Campobello, alla ricerca della nostra storia: il muretto a secco
del 2022-06-25
Il muretto a secco è un particolare tipo di manufatto, costruito con blocchi di pietra opportunamente disposti ed assemblati senza uso di leganti o malte di alcun genere.
Nel 2018 è stato inserito nel Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.
Nei tempi passati, prima metà del Cinquecento, veniva costruito per delimitare fondi agricoli, evitare smottamenti, conservare l'integrità ecologica del terreno e la biodiversità della flora e della fauna locali.
Originariamente, nacque anche dall'esigenza di ripulire i terreni dai sassi ingombranti, che ne impedivano la coltivazione, e serviva per dividere le colture e i pascoli, a mo’ di protezione anche dai furti.
Un esempio, più raro che unico, di muretto costruito con pietre grezze del posto, selezionate in varie forme e dimensioni, oggi, lo possiamo osservare, ammirare e toccare all'interno del nostro territorio.
Trovasi lungo la via Calatafini ad angolo con la via Santorini e fa da cornice e confine al parco cittadino di Rocca del Gallo, allocato sul poggio della Guaguana (Vavana).
Tale muretto, che rende pittoresco questo scorcio di territorio che oggi giace nell'incuria più completa e nell'abbandono totale, si spera che possa essere studiato, protetto da speculazioni e valorizzato dal punto di vista turistico-culturale.
Ci auguriamo che sia attenzionato e giustamente valorizzato dalla nostra Amministrazione, per creare un percorso culturale che comprenda: le Cave di Cusa, il Baglio Florio-Museo della Vita e della Civiltà contadina, l'Erbe Bianche-insediamento del B.M. e B.R., l'opera architettonica costituita dal muretto a secco, il sito di Rocca del Gallo, la barocca Chiesa Madre, con le opere ivi contenute, e ciò che resta della Casa Ducale, nel viale Risorgimento.
Campobello di Mazara
Il Presidente dell'Archeoclub
Campobello Cave di Cusa
Antonino Gulotta