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"I depositi di scorie nucleari in Sicilia: rischio zero e opportunità di crescita". Parla l'Ing. nucleare santaninfese Giuseppe Spina

di: Doriana Margiotta - del 2021-03-26

Immagine articolo: "I depositi di scorie nucleari in Sicilia: rischio zero e opportunità di crescita". Parla l'Ing. nucleare santaninfese Giuseppe Spina

La nostra Redazione è voluta tornare su un argomento molto delicato e importante per il futuro della Sicilia ovvero lo smaltimento delle scorie nucleari.

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  • È di qualche mese fa la notizia che la Sogin S.p.a., società di Stato, è stata incaricata di localizzare e realizzare un Deposito Nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi. In Sicilia, sono state individuate quattro aree idonee per la costruzione di questo deposito.

    La notizia ha scatenato non poche polemiche e ha preoccupato i sindaci delle zone interessate. La paura più grande è legata non solo alla tutela dell’ambiente naturale, ma anche alla salute dei siciliani. Il coro dei “no” non ha tardato a farsi sentire e lo scetticismo è dilagato sui social.

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  • Per capire meglio cosa vorrebbe dire per il nostro territorio la realizzazione di un deposito nucleare, ne abbiamo voluto parlare con un esperto nel settore: l’Ingegnere Giuseppe Spina, nato a Salemi e residente a Santa Ninfa, che sta lavorando a Cadarache nel sud della Francia, nel più grande centro di ricerca nucleare europeo.

    Lei è un ingegnere nucleare, a quale progetto sta lavorando in questo momento?

    “Al momento sto portando avanti il mio progetto di dottorato all’interno dell’istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN) in collaborazione con la società elettrica EDF (élctricité de France) e l’istituto di meccanica dei fluidi di Tolosa (IMFT), a Cadarache nel sud della Francia. Il progetto di ricerca ha l’obbiettivo di approfondire argomenti molto specifici nel campo della sicurezza nucleare. In particolare, mira a studiare i fenomeni vibratori che si sviluppano nei fasci tubieri degli scambiatori di calore in una centrale nucleare tipica del parco nucleare francese”.

    Qual è il futuro dell’energia nucleare? Come sarà utilizzata?

    “Dopo Fukushima 2011, l’industria nucleare ha fortemente spinto nell’aumentare la sicurezza dei reattori. Dato che la causa principale dell’incidente è stato il mancato rifornimento di energia elettrica alla centrale, si è virato sui reattori che offrono sistemi di emergenza “passivi”, ovvero che non dipendono dall’apporto di energia elettrica alla centrale (sistemi che permettono di raffreddare il nocciolo in caso di incidente sfruttando principi fisici come la gravità). I

    l futuro più prossimo è sicuramente orientato sui reattori piccoli e modulari: gli SMR (Small Modular Reactor), anch’essi equipaggiati con sistemi di emergenza passivi.

    Un programma più a lungo termine è invece la fusione nucleare, che vede nel reattore sperimentale ITER, in costruzione proprio a Cadarache, il progetto principale su scala mondiale. La tecnologia nucleare in generale trova sempre più spazio su tutti i settori, che possono variare dalle applicazioni mediche, ai programmi spaziali alla più conosciuta produzione di energia elettrica. Insomma, è una tecnologia di cui il mondo non può fare a meno, soprattutto perché lo sviluppo di questa tecnologia porta come effetto collaterale innovazione tecnologica su larga scala”.

    Qualche mese fa, è balzato agli onori della cronaca un avvenimento che ha toccato da vicino il futuro della Sicilia: le scorie nucleari. Si erano individuate delle aree dove poter smaltire le suddette scorie, ma questa notizia non è stata accolta in modo positivo per vari motivi, soprattutto di natura ambientale.

    Lei cosa ne pensa? Quali sono i rischi per il nostro territorio?

    “Intanto c’è da dire che la scelta dei siti fatta dalla SOGIN è stata frutto di studio del territorio fatto da esperti nel settore nucleare e geologico. Quindi, detto ciò, questi siti sono zone a bassissimo rischio geologico, lontani da patrimoni artistico-culturali, e soprattutto adatti allo stoccaggio delle scorie.

