Al Tempio di Hera in scena la "sicilianita'". Teatro, comicità e spettacolo. Ingresso gratuito dalle 21
del 2017-08-13
Grande attesa per “ La sicilianità va di scena”, un evento organizzato dalla nostra Associazione Araba Fenice che gestisce il quotidiano online Castelvetranonws.it, che si terrà giorno 16 agosto alle 21 davanti al tempio di Hera a Selinunte, grazie alla disponibilità del Parco Archeologico e del suo direttore Enrico Caruso.
Poesie, aneddoti, commedia finale dialettale e soprattutto il ruolo della donna nella Sicilia degli anni settanta. L’evento, con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, è realizzato con la fattiva collaborazione dell’Associazione Palma vitae, presieduta dalla dottoressa Giusy Agueli, che sarà anche madrina e presentatrice della serata.
Prima della commedia si esibiranno con canzoni dialettali e poesie Sciupè e Carmela Gancitano accompagnati alla chitarra dal maestro Giuseppe Bianco.Poi la commedia dialettale che abbiamo voluto chiamare “La matri e la figghia” in rispetto della sicilianità al femminile di questa serata, scritta dall'Avv. Elio Indelicato.
Sulla commedia vogliamo anticiparvi una nota scritta appositamente dal professore Francesco Saverio Calcara, che ringraziamo:" Mai come oggigiorno, nel mondo dominato dai media, c’è bisogno di teatro. Uno spazio in cui non c’è nulla tra la fisicità dell’attore e quella degli spettatori che assistono a quel rito collettivo, nulla tra i loro respiri, nulla tra le loro emozioni. In una realtà in cui, sempre di più, ci si confronta con gli schermi e per di più in solitudine, il teatro, e quello in vernacolo in particolare, può costituire l’elemento vincente per riaffermare il bisogno di identità e di autenticità. Sì, il rito del teatro, un rito che è gioco, può essere visto come un bisogno primario, che, tuttavia, non deve mai essere meccanica ripetizione. La cultura deve diventare sistema. È una necessità. In un mondo povero di bellezza e pieno di estetica superficiale, la richiesta di modelli culturali è sempre più urgente e va indirizzata proprio ai più giovani che, ad onta di quel che si creda, rivendicano regole anche impositive, e vanno educati a quella cultura della memoria che li liberi dal giogo delle nullità e delle omologazioni in cui spesso sono invischiati.
Credo che la Sicilia abbia ancora valenti autori che interpretano nelle forme a loro più congeniali la materia fatta “della stessa sostanza dei sogni”, e fra questi, senza dubbio, Elio Indelicato, il quale, nel suo lavoro che abbiamo voluto chiamare solo per questa serata “la matri e la figghia”, utilizza bene quella lingua siciliana che rappresenta e custodisce le origini, le tradizioni, gli usi e i costumi di un territorio che si riconosce in essa e che viene presentata attraverso la scena.
Una lingua che, purtroppo, spesso viene considerata come elemento di una sottocultura, che tende a non essere più appresa e parlata dalle giovani generazioni, laddove essa, al contrario è stata strumento di altissima creazione artistica (come non pensare, tra tutti, all’abate Meli?) ed espressione forte di identità di un popolo.
In un crescendo di situazioni paradossali, comiche ma pregne al contempo di spunti di riflessione, si dipana l’immagine di una Sicilia lontana, ma non oleografica o convenzionale, nella quale, comunque, alla fine prevale il buon senso e il principio di umanità. Al di là del sorriso, dunque, una bella lezione di vita".
Le associazioni Araba Fenice e Palma Vitae di Castelvetrano, propongono una serata evento dal titolo “La Sicilianità va di scena”, dove protagoniste saranno le nostre radici, le nostre tradizioni, il nostro dialetto, i nostri valori e, poiché la Sicilia è Donna, verrà raccontato e messo in scena il tema della donna nella tradizione siciliana antica, facendo riferimento a tradizioni e costumi che ci appartengono, in chiave ironica e comica, ma che sottendono alla verità del ruolo importante che la donna alla fine ha sempre rivestito nella nostra società. Partendo da questo assunto, che la Sicilia è Donna, e che la storia delle sue donne non può andare perduta, come bagaglio culturale e come esempio di forza e coraggio, ci sarà una presentazione iniziale, a cura dell’associazione Palma Vitae, sulla presenza del femminile nella storia della Sicilia. La Sicilia è donna come la testa della Gorgone che è simbolo della sua bandiera, e come le tante donne che ogni giorno, in silenzio, con grande dignità studiano, lavorano, accudiscono i propri figli e portano avanti la cultura dell’uguaglianza e del rispetto della diversità. Seguiranno delle poesie e canti del grande maestro Sciupè e dell’attrice Carmela Gancitano, accompagnati alla chitarra dal maestro Giuseppe Bianco. Nodo centrale della serata la commedia dialettale in due atti, di Elio Indelicato, “La Matri e la Figghia”, opera nata sotto il titolo “Lu Catechismu” ma rieditata in un nuovo titolo secondo una chiave di lettura contestualizzata alla serata.
Ospiti della serata il coro DOREMI dell’Istituto Ruggero Settimo di Castelvetrano, come esempio di orgoglio di appartenenza al nostro territorio che, con i loro successi, stanno rappresentando la nostra città nel panorama nazionale. Si ringraziano tutti coloro i quali hanno reso possibile la realizzazione dello spettacolo, che prestano le loro energie e il loro impegno gratuitamente, grazie al quale si è potuto rendere libero l’accesso e donare così al nostro territorio un piacevole momento di svago e un’importante riflessione.
Attori: Esattore Enel Salvatore Bascio
Padre La Vela : Salvatore Graffeo
Giovanni Mascalucia: Nino Luppino
Barone Spoto: Sergio Signorelli
Angelina la figlia : Lory Fontana
La mamma: Mimma Monachella
Il padre: Giuseppe Indelicato
Il figlio Pippino: Giuseppe Fontana
Regia del Direttore Elio Indelicato