Selinunte, la Terrazza Panoramica sempre più abbandonata al suo triste destino
del 2022-08-23
I panorami hanno rappresentato spesso l’inizio di un itinerario o la conclusione fantastica di un viaggio. Una cartolina per salutare una gita che rimarrà impressa nei ricordi del viaggiatore. Il territorio castelvetranese si fregia di alcuni scorci panoramici imprevedibili e belli dal punto di vista paesaggistico.
Percorrendo la statale verso Selinunte, ed entrando successivamente nella via Cavallaro, è possibile superare il semaforo e girare a sinistra una volta raggiunta la strada che porta al Villaggio "La Fenice". Un tracciato che porta dritti alla “Punta del Vigile Urbano o Poliziotto”, dove andrebbero elaborati e approfonditi degli studi archeologici.
A circa 4-500 metri dal suddetto luogo è visibile una scalinata e da essa, un panorama mozzafiato. La scalinata con annessa vista panoramica e strada adiacente era stata volutamente costruita per dare l’opportunità a chiunque di osservare da lassù un panorama unico nella sua rara espressione. Volgendo lo sguardo da qualsiasi angolo o lato, è possibile assistere ad un susseguirsi di immagini vivaci e colorate, che riassumono “pezzi” di storia della nostra Selinunte.
Il verde intenso della pineta selinuntina della preriserva che si congiunge alla riserva della foce Orientata del fiume Belìce. Con l’occhio attento si scruta il ponte di ferro e il casello 11 ormai fatiscente. Il ponte rappresenta un’opera infrastrutturale della linea ferroviaria Castelvetrano-Porto Empedocle dismessa nel 1986.
Rimane imperterrito nella sua grandezza nonostante la ruggine abbia preso il sopravvento. L’intenso mar Mediterraneo copre severamente gran parte della “vista” afferrando le zone del menfitano, saccense e riberese. Il pizzo di S.Calogero con la sua punta bianca s’inerpica portentoso e si adagia sulla vallata della statale 115.
Girando il capo a sinistra, l’attenzione è rivolta al primo ponte verso Menfi e dietro, la zona archeologica dei “Montagnoli” approfonditi precedentemente. Purtroppo, di fronte alla bellezza di uno scenario incantevole, iniziano i mugugni di un ambiente deturpato dalla solita mano ingenerosa dell’essere umano.
Tra incuria, erbacce, rifiuti abbandonati e alberi divelti, diventa nauseante il quadro generale davanti agli occhi di tutti. Incredibilmente viene dimenticata la forza della natura e l’uomo, nella sua indecorosa forma cattiva, rimane l’unico e vero colpevole di un sogno diventato incubo. Una situazione paradossale e priva di cognizione logica.
Basterebbe davvero poco per riqualificare una zona di proporzioni misere ma dalla magia espressa dall’ambiente circostante. L’intera strada necessita di un intervento di bonifica. Perché un “Terrazzo Paesaggistico” altrove è fonte di ricchezza culturale e il territorio castelvetranese soccombe di fronte all’assenza di un progetto? Qualcuno intervenga e ripristini quel luogo.
È un nostro diritto la cultura e al contempo, il cittadino mostri compassione verso il territorio d’appartenenza. La sinergia ha radici abbastanza profonde e oggi manca la base tra le varie componenti.