“La storia di Carlo d’Aragona e il suo amore per Castelvetrano tra opere e aneddoti”. Intervista a Giuseppe Salluzzo
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-11-25
Oggi la nostra Redazione ha il piacere di presentare il prof. Giuseppe Salluzzo, che molti di voi conosceranno per la pubblicazione di volumi dedicati alla valorizzazione delle bellezze artistiche che caratterizzano la nostra splendida città.
L’architetto Salluzzo, laureato a pieni voti presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, è già noto nel nostro territorio per la pubblicazione dei volumi quali: “Le Chiese di San Domenico, San Giovanni Battista e Maria SS. Assunta a Castelvetrano. Guida di arte sacra” (2017); “Rinascimento e Manierismo a Castelvetrano. San Domenico, San Giovanni Battista e Maria SS. Assunta” (2020) e “Bellumvider. La reggia di Federico II di Svevia a Castelvetrano" (2004) questi ultimi in collaborazione con altri studiosi del territorio della città di Castelvetrano.
Come nasce il suo interesse per la figura storica di Carlo D’Aragona, quali aspetti lo hanno indotto ad approfondire gli studi sulla sua personalità, il suo operato e sul periodo storico da lui vissuto?
"Il mio interesse per la figura di Carlo d'Aragona nasce grazie alla mia passione per l'architettura e le bellezze che ci sono in questa città. Carlo d'Aragona, in questa città possedeva il Palazzo Ducale, io mi sono occupato in passato del castello in esso contenuto, si tratta di un castello realizzato da Federico II.
Negli ultimi anni mi sono occupato in particolar modo della Chiesa San Domenico dove è stato realizzato per sua volontà, tra il 1574 e il 1580, il suo mausoleo, dove ha espresso il desiderio di essere seppellito a prescindere dal luogo in cui sarebbe avvenuta la sua morte".
Quanto tempo ha dedicato allo studio e dove ha reperito le sue fonti? Si è ispirato ad una fonte in particolare?
"Quando si lavora con passione il tempo non va considerato, da anni ormai mi dedico a ricerche e studi specifici sulla città di Castelvetrano e sui beni culturali che essa ospita. Le mie ricerche si basano sullo studio di fonti di tipo bibliografico ed archivistico, in varie occasioni mi è capitato di ritrovare notizie relativamente alle architetture, ai mecenati ed anche agli artisti o architetti coinvolti nei cantieri dei monumenti della città.
Nel caso del sepolcro presente nella chiesa di San Domenico, il mecenate era il Magnus Siculus, il Gran Siciliano, come veniva appellato dal Grandvelle. Devo dire che tanto tempo ho trascorso all’interno dei preziosi archivi storico e notarile di Castelvetrano e tanto ho appreso dai documenti in essi custoditi; oggi le nuove tecnologie permettono ai ricercatori di consultare anche fonti d’archivio o volumi conservati in vari archivi ormai digitalizzati che sarebbero altrimenti di difficile consultazione".
Esistono delle testimonianze visibili - documenti, monumenti o luoghi d’interesse- nella nostra città che attestano, ancora oggi, la presenza di Carlo d’Aragona?
"I monumenti della nostra città che ricordano il Duca di Terranova sono diversi: la sua residenza, il palazzo dei signori di Castelvetrano, il Palazzo Ducale; all'interno della Chiesa Madre, nella trave di colmo della copertura lignea, si legge l’anno 1564, la data da ricordare a tutti, allora, come oggi, che ricorda la sua investitura con il titolo di principe; altro monumento che rappresenta una sua opera e ne testimonia la presenza fisica è la chiesa di San Domenico, che conserva, come lui stesso ha voluto, i suoi resti mortali.
Qui l’intervento di ristrutturazione in linguaggio rinascimentale è stato realizzato per sua volontà per mano di Antonino Ferraro che realizza il Mausoleo degli Aragona Tagliavia dove sono conservate le spoglie del Magnus Siculus all'interno di un monumento funerario in marmo molto semplice. Nel sistema delle Piazze anche la Fontana della Ninfa, realizzata nel 1615, è frutto di una sua volontà per portare in città l’acqua potabile dalla fonte di Bigini.
Il suo stemma araldico, inquartato e con la palma dorata su fondo azzurro, lo ritroviamo all'interno della Chiesa di San Domenico, mentre in una nicchia ritrovata nel Palazzo Ducale vi sono rappresentati due alberi genealogici di cui uno è quello della famiglia Tagliavia, e quindi dei suoi avi, e l’altro, frontale a questo, è quello della famiglia Ventimiglia e quindi della moglie.
Sono quindi numerose le testimonianze della presenza del Magnus Siculus a Castelvetrano, tanti i luoghi e gli oggetti che lo ricordano".
Da quello che ci racconta, la figura e le vicissitudini di Carlo D’Aragona sembrano molto interessanti. Secondo lei, è possibile che questo tema possa, in qualche modo, coinvolgere i nostri cittadini affinché riscoprano una Castelvetrano “culturalmente stimolante”? Magari proponendo un itinerario dei “luoghi carolini”...
