Santa Ninfa, la ricerca di Antonio Ingoglia sul giuspatronato del Seicento
del 2022-10-18
«Feudalità e giuspatronato gentilizio nella Sicilia del XVII secolo: nuovi apporti archivistici» è il nuovo lavoro di ricerca di Antonio Ingoglia, docente di Diritto ecclesiastico italiano e comparato e di Diritto matrimoniale canonico all'Università di Palermo. Il saggio è contenuto nel volume collettaneo «Il diritto come "scienza di mezzo" - Studi in onore di Mario Tedeschi», curato da Maria D'Arienzo.
Ingoglia focalizza il suo lavoro sull'istituto del giuspatronato (ossia il complesso di privilegi attribuiti dall'autorità ecclesiastica ai fondatori di una chiesa e ai loro eredi) nella Sicilia feudale, prendendo spunto da una bolla del 15 luglio 1609, con la quale l'allora vescovo di Mazara, «preso atto dello sviluppo assunto dalla comunità costituita territorialmente nel feudo di Rambinseri - scrive Ingoglia -, elevava a sede "arcipretale" un tempio in esso edificato, ma non ancora consacrato, riconoscendo al marchese Luigi Arias Giardina ed ai suoi successori il diritto di giuspatronato sulla medesima».
L'articolato saggio di Ingoglia esamina questo giuspatronato di tipo "familiare", connesso alla successione del feudo, che in Sicilia, come osserva lo studioso, «poteva essere anche al femminile», qualora non ci fossero stati eredi maschi, come difatti avviene per i discendenti di Arias Giardina (fondatore, nei primi anni del Seicento, di Santa Ninfa).
Il Sindaco Giuseppe Lombardino ha voluto ringraziare Ingoglia per il suo lavoro di ricerca, «che contribuisce a fare luce - precisa il primo cittadino - sulla storia della nostra comunità».
(Nella foto la chiesa madre prima del terremoto)