Quando nel 1960 nasceva il porto di Selinunte che negli anni '80 iniziò a ospitare anche barche dei diportisti
di: Enzo Napoli - del 2022-03-10
Nel febbraio 1951, il Commissario prefettizio Salvatore Li Gotti, rifacendosi all’art. 38 della Legge regionale del 16/01/1951, inviò l’istanza all’Assessore regionale dei lavori pubblici, l’On. Sebastiano Franco, per il finanziamento e la costruzione di un piccolo porto a Marinella di Selinunte, per il riparo delle barche dei pescatori.
Sono passati ben 69 anni e nonostante si siano avvicendate numerose amministrazioni comunali, provinciali e regionali, che hanno redatto i più fantasiosi progetti per un vero e proprio porto selinuntino, quasi nulla di realmente utile è stato realizzato.
Anche se ai fini pratici risultò del tutto inefficace, un piccolo intervento venne eseguito intorno al 1960 per la realizzazione del piccolo molo occidentale, eseguito in due tempi, lungo centocinquanta metri. Oggi lo stesso funge solamente per le passeggiate.
L’attuale porticciolo ebbe origine da uno dei frangiflutti costruiti insieme al molo intorno al 1960-61, dalla “Impresa costruttrice Francesco Calvino”, con un appalto di L. 27.800.000. Si trattava di una infrastruttura a forma di L che proteggeva la costa nella parte iniziale della via del Cantone. Questo racchiudeva uno specchio d’acqua, aperto nel lato orientale, chiamato volgarmente “piscina”.
Raramente lo specchio d’acqua venne utilizzato dai pescatori per ormeggiarvi le loro imbarcazioni, poiché questi, sia per comodità, sia per l’esiguità dello spazio, continuarono ad usare la vecchia spiaggia e la piazza Empedocle che nel frattempo, intorno al 1963-64, era stata munita di un grande scivolo in cemento per facilitare gli spostamenti delle barche.
Intorno all’estate del 1972, i titolari della concessionaria FIAT di Castelvetrano, i fratelli Giuseppe e Salvatore Di Gregorio, estesero la loro attività commerciale anche al campo dell’attività nautica per la vendita di piccole imbarcazioni in vetroresina.
Quest’ultimi si premurarono di costruire un piccolo attracco in legno per l’ancoraggio ad Est, a pochi metri dal frangiflutti, ma l’opera effimera durò un breve arco di tempo per colpa di una violenta mareggiata che spazzò tutto via.
L’anno seguente il Comune pensò di rinforzare e rendere quindi calpestabile la parte iniziale del frangiflutti, per poter sfruttare agevolmente il suo riparo. A tali lavori seguirono la costruzione delle scalette in cemento utili per raggiungere le barche dagli scogli.
In seguito, anno dopo anno, il frangiflutti fu potenziato ed allungato sempre dal Comune, divenendo più sicuro solamente dopo la costruzione del molo orientale.
Intorno alla metà degli anni Ottanta, lo specchio d’acqua cominciò ad essere utilizzato da chiunque possedesse una barca, nonché dai pescatori che, a poco a poco, abbandonarono i ripari sulla spiaggia. Con l’incremento delle imbarcazioni da diporto, i marinai e i privati si accordarono per ripartirsi equamente lo specchio d’acqua che, nel frattempo, aveva assunto l’aspetto di un porticciolo sotto il controllo della Capitaneria di Porto di Trapani.
Il resto delle alterne vicissitudini del porto di Selinunte le omettiamo perché attinenti alla storia recente.
Ricordiamo, inoltre, che di tanto in tanto le varie amministrazioni comunali hanno progettato diverse varianti per la soluzione del problema dell’insabbiamento del porto, senza però riuscire nell’intento, causando notevoli danni ai nostri pescatori.
Tratto da: POLIORAMA SELINUNTINO Origine e sviluppo della borgata costiera di Marinella di Selinunte (1862 - 1982)
Di Enzo Napoli