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Storia di Palazzo Pignatelli, la "multi proprietà" che ospitò la Regina e i tedeschi. Da anni idea museo

di: Elio Indelicato - del 2017-01-28

Il Palazzo Pignatelli, rappresenta uno dei monumenti più rappresentativi di Castelvetrano e appartiene per la maggiore estensione alla famiglia Becchina, in parte minore  al Comune di Castelvetrano e ad una terza famiglia. 

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  • Probabilmente anche questa “multi proprietà”, non ha giovato a tutto il complesso, visto che si è per tanto tempo parlato di un museo selinuntino all’interno del Palazzo, progetto che poi si arenò per una serie di motivi, quando spesso c'è anche di mezzo la Pubblica Amministrazione.

    Quale sia stato il motivo anche dell’acquisto di parte del palazzo lo spiega lo stesso Gianfranco Becchina: "Inizialmente, nessuno in particolare. L’acquisto avvenne in due fasi. La prima fu limitata al cosiddetto appartamento del principe e dei relativi annessi al pianterreno, grande giardino interno compreso, di proprietà dell’ingegnere Vincenzo Cusumano, già amministratore dei beni castelvetranesi degli eredi del principe.

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  • Fu determinata dal fatto che avevo manifestato il mio forte interesse all’acquisto della tenuta di campagna dei Pignatelli, anch’essa divenuta proprietà del Cusumano. La vendita della tenuta fu condizionata a quella dell’appartamento, e così avvenne. E, da lì, pervenni all’acquisto del maggior corpo del palazzo, avvenuto a mani degli eredi della principessa Anna Pignatelli, provvedendo immediatamente al rifacimento della quasi totalità dei tetti che avevano cessato di proteggere l’immobile dalle intemperie".

    Fu nel contesto di quella decisione che cominciò a manifestarsi l’esigenza di dare una destinazione il più possibile interessante al palazzo.

    Quella che prese maggiormente corpo fu la destinazione museale: la vicinanza di Selinunte lo imponeva.

    Per tale progetto, all’epoca della sindacatura Bongiorno, ci fu una notevole partecipazione dell’amministrazione comunale: alcuni meeting seguirono alla progettazione di massima, fra l’altro relativamente alla possibilità di ospitarvi un centro per la ricostruzione virtuale dell’antica Selinunte.

    Un gruppo di studiosi dell’università di Basilea, venne a Castelvetrano per illustrare una progettazione di massima e, nel contempo, perorare l’iniziativa.

    Come spesso succede nella nostra terra, non se ne fece nulla. Intanto la proprietà del palazzo, da circa 15 anni, è passata di mano - conclude Gianfranco Becchina - appartiene adesso alla società Becchina e Co. Interamente sottoscritta dalle mie tre figlie. Sempre motivate, come lo ero stato io, a considerarlo suscettibile di ospitare qualcosa di appropriato alla sempre attesa caratterizzazione di prestigio del centro storico cittadino.”

    Venendo alla storia meno recente, dal 13 marzo al 5 giugno del 1813 il Castello ospita la Regina Maria Carolina d’Austria con il principe Leopoldo. A seguito delle leggi “post unitarie”(1866) le parti occupate dalla collegiata di San Pietro e Paolo diventano di proprietà comunale e a partire dal 1870, il piano terra viene affidato alla Società Operaia.

    Nel 1890 il palazzo è oggetto di un nuovo intervento di ampliamento. Viene realizzato infatti, in un’area prima adibita a giardino, un nuovo corpo di fabbrica, nell’ala dell’attuale Municipio, lungo la via Gagini, destinato ad uffici.

    Durante la seconda guerra mondiale (1940-1943) Castelvetrano, è per il suo nodo ferroviario e per l’aeroporto militare uno dei centri principali a supporto della guerra in Africa.

    Il Palazzo Pignatelli viene allora utilizzato come alloggio per gli ufficiali italo-tedeschi e diversi ambienti del piano terra vengono utilizzati come deposito viveri.

    Nel dopo guerra,intorno agli anni 50, un ultimo corpo di fabbricato viene realizzato lungo la via Pappalardo,quello che oggi ospita il Circolo della Giovebtù.

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