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Nel ricordo di Giovanni e Antonino Sammartano. Due castelvetranesi caduti per la patria

del 2018-03-01

Immagine articolo: Nel ricordo di Giovanni e Antonino Sammartano. Due castelvetranesi caduti per la patria

(ph. Il Castelvetranese doc)

Castelvetrano in questi ultimi anni è stata oggetto di aspre critiche da parte della stampa nazionale, che la considera un covo mafioso. Di conseguenza accomuna tutti i castelvetranesi alla mafia.

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  • Invece, a parte qualche sola eccezione, si può affermare che in questa città ricca di arte prospera una grande cultura, umanità e lotta alla mafia nelle scuole e nelle istituzioni. Ma Castelvetrano ha avuto anche tanti patrioti ed eroi nella lotta del risorgimento e nelle due guerre mondiali. Sul monumento posto in via V. Emanuele risulta un lungo elenco dei caduti per la patria nelle due guerre Mondiali. Qui di seguito voglio parlare di due eroi appartenenti alla stessa famiglia castelvetranese Sammartano.  

    La guerra più giusta e  più santa porta sempre distruzione  e morte. La Prima e la Seconda Guerra Mondiale hanno provocato danni incalcolabili al patrimonio e la perdita di milioni di vite umane.

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  • La famiglia Sammartano di Castelvetrano ha  pagato un contributo molto alto alla patria con la perdita di due loro cari in occasione dalla Prima Guerra Mondiale e della Seconda.   

    Affinché non vengano dimenticati è giusto ricordare tutti i morti per la patria affinché la loro morte non sia stata inutile e, affinché dalla loro scomparsa possa nascere un mondo migliore.

    SAMMARTANO ANTONINO - I GUERRA MONDIALE

    Il giornale locale di Castelvetrano: “Settimanale del popolo” n.3 del 14/3/1920 riporta la vita e la morte del nostro concittadino sottotenente Antonino Sammartano: Riporto integralmente quanto ho trovato scritto:

    <<ll sottotenente Antonino Sammartano di Giovanni, nacque a Trapani il 31/10/1897, ma crebbe e visse a Castelvetrano col padre che è uno dei maggiori artefici della lavorazione del ferro. Per la sua intelligenza fu dal padre avviato alla carriera degli studi. La guerra lo colse studente ed egli si valse di eccezionali disposizioni del tempo per conseguire anticipatamente la licenza liceale, quindi andò a compiere il proprio dovere di cittadino italiano. Cadde a Pod-Korite il 26/7/1917 non ancora ventenne! Fu alla sua memoria decretata la medaglia d’argento con la dicitura. “Sammartano Antonino da Castelvetrano, aspirante ufficiale reggimento fanteria. Costante, mirabile esempio  di fermezza, si recava a fare una ispezione ai piccoli posti avanzati, un tratto di terreno completamente scoperto e, spingendosi fino ai reticolati nemici per raccogliere qualche utile informazione, portava a compimenti l’ispezione, quindi non curante dell’immane pericolo, faceva ritorno alle nostre linee. Colpito a morte dallo scoppio di una granata nemica, cadeva dentro la nostra trincea. Pod-Korite 26/7/1917”>>.  

    Da ricerche effettuate su: “Brigata Caserta 267° e 268° fanteria. Ministero della Guerra. Stato Maggiore Centrale. Ufficio storico Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. VIII, Roma, Libreria dello Stato 1929, pp. 169-177  Anno 1917” risulta che la brigata “Caserta”,  denominata inizialmente «A», costituita il 20 maggio 1917 con battaglioni dell'83° ed 84° fanteria, raccoglie veterani dei fronti carsico e trentino: essa si raduna sulla riva sinistra del Brenta, per un periodo relativamente breve di inquadramento. Già ad inizio giugno gli uomini sono trasferiti sugli Altipiani, dove continua la loro preparazione; quindi, nella seconda metà del mese, sono di nuovo in Val Chiama (compresa nell'odierno comune di Valstagna, nella valle del Canale di Brenta). Dopo ulteriori trasferimenti ed esercitazioni, il 18 luglio la truppa è dislocata – alle dipendenze della 28a divisione – nel settore di Flondar (nei pressi del Monte Ermada e del Dosso Faiti): la Brigata assume qui la difesa del settore compreso tra la strada Komarje e la strada di Flondar, attendendo a lavori di rafforzamento della linea. Sostituiti dai reggimenti della “Mantova”, dopo alcuni spostamenti gli uomini raggiungono nella seconda metà di agosto il settore compreso tra Kostanjevica (it. Castagnevizza) e Pod Korite.

    Qui il 26/7/1917 muore da eroe, per come detto sopra,  Sammartano Antonino. La guerra e la storia continua, ma non per lui.