"Il Magnus Siculus è una figura importante del governo spagnolo, da cui ha ricevuto numerosi e importanti incarichi, e per effetto di uno di questi Carlo d'Aragona nel 1564 è divenuto il primo principe di Castelvetrano per investitura ricevuta da Filippo II re di Spagna. Basta leggere un brano dei Promessi Sposi per capire chi è questo personaggio, è proprio lui infatti il Governatore di Milano che emana l’editto contro i bravi citato dal Manzoni nel suo celebre romanzo.
Nel 1571 ha avuto ruoli strategici nella battaglia di Lepanto, tanto da commissionare un dipinto all'interno della Chiesa di San Domenico per rappresentare la sua attività. Molti sono i monumenti di Castelvetrano che si intrecciano con la vita di questo personaggio.
Oggi, per esempio, gli apprendisti ciceroni del Liceo Classico, nell’ambito del progetto “Fai scuola" hanno illustrato alcuni di questi monumenti ai ragazzi più piccoli. Raccontando la storia degli edifici che prospettano sulla piazza, si sono ritrovati a raccontare alcuni momenti della vita del principe e quindi di Carlo Aragona Tagliavia.
A mio avviso, se veramente vogliamo dare il giusto valore a ciò che Castelvetrano conserva del principe, dobbiamo pensare a un itinerario internazionale che comprende Castelvetrano, Palermo, Milano, Catalogna, e Madrid luoghi dove il principe ha vissuto e governato".
Giorno 26 di novembre lei sarà uno dei relatori di un importantissimo convegno internazionale online sull’argomento, al quale parteciperanno professori di spicco di Università prestigiose come quella di Pisa e di Valladolid. I nostri lettori saranno molto curiosi di sapere com’è nata questa collaborazione.
"Il convegno organizzato dalla divisione di paleopatologia dell'Università di Pisa nasce con l'occasione del cinquecentenario della nascita del principe, per presentare al pubblico, il progetto di studio dei resti mortali.
I relatori tratteranno diversi aspetti della storia del personaggio e del contesto spagnolo, ma anche della chiesa di San Domenico. In particolare sarà presentato il progetto dello studio dei resti mortali del principe e di alcuni suoi familiari conservati nel sepolcro in marmo.
Il progetto di studio del resti mortali del principe è nato grazie all'iniziativa, sostenuta dall'Arciprete Don Giuseppe Undari, di alcuni volontari che prestano la loro opera all’interno della chiesa, G.B. Polizzi e I. Palermo.
Su mia proposta è stata coinvolta la missione dell'Università di Pisa composta dal prof. Gino Fornaciari, dall’archeologo Antonio Fornaciari e dalla prof.ssa Valentina Giuffra. Il convegno rappresenta il primo passo per avviare questa ricerca scientifica".
Esistono, secondo lei, i presupposti per un convegno internazionale futuro (in presenza) a Castelvetrano? Pensa che la nostra città possa essere “culturalmente attrattiva” sotto questo punto di vista?
"Assolutamente sì, Castelvetrano rappresenta dal punto di vista architettonico un esempio di Rinascimento e Manierismo, è sicuramente una sede di interesse culturale ad ampio raggio, quindi potrebbe certamente essere di interesse anche per personalità e studiosi.
Già questo convegno, seppur online, coinvolge importanti studiosi e un pubblico internazionale dislocato in ogni parte d'Europa.
Mi auguro certamente che presto ci possano essere le condizioni e i presupposti per organizzare un convegno in presenza, magari per la restituzione dei risultati dello studio dei resti del principe all'interno della Chiesa di San Domenico. Potrebbe essere questa occasione per richiamare nella nostra città importanti studiosi e personalità interessati alla figura di Carlo Aragona Tagliavia".
Alla vigilia del suo intervento, i nostri lettori si chiederanno se ha in programma una pubblicazione di un saggio o di un libro su Carlo D’Aragona.
"Come già detto, l’interesse per questo personaggio per me è legato a quello che lui è riuscito a mettere in campo a Castelvetrano. Indubbiamente a Castelvetrano qualcosa di nuovo avviene nel XVI secolo, la costruzione del mausoleo del principe, realizzato per volere dell'illustre Carlo Aragona Tagliavia.
Si tratta di un'opera nuova, almeno nella scelta siciliana, e tecnologicamente innovativa che costituisce una pietra miliare per il Manierismo. Diciamo che nell'immediato non ho un progetto editoriale specifico sul personaggio, ma è probabile che verranno pubblicati gli atti di questo convegno e quindi anche il mio contributo".
La Redazione di Castelvetranonews.it ringrazia l’arch. Salluzzo per aver rilasciato questa intervista, opportunità preziosa per riscoprire Castelvetrano sotto un profilo storico - culturale rilevante.