    Capisco che nessuno vuole qualcosa che non conosce vicino casa sua, soprattutto se quest’ultima viene chiamata “rifiuto”. Ma prima di dire di no possiamo informarci su cosa sono veramente queste scorie, per questo invito i lettori a consultare il sito web www.depositonazionale.it, dove viene spiegato tutto punto per punto.

    Queste scorie esistono in Italia e le dobbiamo mettere in sicurezza in uno di questi siti che piaccia o no. La sicurezza con cui vengono conservati i rifiuti nucleari è tipica dell’industria nucleare: un confezionamento multistrato a più livelli di barriere permette di incapsulare in sicurezza le scorie, e tantissimi test permettono di resistere alle peggiori condizioni immaginabili.

    Se pensiamo che la costruzione di questo deposito comporta la nascita di un parco tecnologico, capiamo bene che la Sicilia ha una grande possibilità per riscattare il proprio territorio. Riassumendo: zero rischi per il territorio, possibilità di attirare grandi scienziati nel territorio siciliano, creazione di posti di lavoro e ingente flusso economico per il territorio. penso che sia una grande opportunità”.

    Ci possono essere delle soluzioni alternative e meno invasive, per lo smaltimento di questi” rifiuti speciali”?

    “Il processo di smaltimento delle scorie nucleari è un cerchio ancora aperto. Nonostante con la tecnologia attuale si può riciclare fino al 95% del combustibile nucleare di un reattore, resta comunque un 5% più i rifiuti provenienti dal settore medico, smantellamento delle vecchie centrali ecc. Al momento non esiste alternativa migliore dello stoccaggio, ma in futuro, grazie anche ai reattori di IV generazione e alla fusione nucleare, queste scorie potranno essere “bruciate” dentro i reattori per ridurre drasticamente il tempo di smaltimento.

    Questa tecnologia permetterà di trarre tutti i vantaggi del nucleare, ed in più chiudere il ciclo del combustibile. Uno di questi reattori è in fase di progetto in Belgio: MYRRHA. Un progetto al quale io stesso ho avuto l’onore di lavorare durante la realizzazione della mia tesi di laurea”.

    Il nucleare potrebbe essere una valida opportunità per la Sicilia?

    “Il nucleare è un’opportunità per la Sicilia in tutte le sue applicazioni, come lo sarebbe qualsiasi altra tecnologia. Però la scelta di sfruttare le opportunità offerte da questo settore spetta ai politici, come dimostrano i due referendum fatti subito dopo i due più grandi incidenti nucleari.

    Si può continuare ad usare questa tecnologia per accaparrarsi il consenso politico, o si può ascoltare il parere di scienziati competenti nel settore e cogliere opportunità come ospitare il deposito nazionale per i rifiuti nucleari”.

    Cosa le manca della sua terra?

    “Tutto: il territorio, la mia famiglia e la gente che vive in Sicilia. Il territorio siciliano è unico al mondo, e la gente che ci vive ne esalta le qualità. Chiunque è stato in Sicilia ha portato con sé un bel ricordo, per questo siamo famosi nel mondo”.

    Vede un futuro per lei in Sicilia, o ancora la nostra isola non offre le giuste opportunità lavorative per uno scienziato come lei?

    “Penso che le opportunità in Sicilia per chi ha scelto un percorso come il mio siano veramente poche al momento. Ma sono sicuro che se noi siciliani ci impegniamo possiamo portare la nostra Sicilia ad un altissimo livello. So che si parla sempre di “fuga di cervelli”, ma abbiamo tutto in Sicilia, se sapremo osare e fare le scelte giuste possiamo invertire la tendenza”.

    L’ingegnere Giuseppe Spina ha chiarito molti dubbi su questa delicata tematica, che preoccupa tutti noi. Il nucleare è un argomento molto discusso, ma ci auguriamo che questa intervista possa chiarire alcuni dubbi in proposito.

    Ringraziamo l’ingegnere Spina per avere scelto la nostra redazione come mezzo per far conoscere al grande pubblico il “mondo del nucleare” e di avere voluto rendere noti alcuni aspetti importanti che stanno a cuore ai siciliani, legati, soprattutto, alla salvaguardia dell’ambiente e della salute.

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