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Alla scoperta del boschetto di Delia tra flora, fauna e i ruderi del ponte di "Baddanu"

di: Salvatore Di Chiara - del 2022-05-17

Immagine articolo: Alla scoperta del boschetto di Delia tra flora, fauna e i ruderi del ponte di "Baddanu"

Il territorio castelvetranese nasconde segreti che meritano ampia riconoscenza. In una giornata uggiosa e accompagnata da un pallido sole, un tracciato dalle modeste distanze (circa 3 chilometri tra andata e ritorno) può nascondere un ambiente dalle ridotte proporzioni che regala sfondi paesaggistici incantevoli. Il bosco di Delia è il classico esempio di un’unione perfetta tra paesaggi, flora e fauna, dove l’uomo si accorge della bellezza ma non osa distruggere.

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  • Partendo dal parcheggio del bosco Trinità, una discesa abbastanza sopportabile giunge fino alla diga Delia. Bisogna percorrere un tratto piano che supera il laboratorio adibito al controllo delle acque e salire una strada ripida (ex strada della Montagna), che congiunge al suddetto boschetto.

    Grazie all’impegno dovuto da parte del corpo forestale n 3, negli anni Ottanta - Novanta, avvenne il rimboschimento delle aree limitrofe agli argini della diga. Il luogo si trova nell’ex feudo Delia e allo stesso tempo, si colloca in una posizione di gran fermento e presenza della natura. Il fiume sfocia nella diga e dal bosco è visibile la torretta che misura l’altezza raggiunta dalle acque.

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  • E’ possibile un ampio giro all’interno della vegetazione e da quel momento, si è immersi al centro di una condizione lontana parente del caos cittadino. Silenziosamente seduti su una delle tante rocce presenti, si possono ascoltare i rumori dolci dell’ambiente: stormi di uccelli festosi dell' arrivo della primavera, l’acqua che batte leggermente nelle pietre e crea dei giochi particolari e in lontananza, un pascolo alla ricerca della sua pace giornaliera.

    Improvvisamente, causa siccità degli ultimi mesi, sembrano affiorare i ruderi del ponte di "Baddanu", ma è pura e mera illusione ottica. Rimane ancorato nelle profondità della diga e porta con sé i ricordi di un’epoca passata, fatta di sacrificio e fatica. Durante la sosta dovuta (nei singolari e pittoreschi alberi sparuti) per ammirare lo splendido scenario presente, il feudo la Montagna non manca con la sua imponenza di essere partecipe di un’immagine colorata.

    Il luogo emana delle forti sensazioni di pacificare con l’ambiente spesso violentato dall’animo persecutore dell’essere umano. Grazie a una veloce ricerca sul territorio sono riscontrabili delle tracce di un passaggio che evoca dei ricordi. Un’ indicazione scolpita in legno evidenzia un campo di regata nelle acque di Delia e un ente che si occupava di organizzare gli eventi: l’Associazione Pol. Delia 2000.

    Purtroppo, dalla mancanza di alcune strutture, l’invecchiamento di altre e magari, problemi di varia natura, è riconciliabile a un periodo passato ormai diventato ricordo. Purtroppo non mancano le solite bottiglie di vetro abbandonate vicino agli argini e creano quasi un distacco dall' ambiente circondario.

    Tutto assume una rilevanza estremamente positiva (eccetto le bottiglie) e rende viva la fiammella della speranza di una città al centro di grosse difficoltà. Gli scorci alberati rimangono essenze da privilegiare e curare costantemente, evitando l’ennesimo fallimento di questa società.

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