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Ricordando il mito David Bowie. Storia di un musicista che rimarrà nella storia

del 2016-01-13

Immagine articolo: Ricordando il mito David Bowie. Storia di un musicista che rimarrà nella storia

La prematura scomparsa d’uno dei più eclettici artisti di tutti i tempi m’impone di fare un passo avanti nella mia narrazione della storia del rock. Il dieci gennaio di quest’anno, dopo avere combattuto per diciotto mesi con il male del secolo, si è spento a New York il “Duca Bianco” David Bowie, vera leggenda della musica britannica.

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  • Se n’è andato serenamente, circondato dall’affetto dei suoi familiari. Protagonista per oltre 50 anni della scena musicale internazionale come cantautore, polistrumentista, attore e compositore, aveva compiuto il suo sessantanovesimo anno d’appena due giorni essendo nato l’8 gennaio del 1947, a Brixton un quartiere di Londra.

    Il padre era Haywood Stenton Jones e la madre Margaret Mary Burns. Malgrado la sua non più giovane età, se la terribile malattia non lo avesse distrutto nel corpo, egli avrebbe avuto ancora tanto da dare a tutto il mondo della musica. Tanto ne è che proprio il giorno del suo ultimo compleanno è uscito l’album “Blackstar” che riporta sulla copertina, quasi come un oscuro presagio, una gigantesca stella nera.

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  • Contemporaneamente viene messo in scena a New York il suo musical “Lazarus”, seguito di “L'uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth) un film di fantascienza del 1976 tratto dall'omonimo romanzo di Walter Tevis e diretto da Nicolas Roeg nel quale Bowie ricoprì il ruolo di protagonista.

    Il noto critico musicale Cristiano Sanna ha definito Bowie come “….. il trasformista, uno tra i pochi artisti a dare sempre l’illusione di poter battere il tempo, la vecchiaia e l’obsolescenza, sembrava più che mai vivo e vitale, un artista di un fascino talmente particolare da risultare, spesso, come un autentico alieno”.

    David Robert Jones, nome alla nascita di Bowie, era considerato il principe della glam music e il camaleonte del rock’n’roll. Il suo primo singolo, “Liza Jane”, risale al lontano 5 giugno 1964, quando aveva appena 17 anni e si chiamava ancora col suo vero nome di David Jones. Invece, il primo 45 giri che registrò con il nome d’arte fu “Can't help thinking about me” pubblicato il 14 gennaio del '66 come David Bowie e “The Lower Third”.

    Il primo gruppo con il quale si è presentato al pubblico è stato quello dei “King Bees”, ma ce ne sono stati tanti che durante la sua intensa attività si sono affiancati a Bowie: i “Kon-Rads” già nel 1962, i “Lower Third”, i “Manish Boys”, gli “Hipe”, gli “Spiders from Mars” e i “Tin Machine” solo per citarne alcuni.

    Fu con l'album “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”, disco venerato che racconta la storia del primo dei suoi alter ego scenici, Ziggy Stardust, un extraterrestre bisessuale e androgino trasformato in rockstar, fra teatro kabuki e fantascienza, che fa di Bowie un portavoce della libertà sessuale.

    Pur avendo dichiarato apertamente la sua bisessualità, a marzo del 1970, nel municipio di Bromley, sposò la newyorkese Mary Angela Barnett, la famosissima “Angie” alla quale i “Rolling Stones” avevano dedicato il loro brano forse più famoso. Da lei nell’anno 1971 nacque Duncan Zowie Haywood.

    Bowie fondò, poi, il movimento “gay power” che pian piano si è sviluppato fino a giungere al “gay pride”, il giorno dell’orgoglio gay, manifestazione che ogni anno si svolge in quasi tutte le più grandi metropoli del mondo. Lo stesso David fu anche incoronato principe gay all’“Earl’s Court Arena” di Londra.

    Fra i suoi innumerevoli successi possiamo ricordare “Starman”, brano che spesso mi era richiesto e che eseguivo con immenso piacere quando andavo a suonare nelle tante feste di matrimonio, e “The Jean Genie” 45 giri pubblicato nel novembre del 1972. Il 1977 fu l’anno della svolta nel quale Bowie abbandonò il glam-rock presentandosi, davanti a un pubblico incredulo, con i capelli tagliati corti e il viso senza trucco.

    Nel 1980 divorziò dalla moglie Angela e cominciò la sua esperienza con il cinema e con il teatro. Fra i films da lui interpretati citerò: “The elephant man”, “The hunger”, “Absolute beginners”, “Labyrinth” e “Twin Peaks” tratto dall’omonimo serial televisivo.

