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I parti gemellari. Alla scoperta dei gemelli siamesi e delle tecniche di "divisione"

del 2018-07-12

Immagine articolo: I parti gemellari. Alla scoperta dei gemelli siamesi  e delle tecniche di "divisione"

Il parto è sempre stato un evento straordinario, è il regalo più grande che Dio ha donato all’umanità, l’atto d’amore estremo nel quale la vita trionfa in tutta la sua magnificenza. Ci sono sempre, purtroppo, delle preoccupazioni all’atto della nascita, poiché il travaglio potrebbe provocare lesioni sia al feto sia alla partoriente, per non dire di situazioni anche più spiacevoli.

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  • Oggi si sa già tutto sulle condizioni di salute del nascituro: i sistemi moderni sono in grado di controllare le diverse fasi della gestazione, monitorando frequentemente la crescita dell’embrione all’interno del sacco amniotico della puerpera. Ciò, però, oltre a consentire una maggiore consapevolezza della gravidanza in sé per sé, garantendo parametri di risoluzione positiva dell’evento, dall’altro induce alcuni medici a consigliare dei sistemi abortivi alla presenza di malformazioni fetali o se dovessero venir meno le garanzie di vita all’atto del travaglio d’entrambi gli attori.

    Non è mia intenzione dilungarmi su questioni morali che coinvolgono, oltretutto, il “Movimento per la Vita” del quale faccio parte oramai da molti anni, la mia è soltanto un’analisi che voglio rivolgere al parto gemellare o bigemino.

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  • Questa tipologia di nascita può anche essere trigemina se i fratellini sono tre, quadrigemina per quattro gemellini e via di seguito, pentagemina e sestagemina, davvero rarissima. Ci sono dei casi, poi, in cui due uova possono essere fecondate da due spermatozoi, anche di due soggetti diversi: si è alla presenza di gemelli dizigotici, fraterni o biovulari.

    Il caso più strepitoso di parto plurigemellare è stato quello di Nadya Suleman, una donna trentatreenne californiana che, dopo avere già partorito sei figli, a seguito d’un impianto volontario d’un numero record d’embrioni, ha generato ben otto gemellini, sei maschietti e due femminucce. Presenti al pluriparto un’equipe di 46 fra medici, infermieri e tecnici dell’ospedale. I neonati erano, naturalmente, molto piccoli: il minore pesava appena 800 grammi e il più grande (si fa per dire) un chilo e mezzo.

    Raro nel mondo umano, molto frequente nel mondo animale, il fenomeno si manifesta quando l’ovulo femminile è fecondato da due o più spermatozoi. I gemelli che nascono possono essere dello stesso sesso, monozigoti, identici o monovulari, o di sesso diverso, eterozigoti. I gemelli più famosi tramandatici dalla mitologia sono stati Romolo e Remo, fondatori di Roma.

    Mi soffermerò sui gemelli cosiddetti siamesi o congiunti, cioè quelli che nascono legati in una parte del corpo. Essi sono sempre monozigoti. Sono definiti siamesi, poiché il primo caso che è stato studiato dai luminari della medicina è stato quello di due fratelli, Chang ed Eng Bunker, venuti alla luce nell’anno 1811 nel Siam (oggi Thailandia). Essi nacquero uniti all’altezza del torace da una striscia cartilaginea che portava al centro un solo ombelico e vissero fino all’età di 63 anni, dopo essersi sposati negli Stati Uniti e aver avuto, rispettivamente, 10 e 12 figli. Nascere gemelli siamesi è un’eventualità davvero rara e spesso la malformazione degli organi interni provoca la morte dei due feti.

    Oggi esistono delle tecniche modernissime per riuscire a dividere i fratelli con esito positivo. Già il dieci maggio 1965 un’equipe medica dell’ospedale infantile “Regina Margherita” di Torino, formata da ben 24 medici, riuscì a dividere con successo le gemelle Foglia, nate nell’anno 1958 unite per il bacino. Risale, comunque, al lontano 954 quando lo storico bizantino, Leone Diacono, studiò un caso di parto gemellare.

    La sorte dei fratelli gemelli solitamente era quella d’andare a lavorare in un circo come se fossero, purtroppo, dei fenomeni da baraccone. Più che circhi erano dei freak-show, locali nei quali erano spettacolizzate le malformazioni d’alcuni poveri sfortunati che, con le loro esibizioni, erano esposti alla curiosità di persone attratte da quelle mostruosità o anomalie umane o scherzi della natura: nani, giganti, donne barbute, uomini elefante o cane e i gemelli siamesi. Il circo più famoso, specializzato in questo truculento spettacolo, è stato quello americano “Barnum e Bailey”.

    Tra le attrazioni più curiose presentò: nell’anno 1835, una donna afro-americana, Joyce Heth, ancora in buona forma nonostante i suoi 161 anni dichiarati; lo scheletro di Cristoforo Colombo, il gigante di Cardiff, la sirena delle isole Figi e i già citati, gemelli Chang ed Eng Bunker.

    Secondo certi biografi, Chang ed Eng sopportarono allegramente le reciproche debolezze, mentre altri insistono nel raccontare la crescente acredine dei loro rapporti, quand’erano oramai vicini alla morte e Chang, malato, s’era messo a bere troppo. Si racconta, inoltre, che Chang era un donnaiolo incallito e suo fratello no; che prediligeva cibi orientali molto piccanti, mentre il fratello preferiva una leggera dieta vegetariana; che raccontava barzellette sporche in pubblico, mettendo in imbarazzo il più austero e intellettuale Eng. Litigarono sia in pubblico sia in privato, da quando impararono a camminare sino al giorno in cui smisero di vivere.

    Un’altra coppia famosa di gemelli siamesi è quella dei fratelli Ronnie e Donnie Gaylon, nati nel 1951: quattro braccia, quattro gambe, parte del tratto gastrointestinale, del bacino e l’organo genitale in comune attaccati per il bacino. Anch’essi hanno subito la stessa sorte dei gemelli Bunker, finiti a esibirsi come attrazione del circo.

    I casi italiani più famosi sono quelli: delle gemelle Marisa e Anna Maria Pierangeli che, intorno agli anni sessanta, hanno intrapreso la loro carriera cinematografica negli Stati Uniti; di Isabella e Isotta Rossellini, figlie della grande attrice Ingrid Bergman e del regista Roberto Rossellini; di Paola e Rita Levi Montalcini, celebre pittrice e scultrice la prima e rinomatissima biologa la seconda, premio Nobel per la medicina nel 1986; dei due giganti Battista e Paolo Antonio Ugo, nati nell’ottocento nella Valle Stura, a Vinadio, nel cuneese, alti più di 2 metri e 30 centimetri, “I Giganti delle Alpi”, grande attrazione anch’essi del circo “Barnum”; delle famosissime gemelle Alice ed Ellen Kessler che, benché non italiane, abbiano raggiunto in Italia una grande popolarità imponendosi al pubblico televisivo come pregiate ballerine e ottime show girl.

    Altre coppie di gemelli famosi in tutto il mondo sono: i fratelli Maurice e Robin Gibb che, insieme all’altro fratello Barry, hanno formato il celeberrimo trio vocale dei “Bee Gees”. Oggi è rimasto in vita soltanto quest’ultimo, dopo che i gemelli hanno raggiunto un quarto fratello, Andy, morto già nel 1988.  Per non parlare di the “King”, il re del rock’n’roll, sì proprio lui Elvis Aaron Presley, fratello gemello di Jesse Garon che, però, è nato morto lasciando Elvis figlio unico.

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