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Parata sì, parata no.. ciò che conta è uscire dalla crisi

di: Mariella Pompei - del 2012-06-04

Immagine articolo: Parata sì, parata no.. ciò che conta è uscire dalla crisi

(ph. romacapitalenews.it)

Il 2 giugno 2012 si è svolta la grande “Sobria” parata militare per ricordare la nascita della Repubblica Italiana. Il 1946 è l’anno in cui nasce la Repubblica Italiana, la Costituzione Italiana fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre del 1947 ed entrata in vigore l’1 gennaio del 1948.  La nostra Costituzione nacque proprio per sostituirsi allo Statuto Albertino che tanto era legato alla Monarchia che aveva governato.

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  • Ebbene, proprio nella nostra Costituzione ricorre l’articolo che riconosce il popolo come sovrano: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, art 1 della Costituzione Italiana. Belle parole, ma è proprio vero che in questo ventennio il popolo è stato sovrano e che la repubblica democratica è fondata sul lavoro?

    Ogni qualvolta lo Stato lamenta il suo stato d’indebitamento i nostri governanti si rivolgono ai cittadini dicendo che dobbiamo essere pronti a sacrificarci, pertanto ecco che arrivano tasse, aumenti di tutti i beni di necessità e i cittadini non possono esimersi da questi sacrifici. Tanti italiani si sono chiesti perché lo Stato non ha pensato di sacrificare questa “Sobria” parata per il 2 giugno, destinando quanto è stato speso, ossia 3 milioni di Euro, ai cittadini dell’Emilia che versano in uno stato di bisogno? Il contributo che i poveri cittadini possono devolvere attraverso le varie forme di solidarietà sociale sono sempre irrisori, rispetto a un intervento più consistente da parte dello Stato. Vorrei ricordare che nel 1976 l’allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani sospese la parata militare per il terremoto, che aveva colpito il Friuli.  In quell’occasione, uno dei padri fondatori della Costituzione italiana, Lelio Basso scrisse una lettera, all’allora ministro Forlani, per esprimere il suo sentimento di gratitudine per aver sospeso la parata. Inoltre, in quella lettera L. Basso aggiunse "mi auguro che la sospensione diventi una soppressione". Le sue parole di gratitudine erano tali da evidenziare come una parata militare fosse in netta contrapposizione con i sentimenti di democrazia.

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  • Secondo L. Basso, la parata militare del 2 giugno riporta a un lontano passato, dove il re era il comandante supremo delle forze armate. Le forze armate nel periodo monarchico svolgevano due compiti: uno di conquista per i territori esterni all’Italia e uno di repressione all’interno dello Stato, pertanto ambedue i compiti sembravano incompatibili con la nuova costituzione repubblicana. A prescindere dall’interpretazione della parata militare, e a prescindere da qualsiasi posizione politica che sia di destra, di centro o di sinistra, si può accettare uno sperpero di denaro “degli italiani” specialmente in questo periodo di grande crisi economica da Nord a Sud della nostra amata e povera Italia?

    Quanto è stato detto sinora, non deve portare il lettore a pensare che si tratti di un discorso antipolitico o demagogico, come invece sostengono le nostre autorità governanti, è un discorso che si basa sulla realtà dei fatti. C’è un video che gira su internet che risale al 21 settembre del 2010; alla Camera dei deputati si è votato per abrogare dei vitalizi di 3.000 Euro al mese a parlamentari che lo sono stati per un breve periodo, tre addirittura solo per tre giorni. Ebbene, la votazione si è espressa in questo modo: 22 voti favorevoli e ben “488 contrari”.

    Cari fratelli italiani sembra che non ci siano altre parole da aggiungere, se non quelle che è necessario che tutti i cittadini conoscano bene i propri doveri, ma anche i propri Diritti.  Fondamentalmente non è discutere se fare o non fare la parata militare, non sono i sentimenti di rancori e di odio, o di scarico di responsabilità da una parte all’altra che possono risolvere la questione gravosa di questa crisi, bensì sentimenti di unione, volontà a voler cambiare in meglio e amore per la nostra Patria.

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