    Nel 1992, presso la chiesa americana di Saint James a Firenze (ma si erano già sposati con rito civile a Losanna, dopo un fidanzamento che durava dall'anno precedente), si è risposato con Iman Mohamed Abdulmajid, una top model somala, dalla quale nell’anno 2000 è nata Alexandria Zahra.

    La produzione discografica di Bowie è stata molto prolifera riuscendo a sfornare un disco ogni anno. Cominciò la sua carriera musicale ascoltando i dischi di Fats Domino e Little Richard. All'età di 11 anni iniziò a frequentare la “Bromley Technical High School” (oggi Ravenswood School) coltivando un crescente interesse per il rhythm’n’blues, lo skiffle e il rock'n'roll.

    Il suo sogno era diventare l'Elvis britannico. Bowie fu influenzato moltissimo dalla vita personale del fratellastro Terry Burns, di dieci anni più grande, morto suicida gettandosi sotto a un treno a causa della schizofrenia di cui soffriva.

    Il primo strumento che David cominciò a suonare fu un sassofono che gli regalò la madre come dono di Natale quando egli aveva appena dodici anni, ma con scarsi risultati. Dobbiamo aspettare l’anno 1966 per vederlo alla guida della band “The Lower Third”.

    Nel frattempo firma un contratto con Ralph Horton, il suo primo manager a tempo pieno e adotta definitivamente il nome d'arte David Bowie. Verso la fine del 1969 Bowie, oramai famoso in patria, decide di tentare l'ingresso nel mercato italiano dei 45 giri. Pubblica “Space Oddity” il cui testo in italiano è curato da Giulio Rapetti, Mogol, e intitolato “Ragazzo solo, ragazza sola”.

    A eseguire la versione italiana sotto l’etichetta “Numero Uno” di Lucio Battisti, il gruppo dei “Computers”. Per la verità si trattava dei due fratelli Balducci. Nell’anno 1971 Tony Visconti, il produttore ch’era stato al suo fianco sin dall’inizio della sua carriera, decide di abbandonare Bowie e dedicarsi ad altri artisti come Marc Bolan.

    Nel settembre dello stesso anno David conosce in America il guru della “Pop Art”, Andy Warhol, dal quale apprende l’arte del corpo, della mimica che utilizzerà per i suoi personaggi sulla scena. In sua memoria accettò d’interpretare il ruolo di Andy nel film “Basquiat”  di Julian Schnabel del 1996.

    Fu così che nacque il personaggio di Ziggy Stardust, l'uomo delle stelle, l’extraterrestre, l’androgino alieno venuto dallo spazio. In verità Bowie considerava Ziggy un umano che per caso era andato a finire in un’altra dimensione, la Terra, nella quale viene considerato quasi un Messia. Fra il 1972 e il 1973, nei panni di Ziggy Stardust, porta in giro uno show dalle mille meraviglie dove il vero Bowie e la figura teatrale si confondono tanto da rendere sottilissimo il confine tra realtà e finzione scenica.

    È in questo periodo che l'artista passa a un vero e proprio status di idolo dei teenagers inglesi. Frotte di ragazzini e ragazzine s’affollano ai suoi concerti colpiti, in egual misura, dallo sferzante e melodico glam-rock e dall'atteggiamento di libertà sessuale a 360 gradi che traspare dall'efebo Ziggy.

    Il fenomeno Bowie scoppia con l'album “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” del 1972, in cui è accompagnato dal gruppo musicale epònimo “The Spiders from Mars”. Lo “Ziggy Stardust Tour” proseguì negli Stati Uniti d'America e, poi, in Giappone. Nell’anno 1973 uscì il nuovo album “Aladdin Sane” che balzò in vetta alla classifica britannica, primo LP numero uno per l'artista.

    Dall’album furono estratti due singoli di successo che raggiunsero i primi posti della classifica inglese: “The Jean Genie” e “Drive-In Saturday”. Quando, però, David ebbe la sensazione che quel personaggio così fuori dalla realtà lo stava portando a delle forme d’insanità mentale, decise d’abbandonare quella figura quasi iconoclasta.

    Lo fece durante un concerto all'“Hammersmith Odeon” di Londra il 3 luglio 1973, proprio all'apice del successo. Trasferitosi negli Stati Uniti, nell’anno 1974 pubblicò l'album “Diamond Dogs” che scalò le classifiche in Gran Bretagna fino a diventare il numero uno. Intanto faceva sempre più frequentemente uso di droga assumendo grandi quantità di cocaina.

