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Lettera aperta alla Redazione, Italia: Paese reale e Paese ufficiale

del 2022-01-14

Immagine articolo: Lettera aperta alla Redazione, Italia: Paese reale e Paese ufficiale

Pubblichiamo una lettera giunta in Redazione da parte di Francesca Mandina, una sua riflessione sulla differenza fatta in tv tra Paese ufficiale e Paese reale a pochi giorni dall'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

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  • Si diceva stamattina in tivù: "Ci sono due Paesi,  un Paese ufficiale dell'economia, della finanza, delle Istituzioni e della politica, poi c'è il Paese reale che è attraversato da così grandi ingiustizie, povertà e disagi che neanche la ripresa economica riesce a lambirle".

    La penso così, ma penso pure che c'è un paese ufficiale, quello dei politicanti ben ammucchiati e alleati (si fa per dire) per portare avanti il Paese, ma c'è anche un paese reale che proprio non va avanti, anzi è sovrastato da una povertà incredibile. 

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  • C'è un paese che sente la crisi della politica, soffre la mancanza dei servizi, ma sente soprattutto la forte crisi economica, basta vedere quanti settori industriali  e quante imprese  ogni giorno vengono colpiti. Quanti i disoccupati e quante le persone che non riescono ad arrivare a finire il mese!!

    Forse i politici dimenticano che oggi si trovano sotto il grande ombrello di Draghi proprio perché  non hanno saputo farla la buona e sana politica. Dovrebbero solo prenderne atto e vergognarsi.

    Forse non capiscono che l'Italia è stata davvero commissariata per la loro incompetenza. Che almeno sappiano essere uniti adesso, in questo delicato momento dell' elezione del presidente della Repubblica, che siano adesso seri, davvero adeguati e che pensino soprattutto a salvare l'Italia e gli italiani!!

    La Costituzione definisce il Presidente della Repubblica “Capo dello Stato” e “rappresentante dell’unità nazionale” (art. 87).  Ciò significa che egli rappresenta e quindi impegna lo Stato, come soggetto unitario, nei rapporti internazionali.

    Significa pure che egli, nell’esercizio dei suoi poteri, deve svolgere una funzione di garanzia costituzionale, cioè di preservazione di quel patto fondamentale, la Costituzione, che unisce i cittadini fra loro ed è condizione di quella unità dell’intera nazione che egli rappresenta.

    E allora? Il 24 gennaio il Parlamento è convocato  per eleggere il capo dello Stato. Votazione problematica, certo, ma rimasta per decenni sui binari d’una sopportabile conflittualità politica.  Purtroppo oggi non è più così!!! Abbiamo un sistema malato, altro che responsabile, dove il più furbo, il più ipocrita, il più stratega potrebbe condizionare l’elezione della più alta carica dello Stato. No, così non va bene. 

    L’elezione del Presidente dovrebbe avvenire nella massima trasparenza, ma s’è trasformata in una vergogna,  in compravendite e inganni che mortificano i cittadini, allontanandoli dalla politica.

    La seria politica vorrebbe un presidente che abbia una visione del bene comune, a favore dei cittadini e delle società che essi esprimono, che abbia coscienza dei  problemi del lavoro, dell’economia, della politica, della solidarietà e della pace. Tutti problemi che oggi attanagliano pesantemente persone, famiglie e collettività, specialmente i giovani. 

    Ci vuole perciò un uomo o una donna che siano rappresentanti dell' unità del Paese. E non basta essere onesti, saggi o sapienti  per potere governare bene, ma bisogna sapere mettere in pratica queste virtù per rafforzare, come sosteneva Platone,  “l’uso del sapere a vantaggio dell’uomo". 

    Francesca Mandina

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