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Ricordando il primo giorno di scuola negli anni '70. Quando i libri si portavano con l'elastico

di: Pietro Errante - del 2016-09-16

Immagine articolo: Ricordando il primo giorno di scuola negli anni '70. Quando i libri si portavano con l'elastico

(ph. www.laricerca.loescher.it/)

“Il progresso tecnologico” (?) ormai inarrestabile ha modificato non poco le condizioni di accesso alle scuole per l’avvio dell’anno scolastico.

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  • Facciamo alcune premesse:  

    a) Fino all’anno scolastico 1976/77 il primo giorno di scuola era il 1° ottobre. Quindi l’ultima volta che la campanella suonò l’inizio dell’anno scolastico 1976/77 fu esattamente il 1° ottobre 1976.

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  • b) La legge del 04/08/1977 n° 517, ha abolito gli esami di riparazione e ha modificato qualche norma  dell’ordinamento scolastico. Si è stabilito che la campanella che annuncia l’inizio dell’anno  scolastico suoni tra il 10 e il 20 settembre e che la fine dell’anno scolastico si concluda tra il 10 e il  30 giugno;

    c) In ciascuna Regione l’oscillazione della data di inizio delle lezioni dipende soprattutto da fattori  ambientali e meteorologici. In Sicilia, dato ancora il caldo insopportabile di questi giorni, non sarebbe male ripristinare la vecchia data del 1° ottobre, magari riducendo la durata delle vacanze  natalizie.

    Ma aldilà di queste aride cifre quanta differenza tra gli anni pre tecnologici e quelli dell’esasperata tecnologia! Intanto fino all’avvento dei decreti delegati (siamo sempre nella metà degli anni 70) non esisteva segreteria.

    Nelle scuole c’era di solito un docente delegato ai servizi di segreteria, cioè compilava le iscrizioni secondo le disposizioni del direttore didattico o preside.

    I bambini alle elementari e materne (ora scuola primaria e dell’infanzia) erano obbligati ad iscriversi nella scuola competente per territorio di residenza. Bambini dai 3 ai 6 anni si ritrovavano spesso per la prima volta  con compagni mai conosciuti e di ogni estrazione sociale. Lo stesso avveniva anche se con qualche differenziazione nelle scuole medie e superiori.

    Oggi le tecnologie mediatiche consentono la formazione di gruppi di amichetti, coetanei alunni e studenti che si propongono a veri e propri pacchetti per le iscrizioni e relative formazioni delle classi. Si leggono su internet i curricula dei docenti, si cercano quelli bravi, si evitano quelli meno bravi, non c’è  più obbligo di iscrizione nella scuola del comprensorio territoriale.  

    Presidi e Direttori didattici, ora Dirigenti, hanno il loro bel da fare per cercare la quadratura del  cerchio: creare classi non omologate, estrarre a sorte i nominativi degli alunni, finendo spesso con lo scontentare tutti, compresi i docenti alla ricerca delle classi migliori!

    Ricordo anni, vissuti  personalmente in segreteria, con genitori e nonni che aspettavano l’apertura delle iscrizioni in auto fin  dalle tre della notte, per essere i primi ed avere diritto di scelta.

    Quante abitudini cambiate in tanti anni: bastava un elastico per racchiudere libri e quaderni da  portare a scuola da raggiungere a piedi percorrendo anche qualche chilometro, tutti i giorni andata e  ritorno. Poi sono nati gli zaini più o meno griffati, le auto che accompagnano i più piccoli, gli scooter di  cui si servono i grandicelli.  

    Non c’erano telefonini ora supertecnologici smartphone che chiudono in un pugno tutto il mondo e lo scibile umano.

    Le classi erano tapezzate di carte geografiche: Europa, Americhe, Africa,  Asia e Oceania. Il maestro indicava con una lunga bacchetta New York, Parigi, Shangai. Poi è subentrato  il raggio verde, le vecchie lavagne polverose di gesso hanno lasciato il passo alle lavagne magnetiche, il  computer è diventato lo strumento di studio indispensabile.  

    Il ricordo nostalgico però va al grembiulino azzurro per i maschietti e a quello rosa per le  bambine che entravano a scuola con qualche pianto in più ma con la curiosità di conoscere un nuovo  compagno o una nuova compagna con cui magari condividere tutto il resto dei propri studi.

     Aldilà di queste piccole e povere note, resta il teorema fondamentale della scuola. Ad  metalmeccanico che incontrò il maestro del proprio figlio, stanco e distrutto dalle otto ore di duro  lavoro negli alti forni, scappò di dire: "Noi costruiamo macchine, frigoriferi, lavatrici, voi insegnanti che  fate oltre a starvene dietro la cattedra seduti comodamente per non più di quattro ore al giorno”.

    Rispose quel maestro “Noi costruiamo uomini”. Oggi la professione del docente è diventata difficilissima: deve affrontare tutta una serie di problematiche che spesso esulano dall’insegnamento e  che richiedono molte più ore di lavoro di quelle previste dal contratto.

    Le attività didattiche comprendono tutta una serie di iniziative (corsi di recupero, rinforzo, esami, scrutini, programmazioni, valutazioni, correzione compiti ecc.) che fanno durare l’anno scolastico dal 1 settembre al 20 luglio. I docenti di oggi lavorano ben oltre le loro canoniche ore contrattuali.

    La scuola resta una istituzione di fondamentale importanza per la formazione delle generazioni  future, quelle che governeranno i naturali cambiamenti.

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