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L’omicidio irrisolto di contrada Canalotto tra storie e racconti di una verità mai accertata

di: Salvatore Di Chiara - del 2022-10-11

Immagine articolo: L’omicidio irrisolto di contrada Canalotto tra storie e racconti di una verità mai accertata

(ph. Il Castelvetranese Doc)

“Mai vista una situazione del genere. Un omicidio così tanto efferato nelle modalità da rimanere sorpresi. Una morte assurda quanto difficile da comprendere”. Queste furono le prime parole del Commissario di PS di Castelvetrano Dr. Conigliaro, appena giunto sul posto per iniziare le indagini.

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  • Un omicidio brutale, diretto e senza possibilità di rimediare ad uno sgarro fatto. Nel giugno del 1958, la nostra cittadina veniva ancora una volta scossa dall’ennesimo omicidio. Senza una spiegazione alcuna, l’allevatore Rosario Cognata veniva freddato da tre colpi inferti da un paio di uomini.

    Una sequenza volta ad uccidere il ragazzo castelvetranese. Nelle campagne isolate della contrada Canalotto, lontana dal centro cittadino, un’esecuzione in vero stile di “lupara”. Il corpo venne scoperto alcune ore dopo la morte, quando la moglie non vide sopraggiungere il marito in casa ed iniziò a sospettare qualcosa del suo mancato ritorno.

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  • Durante i colpi sparati, alcune mucche scapparono colte da paura ed entrarono nelle campagne circostanti, creando malumori ai proprietari terrieri. Una rabbia dovuta per l’orario dei rumori provenienti dall’esterno e sfociata in cattiveria dopo aver scoperto a chi appartenessero gli animali. Andarono verso la zona Bresciana dalla moglie con intenzioni bellicose e, una volta bussato alla porta, compresero la tensione del momento.

    Iniziò una ricerca all’interno dei casolari e campagne della zona e, dopo alcune ore, purtroppo, venne scoperto il corpo esanime del pastore. Un’immagine macabra e triste. I colpi erano stati sparati da una posizione ravvicinata e quindi, il volto venne sfigurato. Oltre alla nuca, fu colpita la mano dove teneva la frusta (aveva tentato di difendersi).

    Una parte della stessa venne squarciata dal colpo subìto. Parte dei denti vennero sbalzati in avanti. Una morte orrenda. L’intervento della polizia constatò solamente il fatto accaduto, la situazione raccapricciante e, grazie alla collaborazione del Pretore Schiavo, il cancelliere Chiapparone ed il medico legale Melluso, iniziarono le indagini negli ambienti agricoli e degli allevamenti.

    Correva voce in città che venne mozzata volontariamente la lingua. Apparentemente un particolare di poco conto ed invece, assunse i contorni di una vera e propria esecuzione per avere “cantato”. Castelvetrano fremeva di paura e la gente, timorosa, si rintanava nelle proprie case una volta terminata la giornata lavorativa. Un paese alle prese con i problemi economici e, in aggiunta, anche quelli di natura sociale e vivibilità.

    Nonostante alcune famiglie vivessero nei casolari posti nelle vicinanze del luogo dove accadde l’omicidio, le indagini trovarono opposizione per la posizione omertosa dei contadini. Nessuno sentì gli spari, vide delle colluttazioni ed intervenne per sedare qualsiasi lite. Una ricostruzione dei fatti difficile da decifrare, che non trovò indagati, rimanendo sepolta nel libro dei misteri e segreti che questa cittadina possiede. Una storia intrinseca di avvenimenti, spesso oltraggiosi e senza colpevoli.

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