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Nel ricordo di Giuseppe Cottone, un luminario innamorato di Castelvetrano e di Giovanni Gentile. Donó al Circolo della Gioventù oltre mille volumi

di: Salvatore Di Chiara - del 2021-10-16

Immagine articolo: Nel ricordo di Giuseppe Cottone, un luminario innamorato di Castelvetrano e di Giovanni Gentile. Donó al Circolo della Gioventù oltre mille volumi

Siamo isolati in un mondo di contrapposizioni, lasciandoci cadere in un vortice dalle difficoltà incessanti. Spesso, non riusciamo ad aggrapparci al nostro senso di appartenenza e l'insegnamento proviene da coloro che hanno vissuto la nostra città con interesse, disinvoltura, amore e rispetto per la storia ed i personaggi illustri del nostro paese.

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  • Un esempio lampante, vero e in perfetta simbiosi seppur non fosse castelvetranese, è stato rappresentato dal letterato Giuseppe Cottone. La sua mera e profonda conoscenza culturale unita ad un processo dagli alti contenuti morali ed umani, gli hanno permesso di perseguire notevoli obiettivi ed infondere un pensiero di rara bellezza.

    Il poeta ha legato il suo nome alla figura di Giovanni Gentile, riuscendo a descriverne minuziosamente alcuni passi, incantevoli e di gran caratura filosofica. Con passione sfrenata ha manifestato quelle percezioni mai constatate precedentemente nella lettura filosofica gentiliana, soverchiando quelle critiche aspre nei suoi confronti.

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  • L'attenta analisi è registrata e prodotta nei suoi capolavori in cui menziona alla perfezione il pensiero, dimostrando l'ampio successo della tesi socio-filosofica del nostro concittadino. Nel 1988 scrisse “L'uomo e l'umanità di G.Gentile” e nel 1995, “ Lo spirito e la parola” rimarcando parecchi aspetti su cui espletare un concetto di ampie vedute.

    Secondo lo scrittore alcamese, il Gentile mostrava una qualità creativa della parola, con la quale riusciva ad inventarsi come nell'unico atto dello spirito capace di autogenerarsi concretamente nell'opera letteraria.

    Cottone proclama il Gentile come vero e grande scrittore, semplicemente autentico. La sua parola incarna e non astrae il pensiero alla mera funzione speculativa di un concetto e ci rivela la totalità del suo spirito che dal sentimento dell'uomo deriva l'originalità e l'universalità della vocazione del Gentile.

    Un passaggio di notevole purezza è scandita dall'idea nata viva e intera nella nostra Castelvetrano e da essa irradiò subito la Sua luce, lanciandosi alla conquista del mondo per confrontarsi con la realtà. Il sentimento è presente continuamente e nutre l'uomo dei suoi affetti nativi sul fondamento di un'innocenza che sollecita da sempre il filosofo all'epifania della parola poetica.

    Una sensibilità che ama l'ascolto del mistero della creazione universale. Si riconosce credente in Dio, amante del prossimo venerando i genitori ed i maestri, confidando incondizionatamente nell'amico senza sentirsene gravare le ciglia di viltà di cuore alla condizione della loro terrestrità esistenziale.

    Gentile  rappresenta la sapienza ispirata alla poetica in quelle opere descritte come un parto noetico, di getto, cioè espresso con passione smisurata ogniqualvolta tratta un argomento specifico e sorprende la sua mente alla originalità della nascita e crescita di un organismo consegnato all'autonomia dell'arte, come forma dell'io puro soggetto, immagine e giudizio insieme.

    Una sensazione di libertà d'azione voluta e dettata da un personaggio che rivela la volontà d'interpretare e stendere la sua egemonia culturale. Non si pone l'obiettivo di gratificare l'ambizione dell'uomo, ma per sostenere con tutti i mezzi la fedeltà inconcussa al pensiero che si attua nel processo della storia.

    Il sentimento è la prerogativa esistenziale e dopo quello familiare, il Gentile esprime compiacenza nell'amicizia come aspetto di gran fiducia personale e collettiva. Proprio il sentimento prodotto e profuso dal filosofo castelvetranese e ripreso dal Cottone, è stato il tema principale di quest'ultimo verso la nostra Castelvetrano.

    Le sue partecipazioni a molti convegni, come quello organizzato nel settembre del 1970 con la presenza di Leonardo Sciascia (menzionato in un articolo pubblicato dalla Redazione), hanno avvicinato il critico alla nostra città. Scrisse per il "Nuovo Risveglio ". Nel 1983 ricevette la cittadinanza onoraria di Castelvetrano e promosse successivamente, negli anni Novanta, alla formazione di un “Centro Internazionale di cultura filosofica G. Gentile”, operando con attività di stampo internazionale.

    In un convegno del '94 tenutosi in paese, espresse  con estrema commozione una testimonianza dagli alti contenuti socio- emotivi, sul tema dell'Idealismo della filosofia ed esperienza storica per la  ricorrenza del cinquantesimo anniversario della morte del Gentile.

    Il suo tracciato fu accolto, seguito e preso in dote dall'allora sindaco Bongiorno ed assessore ai Beni Culturali Bonanno, con una serie d'iniziative, invitando esponenti di caratura internazionale nel campo letterario, filosofico ed artistico.

    Prima della morte, il Cottone decise di donare la sua personale biblioteca (oltre mille volumi) al “Circolo della Gioventù”, rimarcando ancora una volta la vicinanza ed il legame forte con la nostra città.

    La sua figura ha scandito un'osservazione importante ed affiora sistematicamente come errore attuale nella nostra collettività. Perché questa città è stata ed è amata soprattutto da coloro che vivono lontani dal nostro territorio? Non riusciamo ad inseguire un progetto comune e vivere con estrema delicatezza le fasi storiche, alimentando solamente sterili ed inutili polemiche.

    È giunta l'ora di riappropriarci della nostra territorialità con intelligenza e prendendo spunto dal Cottone e dalla sua immensa capacità  di viverla con estrema semplicità.

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