Nel ricordo della storica “retrocessione” in Prima Divisione della Folgore. Era l’anno sportivo 1953/54
di: Salvatore Di Chiara - del 2022-09-20
La storia folgorina è un racconto dalle mille sfaccettature. Un percorso fatto di vittorie, sconfitte, promozioni e retrocessioni, a cui dobbiamo aggiungere anche dei fallimenti. Una serie di vicende che hanno colorito la sua vivace e costante presenza nei massimi campionati regionali. A partire dalla serie D (ex CND o Quarta Serie) sino al torneo di Prima Divisione, uomini e gesta hanno dato lustro ad uno dei club più importanti del panorama calcistico regionale.
Gli anni Cinquanta hanno rappresentato uno spartiacque di notevole caratura, toccando picchi intensi per sprofondare successivamente nelle categorie infere siciliane. I tempi del Prefetto, nonché Sindaco di Castelvetrano Salvatore Li Gotti, sembravano un lontano ricordo. La sua attività di autogestione, partecipazione comunitaria e coinvolgimento sociale erano state un esempio di lungimiranza seguito da molti paesi limitrofi.
Soltanto alcuni anni dopo, la situazione sportiva stava per toccare il fondo sportivo, conoscendo una delle più grandi delusioni della sua storia. L’anno 1953/54 si aprì con l’intenzione di ottenere una salvezza anticipata ed onorevole nel campionato di Promozione.
Venne creato inizialmente un organico che desse seguito ai risultati ottenuti l’anno precedente (chiuso al nono posto) e continuare un progetto interessante. Purtroppo, la crisi economica era in atto e le casse vuote (comunali) colpirono anche il gruppo sportivo, che ebbe delle difficoltà a completare la rosa.
Nonostante tutto, evitando qualsiasi coinvolgimento negativo che portasse all’esclusione anticipata della squadra, si cercò in tutti i modi di provvedere alla disputa del campionato. Gli ostacoli divennero quasi insormontabili e la Folgore incappò in un torneo decisamente deludente. Solamente 14 reti complessive al netto delle 55 subìte.
Un cammino tortuoso e frutto di 2 vittorie, 8 pareggi e ben 22 sconfitte. Ai 12 punti realizzati sul campo, vennero inflitti 3 punti di penalità per avere rinunciato a tre gare del torneo. Un ruolino di marcia pessimo, che decretò una meritata retrocessione in Prima Divisione.
Tolti alcuni fallimenti accaduti dal post-Bottino, la compagine rossonera in quell’occasione toccò il baratro. Poche e magre consolazioni ottenute in quell’annata nera. Il pari interno contro il Mazara (1-1) e aver bloccato in entrambe le gare disputate la terza della classe, la Leonzio (0-0 a Castelvetrano e 1-1 a Lentini). Il torneo fu vinto dal Bagheria con 47 punti e subito dietro, l’Akragas con 44 punti.
Un testa a testa che vide trionfare i nerazzurri palermitani grazie ai 3 punti su 4 ottenuti nei due scontri diretti. Ai rossoneri, che disputarono una buona parte del torneo con i giovani del paese, nulla venne rimproverato. Nelle gare casalinghe diedero il massimo e, spesso, chiuse con un divario di massimo due reti di scarto. Le cose cambiavano naturalmente in trasferta, dove subirono alcune disfatte storiche. Tra queste, il 5-0 impartito dall’Akragas, il 4-1 in quel di Caltagirone e il 4-0 di Milazzo.
Le cronache del tempo misero in risalto la partecipazione di massa dei castelvetranesi. Il pubblico non esitò ad assistere alle gare interne dei folgorini per incitare i ragazzini. Giovani, la “Folgore dei Picciotti”, a detta di alcuni, che difesero i colori sociali del paese, senza percepire un centesimo e disputando un campionato dalle mille complessità.
Un’annata disgraziata e figlia di un’epoca alquanto faticosa sul piano economico. Eppure, dopo alcune stagioni nei bassifondi dei tornei dilettantistici (ulteriore retrocessione l’anno successivo), vennero gettate le basi per costruire il gruppo vincente degli anni Sessanta.