Quel viaggio dagli USA a Castelvetrano e il sorteggio per aiutare le vedove di guerra. Storia di Giovanni D'Angelo
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-11-13
Il maleficio della guerra toglie ogni possibile considerazione positiva, invitando ad un'attenta e proficua riflessione. Nella spassionata considerazione, si apre un'ampia delusione e nessuna parola può restituire indietro i corpi dei morti patiti durante il conflitto. Questo profondo dolore vissuto, toccò il culmine con un passaggio storico di rara e notevole importanza vissuto il 29 giugno del 1930 a Castelvetrano.
Quel giorno venne inaugurato il Monumento dei Caduti ed il podestà Riccardo Tondi intervenne con un lungo discorso introduttore, affermando alcuni concetti basilari e la vicinanza verso le famiglie colpite tragicamente dal primo conflitto mondiale. Successivamente, un pensiero di caratura emotiva colpì la cittadinanza (numerosissima quel giorno) presente in piazza Matteotti.
Il concittadino Giovanni D'Angelo affrontò un lungo viaggio proveniente dagli Usa, rappresentando la folta colonia castelvetranese radicata negli States ed invitato dal podestà, omaggiò il nostro popolo con un messaggio pieno di orgoglio e commozione.
Nelle parole espresse, il rimpianto per la perdita dei compaesani caduti in guerra e l'impossibilità di stringergli la mano per aver obbedito alla chiamata militare. Uno strazio, triste ed allo stesso tempo, colmo di speranza.
Per non far mancare il loro apporto umano, D'Angelo manifestò una vicinanza anche in termini solidali con un'offerta in denaro pari a L.2000 ,convertite in sette premi (L. 100 ciascuno) e sorteggiati la stessa mattina fra le vedove povere dei Caduti in guerra. La rimanenza fu donata tra i vari Istituti cittadini di Beneficenza.
Seguì il suo discorso alla ricerca di quella parola di conforto, aprendo il cuore verso i suoi compaesani distrutti nell'animo e con alcune famiglie rase al suolo dalla guerra.
“Partecipando in prima persona alla gioia commossa dei padri, madri e congiunti che vedono eternato il nome del loro caro nel marmo durevole, che d'ora in poi col suo segno visibile sarà insieme: incitamento, esaltazione e ricordo. È ricordo vivo e indelebile nel nostro spirito la figura eroica di coloro che diedero con entusiasmo per la grandezza e per la gloria della Patria il loro sangue e la loro giovinezza.
È esaltazione delle gesta gloriose di questi figli del popolo, che chiamarli a raccolta per una guerra di redenzione e di riscossa, risposero con passione e dimostrarono in mille atti di valore e di eroismo impareggiabili tutta la virtù di una stirpe che per millenni è stata alla testa delle nazioni.
È incitamento per le nuove generazioni che dal loro sacrificio, dal loro martirio, dal loro eroismo debbono inspirarsi per imprese più grandi e debbono rivolgere il pensiero a mete più alte con una conoscenza maggiore di quello che significa spirito di fratellanza fra popoli; giacché è bene ricordare dinanzi a questo monumento dei Caduti della grande guerra, il di cui spirito certamente in questo momento aleggia su noi”.
Proseguendo con folta determinazione affermò : “Noi Castelvetranesi abbiamo seguito con fede serena e sicura i nostri fratelli durante tutto lo svolgimento della guerra ed abbiamo gioito e sofferto con loro. Mai come allora siamo stati tanto uniti ai nostri conterranei, mai come allora abbiamo visto tanto vicino a noi il volto della Patria per la quale il nostro cuore ha avuto sempre i palpiti più possenti. Essa è la “ Grande Madre”adorata ed adorabile, indimenticata ed indimenticabile.
Concittadini! Vi porto il saluto commosso e fraterno degli emigrati di Castelvetrano che pur risiedendo all'estero, sentono forti, saldi e dolci i vincoli con il paese natale, cui si volge spesso il pensiero nostalgico. Ad essi porterò l'eco delle vostre accoglienze festose e cordiali e racconterò commosso lo svolgersi della manifestazione di oggi, sintesi e coronamento della gloria immortale dei Fratelli caduti sul campo dell'onore”.
L'importante presenza del D'Angelo fu un atto dovuto ed in quel periodo si rincorrevano inoltre le voci sempre più insistenti, che il nostro paese avesse raggiunto lo status di capoluogo di provincia avendo una struttura organizzativa invidiabile e creato un apparato socio-economico stabile, sicuro e redditizio.
Le voci rimbalzanti da Roma, avevano creato facili entusiasmi anche nella comunità castelvetranese residente negli Usa, apportando enorme felicità e la possibilità che la città potesse godere di maggiori benefici e privilegi.
In poco tempo, il territorio era stato modificato e vennero effettuati parecchi lavori di manutenzione, costruzione e cambiamento innovativo nelle sue strutture primarie. Un periodo abbastanza importante, difficile e di gran fermento sociale.
Nel ricordo indiscusso e rabbioso per le perdite avute durante il conflitto, quelle parole suonarono come monito di speranza ed unione, affinché il popolo riuscisse a manifestare un ampio consenso umano verso le famiglie colpite dalle perdite. L'intervento di Giovanni D'Angelo rappresentò un monito di spunto morale ed alcuni passaggi mostrarono il legame verso il territorio d'appartenenza.
Grazie allo storico Napoli, siamo riusciti a proporre pezzi di storia indissolubili con alcune “perle” fotografiche dagli alti contenuti storici. Esse racchiudono alcuni momenti intensi, per studiarne i contenuti ed i particolari evidenziati.
Questo articolo volge verso la forte personalità di un uomo che ha esaltato le doti interiori dei suoi concittadini, senza perdere di vista l'importanza rivestita dall'intera collettività. Un segnale vivo, crescente e presente anche nella nostra modernità, ove spesso manca il concetto del quieto vivere nella sua vasta proporzione.