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Il territorio di Castelvetrano in una carta del primo ’700 tra cambiamenti e sviluppo urbano

di: Enzo Napoli - del 2022-09-08

Immagine articolo: Il territorio di Castelvetrano in una carta del primo ’700 tra cambiamenti e sviluppo urbano

Nel corso di questi ultimi 5 secoli sono state realizzate dai cartografi diverse carte topografiche della Sicilia. Ovviamente, dato che anticamente non si disponeva di mezzi di cui oggi usufruiamo (vedi anche i satelliti), molte di esse contenevano degli errori ed imperfezioni che, nel corso dei secoli, sono state eliminate. Molte contenevano i dati essenziali (centri abitati, strade, golfi ecc.) ed erano pochissime quelle dettagliate. Tra esse, la più completa e dettagliata è quella redatta dal generale e cartografo Samuel Von Schmetthau, compilata tra il 1719 ed il 1721. Di questa carta ne esistono un paio di versioni e la più importante si trova a Vienna, alla Osterreichissen NationalbibliotheK.

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  • La carta contiene moltissimi dettagli e particolari che permettono di avere una buona visione della Sicilia dell’inizio del Settecento. Vi sono evidenziati con meticolosità, attorno ai centri urbani, una gran quantità di edifici rurali sparsi nel territorio e, soprattutto, le strade che li collegavano.

    Visionando il territorio attorno a Castelvetrano, nella tavola 1, possiamo notare la presenza di sei chiese e conventi allora fuori le mura della città. Di essi non esiste più soltanto il convento dei Miracoli che si trovava lungo la via SS. Trinità preso i numeri civici 14-16 (un po’ prima del panificio). Adesso vi si trova un magazzino.

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  • Per quanto riguarda la viabilità, facciamo presente che, oltre alle strade evidenziate, ovviamente ne esistevano parecchie altre che lo Schmetthau non ha disegnato, perché si è limitato alle più importanti. Nella carta, tavola 2, possiamo notare l’enorme cambiamento viario che si è verificato da tre secoli a questa parte. Per descriverle incominciamo da nord e giriamo in senso orario.

    A nord usciva una strada; era la via Tagliata che si biforcava, sin d’allora, all’altezza della chiesa della Tagliata. Il ramo destro portava a Palermo (la strada di Calviano) e quello sinistro a Salemi. Girando ad est, si partiva la strada per Santa Margherita. Partanna era raggiungibile prendendo una traversa a sinistra, poco dopo il Modione, che poi passava vicino la Torre di Bigini. Più giù, si partivano altre due strade poco chiare: una dovrebbe essere la strada di Seggio di sotto, l’altra la parte nord dell’attuale via per Marinella. In prossimità del centro urbano erano collegate dall’attuale via che porta alla contrada Stella. Esse permettevano di raggiungere il Belìce e poi Menfi. La strada per raggiungere Lo Scalo di Bruca (Marinella) era la parte sud della strada del Grugno. Girando ancora più a sud, si partiva la strada per Campobello, che non è quella che vediamo adesso. La strada antica partiva dalla chiesa dei Cappuccini, passava davanti il cimitero e costeggiava l’attuale S.s. 115, un po’ più ad ovest.

    Infine, un’altra strada partiva a sinistra della chiesa della Salute e conduceva a Trapani in direzione N-O. Si tratterebbe dell’attuale via Omero (da non confondere con la SP 8, cioè la strada della Montagna). Quest’ultima strada, detta anche la strada della chiesa della Pace, è quasi del tutto scomparsa, attraversava il feudo Mandranova ed è stata in parte coperta dalle acque del lago della Trinità. Interessante è la strada del Filo che, uscendo da Campobello, portava a Menfi. Essa, in direzione est, dopo l’attraversamento del Modione, si divideva in due rami. Quello di sotto è quasi completamente scomparso.

    Nella carta sono ben evidenziati, in basso a sinistra, il grande bosco vicino La Guardiola e la Palude Ingegna (che era di pertinenza dei principi di Castelvetrano), oggi scomparsa perché bonificata negli anni 1928-1929, e l’altro grande bosco, visibile tra la Dimina e Cavallaro.

    Nella carta sono visibili anche una grande quantità di Masserie e Bagli, molti dei quali riconoscibili, perché conservano tutt’oggi lo stesso nome. Parecchi di essi non sono più identificabili. In particolare, vogliamo segnalare la presenza di ben tre torri Maio o Di Maggio (una delle tre sarebbe l’attuale torre Mendolia).

    Infine, visionando la costa, tavola 3, possiamo notare che alcuni toponimi di 3 secoli fa sono uguali a quelli che conosciamo tutt’oggi: Punta della Triscina, Cala di Kaligi (la spiaggia sotto l’Acropoli), Cala della Bruca (lo scalo di Marinella), Cala del Cantone (la zona presso il lido Pineta).

    Son passati tre secoli e molto è cambiato di quel che si vede in questa carta.

    Attenzione: La carta originale è disegnata sottosopra rispetto ai punti cardinali. Per facilitare la lettura siamo stati costretti a capovolgerla.

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