Lettera alla Redazione: "Multa non dovuta, tratto in inganno dalla mancata taratura dell'autovelox"
di: Redazione - del 2024-10-21
Riceviamo e pubblichiamo una lettera alla Redazione, a seguito di un nostro articolo pubblicato qualche giorno fa sulla sentenza di un Giudice che riguardava l'annullamento di tre verbali per eccesso di velocità per via della mancata "taratura" dell'autovelox (Leggi cliccando qui il precedente articolo), da parte di un cittadino che racconta quanto accadutogli.
"Faccio spunto dal vostro articolo giornalistico, ritenuto utile nei rapporti cittadino e pubblica amministrazione, dalla quale si evince chiaramente che a volte la pubblica amministrazione, per fare cassa abusa in certe procedure amministrative, portando ad esempio il suo articolo sul “Autovelox sulla statale 187, il Giudice annulla 3 sanzioni.
Il caso mio è un caso che rientra nella fattispecie ma la cui procedura è stata diversa, mi è arrivata una sanzione di circa 300 euro dell’autovelox, sono andato nel comando dei Vigili urbani di Trapani, per dimostrare il pagamento, nello stesso momento mi hanno invitato è ho dichiarato che alla guida dell’autovettura ero io, la velocità contestata era 66/km.h mentre il limite in quel tratto di strada, SS 113 che attraversava il Borgo Ummari era di 50/km.h.
Tanto assunto e considerato, ritenuto che il responsabile del procedimento è un pubblico ufficiale il quale, secondo la legge 241/1990, deve adempiere a due obbiettivi quello dell’interesse pubblico, nonché quello del privato cittadino, che nella fattispecie è stato tratto in inganno, giacché non mi sono reso conto che nel verbale della multa deve obbligatoriamente riportare la data dell'ultima taratura dell'autovelox, evitando così che il cittadino sia costretto a richiedere questo documento all'amministrazione per verificarne la conformità al termine annuale.
Successivamente attraverso l’accesso agli atti della pubblica amministrazione ho avuto modo di verificare che tale data della taratura dell’autovelox era omessa, da ciò si deduce che la multa non essendo dovuta, ragionevolmente le procedure che si sono susseguite non potevano esistere la cui proporzionalità e quindi il bilanciamento non poteva essere quantificato con un verbale di riscossione di €. 978,35 essendo nella sostanza azzerato.
Successivamente ricevo una cartella dell’Agenzia delle Entrate delle Riscossioni di € 978,35, su un importo in misura ridotta di €. 169, importo a ruolo €. 340, per avere omesso la comunicazione del conducente dell’autovettura. Per tale cartella mi rivolgo al Giudice di Pace di Trapani, adducendo, fra le altre cose, che la mancanza della data di taratura dell’autovelox rende nulla la multa e di conseguenza tutto quello che ne consegue.
Nella comparsa il Funzionario delegato dal Sindaco di Trapani, dimostra la regolarità della procedura ma non chiarisce la questione della regolarità della taratura dello strumento dell’autovelox, fatto illecito e danno ingiusto, orientando il Giudice Civile ad emettere una sentenza di inammissibilità del ricorso.
Io non sono un avvocato, però a sentire popolare, secondo i dettami della costituzione italiana riguardante i principi di ragionevolezza, proporzionalità, mi chiedo, ma se un verbale, quale provvedimento illegittimo è nullo, poiché è stato adottato in violazione all’orientamento giurisdizionale, in elusione del responsabile del procedimento che lo ha creato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalle sentenze della cassazione e acclarato dalla Costituzione, per essere considerato giuridicamente non valido, quindi viziato da difetto assoluto di attribuzione fin dall’origine, perché tutti gli atti successivi formati non sono nulli? addirittura perché non vengono restituiti le somme versate indebitamente?
In matematica, scienze esatta, “qualsiasi numero moltiplicato x zero (nullo) è uguale a zero”. Ci si chiede cos’è il giusto? e che cosa è il giusto distorto? quindi l’ingiusto. Si ha ragione di fare rilevare che le multe e le tasse da pagare sono sproporzionate ai redditi degli Italiani, chi, invece, nella vita non ha fatto niente e quindi non ha creato niente non ha niente da temere, come dice il proverbio: in Italia due sono i potenti chi ha assai e chi non ha niente.
Nell’attesa di riscontro, trovo interessante, giornalisticamente parlando, il seguito del suo articolo trovando molto curiosa la platea che segue il giornale. Distinti saluti".