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14 Marzo 1976 Folgore 1-1 Mazara, quando i leoni rossoneri fermarono la capolista

di: Salvatore Di Chiara - del 2022-09-07

Immagine articolo: 14 Marzo 1976 Folgore 1-1 Mazara, quando i leoni rossoneri fermarono la capolista

A pochi giorni dall’inizio del nuovo torneo di Promozione, nonostante la sconfitta di misura in coppa a Petrosino, nei cuori dei tifosi tiene banco il mancato ripescaggio nel torneo di Eccellenza.

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  • Speranze vanificate sul nascere e decisione non accolta bene, come l'impossibilità di giocare i derby storici con il Mazara.

    La storia rossonera racconta di sfide memorabili contro i canarini, che sono valsi tantissimo per il prestigio e, naturalmente, la classifica finale. Tra questi, l’indimenticata gara giocata nel marzo 1976. A quindici giorni dal ritorno al Paolo Marino, dopo i due anni di squalifica (gara vinta contro lo Sciacca), i rossoneri di Ciriesi incontrarono la capolista Mazara.

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  • I gialloblu erano in vetta alla classifica e tallonati dal Canicattì di Busetta. Una squadra forte, rodata, esperta e con alcuni calciatori di categoria superiore (l’indimenticato Murador tra tutti). Sembrava la classica domenica dove la prima della classe potesse far di un solo boccone contro i folgorini e, invece, sudarono le cosiddette “sette camicie” , uscendo dal Marino con un pari e tanti dubbi.

    Un torneo duro e difficile, con molte squadre allestite per vincere il torneo (la Nissa) e tante difficoltà incontrate durante il cammino in campionato. Era la Folgore dei castelvetranesi purosangue (Aiello, Calandrino, Telari, Messana) e quella domenica trovò in Alberto Moro il guardiapali insuperabile.

    Nella bolgia del Marino, assiepato da 3mila e passa tifosi irriducibili ed una condizione metereologica al limite, si assistette ad un incontro epico ma corretto. Il Mazara partì alla spron battuta e passò in vantaggio grazie al bomber Messina dopo nove minuti.

    Sembrava che la gara fosse a favore dei mazaresi. Fino al minuto trentatre, quando lo stacco imperioso di Calandrino fece esultare il folto e caldo pubblico rossonero. Da quel momento, si giocò una gara a viso aperto, con un palo per parte ed alcune occasioni non concretizzate dagli avanti delle due squadre. Moro si mise in mostra con alcuni interventi pregevoli e, dal canto suo, lo stesso Macellari non sfigurò.

    La differenza di organico fu colmata dai cuori folgorini, che spinsero ripetutamente i propri calciatori ad ogni intervento che sventasse una possibile minaccia. Ciriesi decise di affidare il forte Azzaro alla marcatura di capitan Urbano e, nonostante la scelta discutibile, il rossonero ebbe alcune difficoltà ma se la cavò egregiamente.

    Il pari esterno venne accettato da mister Cesarato con l’amaro in bocca e uscire indenne dal “catino” castelvetranese non fu affatto semplice. Al termine di quella stagione, i mazaresi giunsero primi a pari punti con il Canicattì e lo spareggio giocato alla Favorita di Palermo fu vinto dai trapanesi per uno a zero.

    La Folgore giunse quarta, dietro anche alla forte Nissa, e con il rammarico di non essere riuscita a tenere il passo delle capoliste. Una squadra che regalò nuove emozioni al popolo castelvetranese, dopo anni bui. Una retrocessione amara dopo i fattacci con il Palmi e l’ingiusta e severa punizione ricevuta.

    Un peregrinare nei campi della provincia con pochi tifosi e tante spese affrontate. Il mitico Presidente Riggio non mollò d’un centimetro e, dovendo sopperire a tante mancanze, non lesinò a regalare un pò di gioia al popolo castelvetranese. Iniziò un lungo processo che portò la Folgore a vincere l’indimenticabile torneo 1982/83. 

    Sono passati tanti anni da quella prestazione memorabile e bisogna ricordare i dodici leoni che affrontarono il derbissimo.

    In porta Moro, poi Urbano, Inzerillo, Messana, Aiello, Calandrino, Reina (dal minuto 74 Berlich), Ingrasciotta, Passafiume, Ferrante e Telari. 

    Spesso fingiamo di appellarci al passato come caratteristica inappellabile, per evitare di scontrarci con il presente. Sono cambiate le forme, le gestioni delle rose ed anche il modo di affrontare ogni singola gara.

    La Folgore rimane un patrimonio di questa città in piena difficoltà e, nonostante tutto, la passione rimane intramontabile. In bocca al lupo per la prossima stagione.

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