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La "terra dei fuochi" anche a Castelvetrano tra eternit e materiali abbandonati

di: Vito Marino - del 2014-01-20

Da molti decenni nel napoletano le campagne sono divenute tristemente famose per le discariche abusive, dove finiscono rifiuti tossici industriali e nucleari, provenienti dal Nord Italia e Nord Europa. Oggi la Campania viene chiamata addirittura di “terra dei fuochi”, perché i rifiuti non raccolti vengono bruciati, provocando ulteriori inquinamenti responsabili di un alto tasso di tumori. 

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  • Per mettersi la coscienza a posto le autorità parlano di opera della camorra. In realtà la colpa è degli organi preposti ai controlli che, malgrado le continue proteste dei cittadini, sono rimasti latitanti e dei governi europei che autorizzano la costruzione e vendita di prodotti inquinanti, senza prevedere il loro smaltimento. Così, finiscono nelle discariche abusive oltre ai rifiuti radioattivi e velenosi anche televisori, cellulari, amianto ed altro.  

    Anche a Castelvetrano, la vasta area dell’ex feudo ed ex aeroporto Fontanelle è diventata, col subentrare della civiltà del finto benessere e consumismo, un’immensa discarica a cielo aperto, dove si butta materiale di qualsiasi natura e provenienza: frutta e verdura guasta, animali morti, plastiche, lastre ondulate e serbatoi rotti di cemento-amianto, televisori, lavatrici e frigoriferi fuori uso, copertoni d’auto, mobili ed infissi, calcinacci, ecc.  

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  • Da parte degli abitanti del rione “Belvedere”, posto alla periferia lato Sud della città, ma a contatto con detta zona inquinata ci sono state delle proteste a causa di considerevoli casi di cancro. Si pensava addirittura la presenza di prodotti radioattivi buttati nelle cave adiacenti ai fabbricati. Ma ricerche fatte dalle autorità hanno dato esito negativo.  

    Rimane tuttavia nella discarica abusiva amianto in abbondanza e i fuochi accesi con relative fumate tossiche nere, che quasi giornalmente appestano l’aria di fumo acre che sa di plastica e gomma bruciata. I fuochi vengono accesi da qualcuno, per recuperare i fili metallici incorporati nei copertoni di automezzi, o da qualche vicino proprietario di terreni che vuole eliminare quello sconcio davanti alla sua abitazione o da piromani, che qui trovano terreno fertile per loro o da chi butta del materiale e lo brucia per distruggerlo subito sul posto.  

    Abbandonata a se stessa dalle pubbliche amministrazioni, in questa “terra dei fuochi castelvetranese”, “senza re né regnu” per come si diceva una volta, governa l’anarchia. Le norme più elementari di civiltà e le leggi dello Stato non sono riconosciute.  

    “Un sacciu nenti ‘un vitti a nuddu” (nessuno sa, nessuno vede), questa legge arcaica, che nel passato era rispettata in maniera scrupolosa da chi voleva morire di sola vecchiaia nel proprio letto, qui continua ad essere in vigore. Il passaggio molto saltuario delle forze dell’ordine non muta minimamente il perfetto equilibrio dell’illecito.

    I terreni agricoli, che si trovano oltre lo stradale, pur essendo delle proprietà private regolarmente coltivate, formano il regno incontrastato di pastori. La pastorizia, pur essendo una ricchezza per il paese, deve praticarsi su terreni adibiti a pascolo. Qua durante la civiltà contadina, scomparsa intorno agli anni ’50, vigeva “la legge del fucile”.

    Allora, i proprietari dei terreni che non sapevano o non volevano usare  il fucile,  non erano tenuti in considerazione e la loro proprietà era oggetto di soprusi da parte di tutti. In mancanza del fucile, oggi vige la rassegnazione e si accetta tacitamente il pascolo abusivo dei pastori nelle proprie terre; ancora una volta uno Stato assente ed inefficiente  permette il propagarsi della prepotenza. Come si fa a giustificare la pastorizia in un territorio coltivato dove mancano i terreni adibiti a pascolo?  

    L’abusivismo edilizio è stato molto diffuso nella zona; ma oggi finalmente si è fermato per le leggi restrittive, emanate dallo Stato per riscuotere nuove tasse. Questo dimostra che lo Stato quando vuole può fermare ogni azione illegale, purtroppo il suo intervento energico avviene soltanto quando deve riscuotere tributi.  

    Nella vasta area dell’ex feudo Fontanelle esiste ancora, sconosciuto e abbandonato, quello  che fu “lu campu”, un importante campo d’aviazione militare segreto italiano, durante l’ultima guerra mondiale.

     Nel 2010 l’ex campo d’aviazione è stato integralmente bonificato e ceduto dall’Aeronautica Militare al Demanio che, a sua volta l’assegnò al patrimonio del nostro comune. Il 02/08/2010 una delegazione guidata dal colonnello Bruno Strazza, comandante del 37° stormo di Trapani Birgi, ha incontrato l’allora assessore Felice Errante, il segretario generale Elia Maggio ed il dirigente al patrimonio Andrea Di Como per legalizzare il caso; l’assessore aveva espresso vivo compiacimento per l’evento, poiché potrebbe sorgere per Castelvetrano una nuova opportunità di sviluppo economico. Dal 2010 ad oggi ancora non si conosce la destinazione urbanistica di questa vasta area e in questo lasso di tempo il territorio è tornato discarica abusiva più di prima.  

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