"Il mio esame di maturità tra paure, lezioni di vita e la Prof. che venne in mio soccorso"
del 2017-06-23
È di nuovo tempo d’esami di maturità. Giorni d’ansia attendono tantissimi studenti e le loro famiglie. Quello che mi sono da sempre chiesto è: “Servono veramente a qualcosa questi benedetti/maledetti esami?”. Posso solo raccontare la mia personale esperienza.
Correva l’anno 1975. A causa delle mie intemperanze giovanili mi trovavo già sposato da due anni e da pochi giorni padre del mio primo figlio, Daniele. Affrontai gli esami, per il conseguimento della licenza liceale scientifica, a dir poco distrutto. Impegnandomi a fatica nello studio, m’ero guadagnato la seconda migliore ammissione di tutto l’istituto, poiché dopo due anni persi, prima di sposarmi, capii ch’era finito il tempo di giocare con la vita e cominciai a studiare facendo sul serio.
Non posso dimenticare la materna figura della mia professoressa d’italiano, Gisella D’Anna, che mi ha sostenuto durante tutto il periodo degli esami. Pur con tutte queste credenziali favorevoli, sbagliai il compito d’italiano e quello di matematica, con profondo dispiacere sia dell’attenta D’Anna sia del carissimo professore Vincenzo Leone.
Non risposi bene nemmeno alle domande durante gli esami orali, cosicché la commissione esterna ebbe da ridire sui voti con i quali i miei professori m’avevano presentato agli esami. Chiesero spiegazioni a Gisella. Lei candidamente rispose: “Simanella è diventato padre da qualche giorno del suo primo bambino. Si è sposato due anni fa e, pur avendo deciso di continuare a studiare per completare il suo ciclo di studi, ha dovuto prendersi cura della sua famiglia cercando con il lavoro di non fare mancare loro nulla.
Mentre frequentava regolarmente la scuola, nel pomeriggio andava a lavorare presso una falegnameria e la sera studiava fino alle ore piccole della notte. Spesso andava ad allietare le feste di matrimonio avendo imparato a suonare nel frattempo l’organo, e rientrava molto tardi.
Eppure riusciva ogni mattina ad arrivare a scuola preparato e, quando nessuno voleva farsi interrogare, lui era sempre pronto a coprire i suoi compagni impreparati che lo consideravano come un papà, proprio perché già padre e d’un paio d’anni più grande di loro.
È da una settimana che dorme soltanto due/tre ore per notte, poiché in questo periodo estivo col suo complesso musicale suona il giorno e la notte. Stamani ha chiesto d’essere interrogato per primo, non rispettando il suo turno, poiché deve recarsi a Trapani per l’ennesimo matrimonio e stasera ancora un altro.
Se ha sbagliato gli esami non è perché non è preparato, ma perché ha imparato la lezione e si sta adoperando per diventare una persona socialmente stimata, nonostante il suo recente passato burrascoso”.
I commissari esterni capirono la situazione, ma non poterono fare a meno di darmi soltanto un misero trentasei politico, proprio per evitare di bocciarmi. Ecco a cosa sono serviti gli esami di maturità, almeno per me.