Era l’anno 1982, a Castelvetrano iniziavano le iniziative in favore degli anziani
di: Salvatore Di Chiara - del 2022-09-29
Annualmente vengono forniti da parte dell’Istat dei dati sensibili interessanti, che evidenziano l’importanza di una crescita esponenziale della popolazione. Punti di riferimento che vanno analizzati e, allo stesso tempo, presi singolarmente per comprendere il vero stato delle cose. Dagli anni Ottanta ad oggi, il numero di anziani in Italia è cresciuto ampiamente e la vita dell’essere umano è migliorata, nonostante ci sia ancora un netto divario tra i Paesi sviluppati e sottosviluppati.
Al netto del miglioramento delle condizioni, gli anziani hanno subito una manifestazione affettiva disattenta. I continui fatti di cronaca sulle condizioni poste sotto i riflettori nei centri di assistenza, case di cura e riposo, mostrano un segnale negativo alquanto spiacevole. Sono pochi i contatti diretti dove le amministrazioni riescono a portare avanti una sinergia forte per non “dimenticare” gli appartenenti alla terza età.
Un fatto eccezionale nella sua portata (organizzazione, modalità e progetto) avvenne nel lontano 1982. Spesso mostriamo i lati peggiori delle Amministrazioni Comunali e non esaltiamo il coraggio dimostrato e la riconoscenza verso i propri cittadini. Nel maggio (6) del 1981, l’Assemblea Regionale Siciliana aveva emanato una legge (L.R.87) per il problema e la tutela dell’anziano di fronte al cambiamento epocale in atto nel mondo.
Il calo demografico era uno degli ostacoli maggiori che poneva l’accento all’invecchiamento dei Paesi industrializzati. Il progresso della scienza nella lotta alle malattie infantili, specie nei primi mesi dalla nascita, uno sviluppo delle risorse ed il consolidamento “quasi” paritario dei diritti dei sessi, avevano posto come tema centrale la “possibile” vicinanza verso gli anziani.
La città di Castelvetrano, con in testa l’Amministrazione, fece la sua parte. Grazie al comitato delle mogli dei rotariani, ci fu un sostegno adeguato all’esigenza di una pratica e rapida attuazione nel nostro Comune di questa legge.
I primi risultati furono incoraggianti e misero a dura prova il Sindaco Vaccarino e la Giunta Comunale. Furono programmate una serie di iniziative soddisfacenti e iniziato un iter procedurale senza precedenti. Dalla creazione di un centro ricreativo, all’assistenza domiciliare, ad un gruppo di anziani, fino all’organizzazione (a turni) delle vacanze estive.
La comunità castelvetranese si era mossa in largo anticipo rispetto a molti comuni del belicino, portando avanti una politica “del fare” intelligente e produttiva. L’obiettivo era quello di valorizzare i temi della dignità, libertà ed assistenza degli anziani. Un monito forte che colpisse la mentalità castelvetranese, chiusa al cambiamento.
Il Sindaco affermò l’importanza rivestita dai cosiddetti “vecchi” per avere dato anima e corpo alla nostra cittadina. Sudore, fatica, impegno e rispetto delle istituzioni erano stati i cavalli di battaglia per la crescita della comunità. Anch’essi meritavano una vita normale e di tranquillità, spesso distrutta dall’ignoranza e la noncuranza dei giovani.
Da quella presa di posizione sono passati tantissimi anni ed oggi, con le dovute attenzioni mostrate, dietro alla categoria anziana si cela un velo d’indignazione. Sedotti e abbandonati anche dalle famiglie dopo anni di sacrifici, vengono considerati il fardello della situazione e relegati ad una posizione di diffidenza totale.
L’apertura di diversi centri ha acuito leggermente il problema ma non l’ha risolto definitivamente. Nella speranza di seguire le orme di quel progetto “targato” Vaccarino, non dimentichiamoci della bellezza ed il fascino della tradizione che gli anziani possono tramandare.
Foto da archivio de “Il castelvetranese doc”.