genere, le tempistiche molto ristrette quindi si lavora molto.  

    Lavori più off shore o anche a terra?

    Lavoro quasi esclusivamente in ufficio. Capita di tanto in tanto di andare off-shore a fare dei sopralluoghi di qualche giorno sugli impianti o durante le fasi di installazione.

    Come e' nata la tua passione per questo mondo?

    Casualmente come dicevo ho partecipato ad un master dell’Eni, senza avere tra l’altro un’idea chiara, ma semplicemente attirato dall’importanza dell’azienda.

    Una volta dentro a questo mondo ho capito quando complessa fosse la gestione di progetti miliardari che coinvolgono centinaia di persone che, ciascuna con la sua specializzazione, contribuisce alla realizzazione di immense opere in condizioni ambientali proibitive. Sono delle continue sfide: tecniche, organizzative.  A te che sei nel mondo delle trivellazioni ti chiedo se hai mai sentito parlare dei propositi di trivellazione al largo della nostra costa.

    Tu che idea hai al riguardo? Ci sono davvero cosi tanti rischi di inquinamento?

    Si conosco ovviamente i progetti di Eni in Sicilia. Nessuno chiaramente vuole una piattaforma petrolifera vicino la propria costa, specie se parliamo della Sicilia che ha nel mare il suo principale patrimonio.

    Mi rendo anche conto che quando Eni avvia un progetto di questo tipo significa automaticamente dare lavoro a tante aziende siciliane dell’indotto che soffrono parecchio la crisi del mercato mondiale della raffinazione. Da ingegnere Eni posso comunque dire che l’attenzione che dedichiamo al rispetto dell’ambiente è veramente alta, anche superiore a quanto richiesto dagli standard internazionali. E’ chiaramente una scelta difficile.  

    Ogni quanto torni a casa? Hai un rituale fisso o qualcosa che ami fare o andare a vedere quando torni a casa e che ti ricarica le “batterie”?

    Ora che sono a Singapore tornerò circa ogni 4 mesi. Quando abitavo a Milano ovviamente tornavo più di frequente. Quando ritorno vedo la mia ragazza che comunque verrà a trovarmi anche quà, la mia famiglia e il mio mare (tempo permettendo). Subito dopo vedo di organizzare una jam per ritrovarmi a suonare la batteria con i miei vecchi e nuovi amici.

    La musica è al terzo posto col mare: se la giocano in base alla stagione! La musica è comunque la mia unica grande passione da quando ho 14 anni. Mi ha permesso di divertirmi, conoscere tante persone e rimanervi legato, semplicemente suonando insieme una sera: “Quello che una musica può fare” direbbe Max Gazzè.  

    Cosa ti manca di più della tua terra? Vorresti un giorno tornarci?  

    Se un giorno vorrei tornarci? Vorrei tornarci ogni giorno! Mi manca la luce della Sicilia, il cibo, il mare, un tramonto sotto l’acropoli a Selinunte….certo farei anche a meno di tante cose di cui proprio nessuno di noi penso vada fiero.

    Che consiglio daresti ai giovani studenti che leggendo la tua storia sognano di avere una carriera come la tua?

    Essere curiosi e critici verso la realtà. Bisogna avere una mente aperta agli stimoli e i suggerimenti che vengono dagli altri. Si lavora in realtà complesse fatte da tante persone quindi è importantissimo saper lavorare insieme agli altri.

    Il Tuo sogno nel cassetto?

    Fare il musicista! 

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