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Nel ricordo di Giorgio Santangelo, letterato castelvetranese di fama internazionale

di: Salvatore Di Chiara - del 2021-12-09

(ph. Enzo Napoli)

Bisogna cogliere l'attimo e stringerci attorno alle figure che hanno dato lustro alla nostra città. Sin dai primi passi, ho avuto la possibilità e sono stato accompagnato nel mio percorso incessante fatto di ricerca e approfondimento. Grazie alla mera e cortese collaborazione degli addetti alla Biblioteca comunale di Castelvetrano che supportano e sopportano le mie infinite richieste, mi sono imbattuto nella lettura e con essa, l'importanza filo-letteraria del professore Giorgio Santangelo.

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  • Sin dalle prime battute, ha mostrato la sua profonda cultura in ambito letterario, cercando di seguire un modello di studi che riuscisse a spaziare con estrema facilità in lungo e largo nella Letteratura italiana. Nei suoi saggi scritti e libri pubblicati si nota un linguaggio estremamente naturale tale da, mettere il lettore nei panni del protagonista ed allo stesso tempo incuriosire appassionatamente.

    Una vita di studi, dedizione ed insegnamenti presso l'Università di Palermo e in particolare, la Facoltà di Lettere Moderne. La cura dei dettagli é stata apprezzata dai suoi professori sin dal Liceo ( in particolare dal professore Cottone) e poi, universitari (fu allievo di Natalino Sapegno). Neppure trentenne (nominato assistente straordinario alla Cattedra di Letteratura italiana), mise in risalto quelle doti particolari che pochi giovani potevano disporre e da quel momento divenne una fonte inesauribile per i laureandi. Un docente stimato per i suoi ideali e spesso chiamato in causa nella preparazione delle tesi. I (molti) fortunati riuscivano ad ottenere questo privilegio.

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  • Nel giro di poco tempo, le qualità del nostro concittadino vennero esaltate in ambito nazionale e internazionale con alcune lezioni tenute presso le Università di Belgrado (ex Jugoslavia), Oslo e Bergen (Novergia) e ricevendo attestati di stima ovunque per i suoi discorsi lungimiranti e accorti. Era un cattedratico dai modi precisi e quella linea sottilissima che lo univa alla perfezione durante la preparazione dei corsi, lo rendevano speciale.

    Grazie alla sua caratura mondiale, fu omaggiato per nomina ministeriale di far parte del Comitato per le onoranze nazionali a Luigi Pirandello nell'occasione del decimo anno dalla morte, per il centenario della nascita ed il cinquantenario della morte.

    Altresì fece parte del Comitato Nazionale per le celebrazioni del secondo centenario della nascita di Ugo Foscolo, il centenario della morte di Francesco De Santis. Ad essi, bisogna aggiungere la mansione di “ Visiting Professor” di Letteratura italiana presso l'Università di Malta per un decennio circa.

    L'elenco delle sue affermazioni, collaborazioni ed interventi annuali presso associazioni riviste letterarie, culturali e filosofiche lo misero ai primi posti tra i personaggi influenti dell'intero panorama accademico (presente sin dagli anni Sessanta nelle enciclopedie). Molti autori vengono citati ed approfonditi nei suoi scritti, studiandone le caratteristiche strutturali che hanno permesso le loro affermazioni.

    Non mancano le critiche ad alcuni esponenti e un libro in particolare “ Noterelle Critiche” esalta un'apertura divergente verso le grandi opere del passato. Il suo amore per la Sicilia e la letteratura siciliana è ampiamente discusso nel libro “La Siepe Sicilia” dove rimarca la fine del regionalismo degli scrittori e la capacità di adattarsi a un mondo in totale cambiamento ed in fase d'innovazione. Molti di essi decidono di accantonare i campanilismi che avevano contraddistinto il passato e tuffarsi nei nuovi ideali, dovendo cedere il passo al periodo storico di riferimento. All'interno di questo volume rimarca un'aspra critica nei confronti di Giovanni Gentile (altro illustre castelvetranese), per aver sostenuto un profondo cambiamento esistenziale della civiltà letteraria verso un ritorno al cristianesimo seguendo la leggenda francescana.

    Questa tesi è visibile in un libro “il Tramonto della Cultura Siciliana" spesso al centro di polemiche legate apertamente per aver creduto che il vero cambiamento fosse negli aspetti esteriori dell'uomo e la vita. Nonostante il libro sia stata una prima accurata e rigorosa ricerca della situazione culturale dell'Isola dopo l'Unità, non è più accettabile sul piano storiografico e critico – avendo individuato il carattere peculiare di codesta cultura in una insorgente istanza di lacerazione di quella chiusa isolanità, onde la Sicilia sarebbe stata “sequestrata “ da ogni relazione col mondo.

    Secondo il pensiero di Santangelo, la tesi gentiliana era insufficiente e lo scontro si basava su ragioni storiche, territoriali e culturali con radici " di natura temporale" diverse rispetto a quelle messe in risalto nel libro di Gentile. Oltre alla divulgazione di altri libri e saggi (con riferimenti agli scrittori Bembo,Verga, Carducci, Foscolo ,Dante, Metastasio, De Roberto ecc.ecc.), il suo nome compare negli ambienti letterari per aver studiato la figura del poeta dialettale e medico palermitano Giovanni Mieli, legato al periodo dell'Arcadia e dell'Illuminismo.

    Attratto da questo personaggio dalle indiscusse qualità morali, collaborò con la Rizzoli alla raccolta di due volumi con le sue poesie. Questo periodo lo definì un crocianesimo attento ai valori della poesia ma aperto al rapporto tra società e scrittore, formando totalmente la sua figura in ambito umano. Nonostante l'affermazione crescente, la gente ha saputo cogliere anche un'espressione simpatica, buona, accogliente, rispettosa dei ruoli e generosa verso tutti.

    Il profondo legame con l'amico ed ex compagno di scuola Ferruccio Centonze ha dato la possibilità a quest'ultimo di cogliere gli aspetti emotivi e definirlo “ soave” e dai modi gentili e nobili. Diede spazio all'organizzazione di molti convegni, invitando esponenti di caratura e interloquendo con disinvoltura sui temi principali nei vari periodi storici, mostrando un notevole bagaglio culturale di enorme spessore. Purtroppo non riuscì a vivere la presentazione (relazione) sul Meli, morendo alcuni giorni prima e lasciando un grande vuoto nella Letteratura italiana.

    Nel ricordo del ventennale dalla sua scomparsa, la città di Palermo ha voluto ricordare una figura di spicco nel mondo accademico. Un personaggio equilibrato e preparato, in grado di affermare il cambiamento repentino che il panorama letterario dovette subire, proponendo un progetto stilistico uniforme al miglioramento e adeguamento della vita sociale.

    Castelvetrano è la sua città e abbiamo la fortuna di potere sostenere i sentimenti espressivi di un genio di fama internazionale. Non possiamo ridurre al minimo gli attestati di stima e lasciar cadere nel dimenticatoio una forte personalità come Giorgio Santangelo. Ogni piccolo passo rappresenta una forma di riconoscenza meritevole e dovuta.

    Ringrazio nuovamente lo storico Vincenzo Napoli per aver concesso delle chicche fotografiche d'immenso valore.

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