    SAMMARTANO GIOVANNI - II GUERRA MONDIALE

    Su SAMMARTANO GIOVANNI morto nella II GUERRA MONDIALE medaglia d’argento al valore militare. Disp. 7° anno 1946 – Ricompense 725, risulta scritto: << Sammartano Giovanni di Giuseppe, da Trapani, sottotenente medico del 3° bersaglieri  (alla memoria). Ufficiale medico al seguito di una compagnia bersaglieri che agiva isolatamente, si portava avanti per curare i feriti che non potevano essere trasportati, perché in terreno scoperto. Incurante del fuoco a cui veniva fatto segno, si prodigava infaticabilmente affinchè a tutti fossero apportate le prime cure. In un successivo violento combattimento, svoltosi in un abitato, vedendo che un ufficiale stava per essere circondato, ne correva con un pugno di uomini in sua difesa. Rimasto gravemente ferito nel compimento del nobile gesto rifiutava ogni aiuto per non distogliere gli uomini dalla lotta, incitando i superstiti al proseguimento della battaglia. Acconsentiva di essere trasportato al posto di medicazione solo dopo che il nemico era stato respinto. Quota 180 – 197,4 di Seratimowitsch (fronte russo), 31 luglio – 17 agosto 1942>>. Troppo tardi.  

    (Da una testimonianza di Giovanni Modica in Agave, giornale locale, del 17/12/2016):

    <<Il 19 gennaio 1992 arrivarono a castelvetrano le salme di due soldati castelvetranesi: il tenente medico Giovanni Sammartano, decorato con medaglia d’argento e del bersagliere Giovanni Caracci, decorato con medaglia di bronzo alla memoria da Sua Altezza Reale Umberto di Savoia nel 1945, morti in Russia durante il II conflitto mondiale. I funerali furono celebrati nella chiesa di San Francesco di Paola, mentre le due piccole bare, che ne conteneva i resti, furono accompagnate da sei castelvetranesi in congedo: il tenente d’artiglieria Francesco Saverio Calcara, il tenente bersagliere Marco Caruso, il caporal maggiore bersagliere Baldassare Nastasi, il tenente avvocato Francesco Sammartano e i bersaglieri Paolo Fabriele e Giovanni Etiopia>>.   

    I resti mortali dei due eroi riposano nella stessa cappella di famiglia, presso il cimitero di Castelvetrano.

    Da ricerche effettuate, riporto uno stralcio delle operazioni di guerra nei pressi di Stalingrado, dove ha partecipato ai combattimenti anche il nostro concittadino Giovanni Sammartano e dove, purtroppo è morto.   

    Nel Luglio il XXXV corpo d'armata – C.S.I.R., distaccato presso la 17° armata tedesca, riprese le operazioni offensive avendo ricevuto in rinforzo la divisione di fanteria "Sforzesca" e numerose unità di artiglieria appena giunte dall'Italia. La 3a celere, in particolare, poteva contare sul 120° reggimento al completo, su un gruppo da 105/32 del 30° raggruppamento di artiglieri di corpo d'armata e su un gruppo cannoni da 75/27 mod. 12 del reggimento artiglieria a cavallo. A partire dal 12 luglio 1942 il 120° partecipò alle operazioni per la conquista del munito caposaldo di Javanovka e dell'importante bacino carbonifero di Krasnij Lutsch. Il 24 luglio la divisione celere riceveva l'ordine di passare a disposizione della 6° armata tedesca con il compito di eliminare la testa di ponte stabilita dal nemico sulla sponda destra del Don presso Serafimovich, che costituiva minaccia al fianco sud dell'armata. Dopo 4 giorni di marcia e 440 km percorsi, che intendevano concentrare sulla testa di ponte due o tre divisioni, col proposito di puntare verso sud ed alleggerire la pressione su Stalingrado. I sovietici lanciarono contro le truppe italiane più ondate di carri armati T.34 da 26 tonnellate e Bt da 14, appoggiate da truppe di fanteria. Dall'interrogatorio di prigionieri si seppe che alcuni dei carri, appartenente ad una brigata corazzata, erano appena usciti dalla fabbrica di Stalingrado.

    Nel combattimento vennero coinvolti anche i bersaglieri del XV e XIX battaglione, che, non avendo armi adatte per lottare contro i grossi potenti T.34, si sparpagliarono nella steppa sparando contro i fanti russi appollaiati sui carri. Questa azione consentì di dissociare i carri dalla fanteria, facilitando l'azione delle artiglierie italiane retrostanti. Passato l'assalto carrista, i bersaglieri si riordinarono rapidamente, rastrellando il luogo dello scontro ed eliminando le ultime resistenze. In questa battaglia G. Sammartano è morto.

    Per la foto si ringrazia Il Castelvetranese doc

     

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