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Giustizia italiana italiana "lumaca" tra rinvii al 2019 e fallimenti di aziende in difficoltà

di: Avv.Marinella Amodeo - del 2016-01-09

Immagine articolo: Giustizia italiana italiana "lumaca" tra rinvii al 2019 e fallimenti di aziende in difficoltà

A dispetto delle molteplici riforme che da tempo impegnano il parlamento italiano per snellire i processi, la giustizia è ancora troppo lenta. I tempi medi di un processo civile o commerciale superano i 600 giorni, e tra un rinvio e l’altro le aziende falliscono ed i lavoratori aspettano un verdetto che arriverà sempre troppo tardi.

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  • Stando ai rapporti elaborati dalla Commissione europea, il nostro paese è il terz’ultimo in Europa, avanti solo a Malta e Cipro. La Germania, invece, ancora una volta si dimostra più efficiente dell’Italia, con una media di 192 giorni per la definizione di un procedimento.

    La lentezza della giustizia è un grave deterrente per lo sviluppo dell’economia. Le aziende estere, infatti, spaventate dal sistema giudiziario italiano, preferiscono investire altrove.  

    Esempio emblematico dello stato di salute del sistema giudiziario italiano è la vicenda accaduta qualche giorno fa a Taranto, dove a seguito di un giudizio instaurato a settembre del 2014 si è avuto un rinvio da record.

    Il magistrato del Tribunale civile di Taranto, dott. Munno, lo scorso 21 dicembre ha rinviato una causa al 18 gennaio 2019, sostenendo di avere altre 500 cause da definire prima. Nelle motivazioni scrive “la Convenzione dei diritti dell’uomo vieta schiavitù e lavoro forzato” , e “la capacità lavorativa massima esigibile risulta del tutto esaurita sino a fine 2018”.

    Le due società protagoniste della vicenda giudiziaria, quindi, dovranno attendere diversi anni per vedere riconosciuti i propri diritti, e siamo solo al primo grado!  

    La durata eccessiva dei processi rischia, però, di condannare a morte le aziende interessate che, già segnata dalla lunga crisi economica, non possono permettersi attese così lunghe.

    E’ facile scagliarsi contro il magistrato, ma non dobbiamo dimenticare che i continui tagli alla giustizia, al personale di cancelleria e a tutti i dipendenti pubblici che lavorano nei Tribunali, rende il loro lavoro quasi impossibile.

    E’ d’obbligo, a questo punto, un serio intervento del Governo che provveda a destinare i giusti fondi alla giustizia e al potenziamento dell’organico. Una giustizia ritardata è una giustizia negata. 

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