Nel ricordo del pittore castelvetranese Antonio Cannata, un uomo oltre la pittura
di: Salvatore Di Chiara - del 2022-09-12
Durante la navigazione nei vari motori di ricerca, è possibile imbattersi in situazioni molto interessanti. Tra queste, l’unione di tre parole-chiavi (pittura, quadri, Castelvetrano) ha indicato subito e sorprendentemente la figura del pittore castelvetranese Antonio Cannata.
Cannata è stato un personaggio fuori dalle righe e questo gli ha permesso di vivere l’arte come stile di vita.
Nato nel 1938 a Castelvetrano, ha rappresentato l’uomo estroso nelle sue forme. Sin dalla giovane età, ha dimostrato di possedere una qualità innata per la pittura e con pochi strumenti riusciva a creare un capolavoro.
Le opere del nostro concittadino sono originali ed inconfondibili. La sua profonda ammirazione per la letteratura lo spinse a scrivere un libro con 250 citazioni e riflessioni. Un testo poco pubblicizzato dalla letteratura contemporanea.
Estroverso, affidabile e dal grande temperamento, dimostrazione di un talento fuori dal comune, che gli valse dei riconoscimenti importanti, come il premio “Palazzo Vecchio”, il premio “Polaris Rotary Club”, “l’Oscar biennale di Venezia”, “Paul Harris” e “Fiorino”.
I suoi quadri vennero presentati presso alcune gallerie prestigiose italiane ed estere. Gli ultimi anni di vita li passò a Torino, dove, nel 2017, morì.
Angelo Dragone, del quotidiano “La Stampa” di Torino, aveva scritto: “Cannata può essere definito pittore per vocazione, nato e cresciuto per un fatto spontaneo, lontano naturalmente da scuole e accademie”.
Il noto editore Lorenzo Masetta scrisse: “…….il pathos di questo introverso artista sfoglierà ulteriori pagine del passato e del presente in dissacrante conflittualità con il nostro vivere”. Un pittore in grado di suscitare un’emozione, che riesce a sconvolgere e rasserenare allo stesso tempo.