Campobello, prelievi “fantasma” dai conti di clienti ignari, truffato anche un sacerdote. Condannato ex Direttore di Banca
del 2023-04-11
Una condanna a 4 anni di reclusione ed una interdizione per cinque anni dai pubblici uffici per un Direttore di Banca di Campobello di Mazara il quale, assieme al suo cassiere, aveva truffato oltre una decina di clienti perlopiù anziani, compreso un sacerdote. Adesso la Banca come primo atto dovrà risarcire le parti civili.
Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Marsala, giudice monocratico Matteo Giacalone, che, dopo una lunga fase istruttoria iniziata nel 2015, ha fatto luce sull’attività di Vito Bono, all’epoca Direttore della filiale Banca Nova e del suo cassiere Calogero Margiotta, prematuramente scomparso nel corso di causa.
Il Gip Anna Lisa Amato, nel fissare nel Marzo del 2019 l’udienza preliminare, aveva appurato che i due, in concorso nelle rispettive qualità, mediante artifici e raggiri avevano, in un caso, fatto sottoscrivere ad una donna anziana analfabeta ulteriori moduli in bianco di distinte di prelevamento di denaro dal conto, oltre a quelle richieste dalla stessa correntista, adducendo dolosamente varie giustificazioni quali, ad esempio, problemi relativi al sistema informatico, presenza di firme illeggibili o addirittura inceppamenti della stampante che avrebbe rovinato distinte già esistenti, con l’apposizione da parte dello stesso cassiere delle firme apocrife riconducibili alla stessa anziana. Alla fine era risultato per la donna un ammanco di 23.500 euro prelevati attraverso due distinte operazioni.
L’attività investigativa era nata dopo una denuncia presentata davanti ai Carabinieri da due correntisti. Da lì un’indagine interna della stessa Banca che aveva portato alla sospensione dei due impiegati. L’attività dei due condannati comprendeva la sottoscrizione con firme false di carnet di assegni di altri correntisti ignari uno dei quali, in quattro operazioni, aveva visto il suo conto alleggerito di 10.000 euro.
Non era andato meglio ad un anziano sacerdote di Campobello di Mazara, al quale era stato quasi azzerato un conto di 54.000 euro, poi in buona parte risarcito dalla stessa Banca.
“Al mio assistito - dice l’avvocato Gaspare Passanante, difensore di una parte civile - era stata sottratta una somma non del tutto eccessiva, ma la giustizia ha fatto il suo corso, perché i due impiegati, per il ruolo che occupavano, come accade nei piccoli centri, avevano un rapporto assolutamente fiduciario con i clienti spesso anziani e ne hanno dolosamente approfittato.”
Ad alcuni addirittura venivano mandati gli estratti conto verso indirizzi inesistenti, dicendo a volte a qualcuno di lamentarsi che le spedizioni contabili non era più obbligatorio inviarle. Adesso i truffati avranno un parziale ristoro dalla Banca Intesa San Paolo, mentre per le rimanenti somme ci vorranno i processi civili. Non si esclude che la sentenza di condanna venga appellata dal difensore dello stesso Vito Bono.