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A Selinunte c'erano 50 Mila abitanti e dieci Templi. Per i greci era una delle città più importanti

del 2018-01-16

Immagine articolo: A Selinunte c'erano 50 Mila abitanti e dieci Templi. Per i greci era una delle città più importanti

Una città dentro il mare, con due lagune come porti naturali in cui zampillavano sorgenti d’acqua dolce, tre promontori alle spalle e la valle del Belice “autostrada” che conduceva fin quasi alle porte di Palermo: era questa Selinunte.

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  • La più grande città del commercio del V secolo avanti Cristo che, per la prima volta, viene alla luce grazie alle indagini geomorfologiche curate dall’università di Camerino e dall’ente regionale che gestisce il parco archeologico più grande d’Europa.

    Un esperimento ancora in corso che sfrutta termo-camere e ricostruzioni in 3D per ricomporre, tassello dopo tassello, la Selinunte di 2.700 anni fa e di cui verranno illustrati i primi risultati domani e mercoledì alla presenza di studiosi, esperti e giornalisti provenienti da tutto il mondo per due giorni nel segno del passato e di una nuova promozione turistica dell’area archeologica. 

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  • “Una città bellissima – spiega il docente Gilberto Pambianchi, presidente nazionale dei Geomorfologi – lussureggiante, immersa in un paesaggio verde, ricco di boschi e di acqua, di certo molto diversa da quello di oggi e con un clima molto più fresco. Ne stiamo ricostruendo l’habitat e dunque le abitudini della popolazione dell’epoca fatta di contadini, cacciatori ed esperti di pesca”. 

    Con quasi 50mila abitanti e 10 templi, Selinunte era una delle città più importanti della Sicilia di età greca. “Ricca e accogliente – aggiunge il geo-archeologo Fabio Pallotta – si apriva sul mare dove venne fondata dai megaresi non per trovare difesa, sfruttando i promontori, ma per affacciarsi sul Mediterraneo e poter commerciare con i Cartaginesi, gli Etruschi e gli altri popoli. Le indagini hanno scoperto anche un acquedotto costruito dai Greci che, attraverso un sistema di vasche e canali, portava acqua alle case e ai campi, e del quale restano ancora tracce delle antiche tubature.

    Isabella Di Bartolo per Repubblica.it

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