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Divise scolastiche anche in Italia: scelta giusta o imposizione ingiusta?

di: Pietro Errante - del 2017-09-18

Immagine articolo: Divise scolastiche anche in Italia: scelta giusta o imposizione ingiusta?

Appropriato, non del tutto. La libertà personale dovrebbe essere, in casi simili, pressoché assoluta. Lo stile e una moderata eleganza, anche. La forma è sostanza. E non solo in letteratura. 

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  • Da una parte c'è chi pensa che il problema non sia come vestano i ragazzi, ma il livello di istruzione e dei servizi offerti dalla scuola italiana. Dall'altra chi è convinto che l'educazione al comportamento nelle diverse circostanze - un conto è la spiaggia, un altro l'aula - non sia secondaria per una buona istruzione di base.

    "Nella mia lunga vita ho provato a fare l’insegnante, ma mi sono subito arreso per la tracotante maleducazione di alcuni alunni. Non sopportavo la mancanza di rispetto, la svogliatezza, il menefreghismo e l’assoluto disgusto dimostrato dalla stragrande maggioranza nei confronti dell’Istituzione Scuola. 

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  • Capii che quella non era la mia strada, con i ragazzi non ci sapevo fare ma nonostante tutto ebbi la fortuna di restare nel mondo della scuola vincendo un concorso come segretario, pio coordinatore amministrativo ed infine Direttore dei Servizi Generali ed amministrativa (più semplicemente DSGA). Così dal ruolo dei docenti, sono passato a quello dei non docenti, sia pure in posizione apicale.

    Ebbi così la sorte di occuparmi di amministrazione e carte di ogni genere, ma anche la fortuna di guardare con occhio diverso l’evolversi del progresso scolastico.  

    Fare il DSGA vi assicuro è stato così complicato e difficile da farmi determinare di andare in pensione ben 5 anni prima del tempo massimo, sono letteralmente fuggito via cumulando in tutto tra riscatti, ricongiunzioni e computi di maggiorazione  quasi 38 anni di contribuzioni. Ma debbo anche confessarvi che nella mia lunga carriera ho visto insegnanti di tutti i gradi scolastici arrivare perfino a piangere per la maleducazione di alcuni alunni a dir poco scandalosi.  

    La vecchia riforma Gentile (il nostro filosofo Giovanni Gentile, ministro fascista della P.I.) restò in vigore per molti anni, era severa sia nel rispetto di comportamenti e abbigliamenti scolastici, sia nel curriculum studi che imponeva agli studenti. Il vecchio esame di stato, fino a mezzo secolo fa, prevedeva la presentazione di tutte le materie di tutti gli anni ed era di difficilissimo superamento. Lo studio era una cosa seria, non si poteva scherzare con scioperi, assemblee di classe o d’istituto, scioperi  di massa o roba del genere.

    Si rischiavano note, punizioni, bocciature e perfino radiazioni nei casi più gravi. Rimossa la riforma Gentile, ritenuta ormai retaggio fascista d’un passato da dimenticare, tutte le successive riforme della scuola(ogni Ministro ne ha fatta una) ne hanno progressivamente depauperato il valore pedagogico,sociale e culturale.

    Fra poco scompariranno del tutto gli esami di Stato, che così come sono strutturati adesso, sono inutili, fra poco si andrà a scuola solo in funzione di progetti cosiddetti integrativi  scuola-lavoro, mentre per tanti anni non ho visto altro che docenti ad ogni livello, riempire moduli, fare programmazioni, scrivere verifiche, compilare giudizi.

    Più che insegnanti sono diventati dei veri e propri amministrativi, ora anche informatici con l’uso del registro elettronico. Tutte le scuole adottano dei regolamenti interni che si ispirano a precise norma di legge: comportamento serio quanto meno sobrio, abbigliamento decoroso, impegno scolastico costante e mirato.

    Nonostante le varie riforme, l’ultima delle quali la buona scuola, stiano progressivamente distruggendo la scuola pubblica,non è superfluo ricordare ai nostri giovani che la Scuola è una cosa seria, è il loro lavoro, è il biglietto d’ingresso indispensabile per la loro vita, bisogna rispettarne il decoro, la classe docente, il dirigente che ha addosso enormi responsabilità gestionali sia di carattere educativo, sia soprattutto di carattere amministrativo, civile e penale.

    A Scuola si va vestiti con ordine e pulizia, non si fuma, non si gioca, non si scherza, con l’unica vera consapevolezza che è lì che si costruisce il proprio futuro".

    Certo, coloro che pensano che l’uniforme possa essere un modo per limitare la libertà degli studenti e tornare anni ed anni indietro nel tempo ci sono, eppure per questa volta l’idea dell’uguaglianza sembra prevalere.

    E a voi piacerebbe indossare un’uniforme a scuola o preferite essere liberi d’indossare cosa più vi piace? Ditecelo nei commenti qui sotto!

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