    Oltretutto seguiva una dieta esclusivamente a base di latte, peperoni verdi e gialli che debilitarono il suo corpo fino a ridurlo a pesare solo una quarantina di chili. Nel 1976 decise di trasferirsi in Svizzera, dove acquistò uno chalet sulle colline a Nord del Lago di Ginevra. Nel nuovo habitat il suo consumo di cocaina incrementò fino a causargli seri problemi di salute.

    Per distrarsi dallo stress dell'ambiente musicale, Bowie iniziò a dipingere producendo svariate opere post-moderne e diventando anche un prolifico produttore e collezionista d'arte contemporanea. Prima della fine del 1976, l'interesse di Bowie per la scena artistica in Germania lo portò a trasferirsi a Berlino ovest per ripulirsi dalle droghe e rivitalizzare la propria carriera.

    Collaborando con Brian Eno, mentre condivideva un appartamento a Schöneberg con Iggy Pop, egli iniziò a focalizzare il suo interesse sul minimalismo e sulla tetra musica ambient, fattori che caratterizzarono i suoi successivi tre album, meglio noti come la "trilogia di Berlino". Nell’anno 1978 uscì il film “Just a Gigolò” con Bowie ancora nella parte del protagonista.

    Verso la fine del '79, il matrimonio fra Bowie ed Angela arrivò al capolinea fino alla loro separazione definitiva. Mentre la sua “Ashes to Ashes” raggiungeva la vetta della classifica britannica dei singoli, siamo nel 1980, Bowie iniziò a recitare a Broadway in una pièce teatrale tratta dalla triste storia di John Merrick, il cosiddetto "uomo elefante", interpretando proprio la parte del deforme Merrick.

    Nel 1981 collabora con i “Queen” per la preparazione del loro album “Hot Space”, nello specifico per la traccia “Under Pressure” estratta, poi, come singolo. Il duetto si rivelò un grosso successo, diventando il terzo singolo numero uno di Bowie in Inghilterra. Il grande successo internazionale e la vera popolarità arrivarono, però, con l'album “Let's Dance” del 1983 con il quale si guadagnò il disco di platino su entrambe le sponde dell'Atlantico.

    Sempre nel 1983 Bowie partecipò, in veste d’attore protagonista, al film “Furyo” (conosciuto anche con il titolo originale “Merry Christmas Mr. Lawrence”) diretto da Nagisa Oshima. “Tonight” del 1984, altro lavoro dall'impronta dance fortemente commerciale, vide Bowie collaborare con Tina Turner e, ancora una volta, con il vecchio amico Iggy Pop.

    Nel 1985 il musicista s’esibì, nel corso del “Live Aid”, allo stadio di Wembley. Durante l'evento fu proiettato un video, realizzato appositamente, nel quale Bowie duetta con il leader dei Rolling Stones, Mick Jagger, nel brano “Dancing in the Street” che, successivamente, giunge al primo posto delle classifiche.

    Lo stesso anno David collabora con Pat Metheny per l'incisione della canzone “This Is Not America” che, pubblicata su singolo, riscuote un buon successo sia in America sia in Gran Bretagna. Nel 1986 Bowie recita nel film “Absolute Beginners”. Altra partecipazione cinematografica dell'anno è quella nel film fantastico “Labyrinth”, dove Bowie interpreta il malvagio re dei “Goblin Jareth”. Nell'aprile 1992 appare al “Freddie Mercury Tribute Concert”, concerto in memoria del defunto leader dei “Queen” morto l'anno precedente.

    Oltre a eseguire "Heroes" e “All the Young Dudes”, egli viene raggiunto sul palco da Annie Lennox per l'esecuzione di “Under Pressure”. Nel dicembre del 1996 Bowie diventa il primo musicista rock a "quotarsi in Borsa" grazie all’emissione di “Bowie Bonds”.

    Per la prima volta nella storia della finanza internazionale, un personaggio di primo piano dello spettacolo offre agli investitori delle obbligazioni garantite sui suoi guadagni futuri, derivanti principalmente dalle royalties del suo catalogo discografico. Questa mossa finanziaria fece di Bowie uno dei musicisti più ricchi al mondo e il suo esempio venne presto seguito anche da Elton John.

    L'8 febbraio 2006 gli fu assegnato il premio Grammy Award alla carriera. A sorpresa, dopo dieci anni dall’ultimo lavoro discografico “Reality”, David Bowie annuncia l’uscita del suo nuovo album, il ventiquattresimo, intitolato “The Next Day” e pubblicato il 12 marzo 2013.

    Chiudo con una curiosità. L'ex moglie Angie, attualmente impegnata nella casa del "Celebrity Big Brother" la versione Vip del "Grande Fratello" britannico, quando ha appreso la notizia della morte dell’ex marito, è scoppiata in lacrime, ma non ha lasciato il suo posto nel talk show.

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