Nel ricordo della Federterra castelvetranese tra battaglie per gli agricoltori, attentati e ostacoli
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-09-23
La tutela del patrimonio territoriale, culturale, storico ed agricolo è sempre stata oggetto di grandi manovre socio-politiche, manifestando spesso, un'incontrollata organizzazione errata. Purtroppo, la condizione attuale è figlia anche di un passaggio di natura storica non eccelsa e, nel tempo, ha condotto ad una totale paralisi esistenziale dei settori primari.
Sin dai primi anni dello scorso secolo, l'agricoltura di cui l'Italia è tra i primissimi Paesi al mondo per coltivazioni ed esportazioni, ha dovuto far fronte a delle necessità di natura gestionale, lavorativa e contrattuale.
La nascita di una Federazione poteva assumere i giusti connotati per il miglioramento della qualità lavorativa. Fondata a Bologna nel 1901 come Federazione Nazionale delle Associazioni dei Lavoratori della terra ( Federterra), ebbe la prevalente e massiccia presenza al nord, tranne alcune rappresentanze del sud come quella castelvetranese. Il primo convegno tenutosi nella città emiliana, vide la presenza oltre ai rappresentati di Castelvetrano, anche quelli di Marsala e Corleone.
Nel primo ventennio del Novecento, la Federterra castelvetranese portò avanti un programma di riqualificazione della figura agricola, per far fronte ad una condizione di ostilità da parte dei grandi proprietari terrieri. D'ispirazione socialista (a carattere politico nazionale), l'impegno maggiore profuso raggiunse nel tempo dei risultati eccelsi. Dalla giornata lavorativa pari ad otto ore, sino all'adeguamento della tariffa salariale e la stesura dei contratti di lavoro.
Il cammino, seppur di grande lungimiranza ed attenzione, vide incappare la Federazione castelvetranese in alcuni passaggi storici importanti, negativi ed inadeguati per l'importanza rivestita nella sua opera sociale.
Il 23 gennaio del 1923 venne ferito in un agguato l'assessore socialista nonché grande fervore delle lotte agrarie, Tommaso Mangiapanello. Il giorno successivo morì per la gravità delle ferite riportate. La sua costante lotta quotidiana a favore dei principi lavorativi, venne ostacolata dalla mafia e dai latifondisti. Perì per portare avanti un programma voluto e cercato ampiamente. Durante il periodo fascista, la Federterra fu cancellata da Benito Mussolini e riprese i battenti una volta conclusa la seconda guerra mondiale.
La rinascita, in condizioni abbastanza anomale e con gravi difficoltà, subì dei cambiamenti ampi e la vecchia Federazione fu sostituita in una Confederazione, per permettere a tutte le categorie di lavoratori agricoli di avere una propria struttura.
Un altro episodio di notevole importanza che diede speranze agli agricoltori castelvetranesi, fu la rivolta del 1947, ove molti lavoratori occuparono alcune terre per protesta e decisero di farsi sentire con determinazione e coesione.
Da rimarcare, l'atteggiamento superficiale dimostrato dalla Confederazione nel gennaio del 1949, quando la nostra città fu investita da piogge abbondanti e gli agricoltori rinviarono i lavori nei campi per diverse settimane. L'opzione migliore fu dettata dall'assunzione di manodopera che, riuscisse a coprire i buchi lasciati in sospeso e, desse la possibilità di rientrare nei tempi limiti con le colture.
La scelta ponderata da parte della Prefettura non fu accettata proprio dalla Confederazione castelvetranese. I grandi proprietari non desideravano assumere nuovi lavoratori e la Confederterra inscenò una protesta ingiusta, come se, non ci fossero gli estremi per nuove assunzioni. Intanto, nello stesso frangente, l'agricoltura si mise in funzione con molta lentezza. Il tacito accordo tra latifondisti e rappresentanti sindacali non piacque a nessuno.
La Confederterra perse la sua credibilità nel 1949 durante il sequestro del possidente Palminteri (clicca qui per leggere), già menzionato precedentemente in un pezzo pubblicato dalla redazione. Tra i sequestratori, il segretario della Confederterra del nostro paese, protagonista increscioso di uno dei rapimenti più violenti accaduti nella nostra città. Perirono due sequestratori, lasciando sgomento all'interno del sindacato e chiudendosi in un silenzio senza precedenti.
Nel corso del tempo, gli enti si sciolsero e nella seconda metà degli anni Settanta, accorpati all'attuale Cgil.
Cstelvetrano rappresenta la bellezza disperatamente cercata, voluta, conquistata e poi, nella sua seduzione manifestata, totalmente abbandonata. La sua storia è una crescente visione di forti emozioni, anche deludenti e di grande asfissia emotiva. Una città sconquassata nel suo animo, alla ricerca di una identità perduta e le istituzioni peccano di presenza, essenza e formalità.
La redazione di Castelvetranonews è presente quotidianamente, cercando di evidenziare le criticità e non si tira indietro nemmeno di fronte agli ostacoli quasi insormontabili. Ogni cittadino deve fare il suo corso e percorso, mettendo da parte frizioni e vivendo in perfetta simbiosi con l'ambiente, il territorio e l'aspetto sociale.