Nel ricordo di Filippo Melodia, la mente silenziosa dei Fasci Siciliani castelvetranesi
di: Salvatore Di Chiara - del 2022-01-05
Anche Castelvetrano vanta la formazione dei Fasci Siciliani (descritti in un precedente articolo) seppur siano stati diversi rispetto ad altri gruppi dello stesso movimento che organizzarono rivolte in tutta l’isola.
I fasci siciliani erano formati da anarchici rivoluzionari che si opponevano al clientelismo locale giudicato sbagliato e prepotente. Il gruppo dei fasci castelvetranesi era formato da diversi protagonisti della vita politica della città, che vantavano diverse caratteristiche unite dall’obiettivo comune di cambiare le sorti della città.
Tra questi si annovera la mente sapiente del colto L. Centonze, il pragmatismo di G. Bonagiuso, gli agganci socio-politici di G.Vivona e la ferma convinzione popolare di un ragazzo dalle idee brillanti, Filippo Melodia.
Proprio quest’ultimo, sin da giovane, mostrò una forte appartenenza territoriale e mal tollerava i soprusi che venivano inflitti alla comunità, auspicando un cambiamento che garantisse maggiori libertà. Il suo credo si allontanava dal pensiero politico dominante, abbracciando meticolosamente principi democratici.
La conoscenza ed amicizia con alcuni dissidenti castelvetranesi aprì nuovi fronti. Ebbe un ruolo di spicco nonostante avesse un carattere mite, leggero e spesso taciturno. Il suo animo pacato si infervoriva quando si toccavano i temi della lotta sociale, assumendo un atteggiamento combattivo ed energico per tutelare l’integrità della nostra città.
La sua personalità fu oggetto di grande ammirazione soprattutto quando organizzò con i massimi esponenti del gruppo i tumulti di fine dicembre del 1893 ed inizi gennaio del 1894. Fu un uomo dalle spiccate doti interiori che provava l'amore verso il prossimo ed era molto apprezzato ed amato dalla gente.
Il suo carattere fiero, indomito, nobilissimo e adamantino non accettava secondi fini ignobili e obblighi imposti dal potere, respingendo al mittente ogni compromesso con integrità e col fine di riscattare la dignità vilipesa di un'intera cittadinanza.
Camminava a testa alta infischiandosene dei più volgari insulti e sfidando, impavido, i suoi nemici con coraggio e maestria ergendosi a paladino della società civile. Un esempio di equità e combattività, fiero e fermo nelle sue convinzioni ideologiche che non si fermarono nemmeno durante le ribellioni di gennaio quando riuscì a trascinare al tribunale i corrotti e corruttori che infestavano la vita pubblica e pervertivano la funzione amministrativa e politica del nostro paese.
Si fece avanti dando tutto se stesso, affidandosi alla voglia di riscatto, portavoce di parte del popolo sfiancato dalle condizioni di vita invivibili. Il suo impegno spianò la strada per un futuro migliore e per la valorizzazione della sua amata città: Castelvetrano.
La vita di Filippo Melodia si interruppe all'età di 58 anni nel 1912. Durante il triste e commosso addio, alcuni interventi dei suoi cari amici diedero risalto a una figura di spessore di quegli anni di lotte, sudore, sacrificio, sconfitte e successi.
Tra questi ricordiamo quello di L. Centonze: “Castelvetrano ha perduto il suo più fiero e libero cittadino: è perciò che il caro tributo di stima e di lode alla sua memoria è stato così profondo. Un esempio da magnificare, doveroso in quanto possa essere di nobilissimo sprone alla condotta morale”.
Un altro intervento emozionante fu quello di G. Bonagiuso: “La morte è legge della vita. Non vi invito a versare lacrime sul feretro di questo nostro amico amatissimo, di questo nostro valoroso compagno di lotta, di questo cittadino intemerato, di questo uomo illibato. Il culto dei morti è religione di popoli primitivi e non può essere culto degli uomini di ragione. Riteniamo di lui ciò che è vivo, ciò che nessuno ci può togliere e ciò che nessuno può distruggere”.
Un ultimo intervento colmo di tristezza, commozione ed emozione fu concesso dall' avv. Nicolò Tortorici: “Quale la ragione delle solenni esequie civili che oggi Castelvetrano tributa a Filippo Melodia? A che tanto fremito di affetti attorno alla salma lacrimata? Filippo Melodia fu certamente uomo degnissimo per la bontà dell'anima, per la semplicità patriarcale della vita, per la specchiata rettitudine dei suoi atti, per la operosità infaticabile, per la grande affettuosità verso i suoi cari. I nostri cuori si ritempreranno e si purificheranno nel tuo ricordo, nel ricordo della tua fortezza e del tuo civismo”.
Anche questo periodo storico racconta di un passato complicato per la nostra comunità, dove, la lotta di classe, è stata fondamentale dell’acquisizione dei diritti di cui godiamo oggi.
Ricordare Filippo Melodia e il suo impegno attivo è utile per rimarcare ancora una volta alla nostra comunità che i cambiamenti sono possibili se solo li vogliamo davvero. E magari serve proprio questo alla nostra città: riscoprire i valori per cui vale davvero la pena lottare per il bene collettivo.