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Selinunte, torna dopo 8 anni a “casa” l’antico Crocifisso scolpito sulla pietra. Storia del fine prestito dopo la denuncia su Cnews.it

del 2022-05-17

Immagine articolo: Selinunte, torna dopo 8 anni a “casa” l’antico Crocifisso scolpito sulla pietra. Storia del fine prestito dopo la denuncia su Cnews.it

Tornerà al Parco Archeologico di Selinunte il crocifisso a bassorilievo in edicola lapidea risalente al XVI o forse anche al XVII secolo. A riportare agli onori della cronaca questo reperto, oggetto di un prestito “dimenticato”, era stata la denuncia pubblicata lo scorso Gennaio su Castelvetranonews.it (clicca qui per leggere l’articolo), ad opera dello storico Enzo Napoli e di Salvatore Di Chiara.

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  • Il prestito avvenne nell'aprile del 2014, in occasione di una mostra nel Museo Diocesano di Mazara intitolata "Signum Crucis, Arbor Vitae", ad opera dell’allora direttore del Parco Archeologico di Selinunte Giovanni Leto Barone.

    Era stato definito un prestito momentaneo. Da quel momento sono passati quasi otto anni. Del rientro va dato merito all’interesse e all’impegno mostrato dal Direttore del Parco Archeologico Arch. Bernardo Agró e dal suo consulente Avv. Giovanni Miceli di cui riportiamo di seguito una nota storica sulla storia del prezioso reperto:

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  • "Si tratta di un'edicola lapidea, costituita da un blocco tufaceo con un'incavatura e all’interno un Crocifisso a bassorilievo con bordo, decorato a girali vegetali. È stato rinvenuto a fine 800, probabilmente unitamente all’epigrafe funeraria del diaconus Ausanius, risalente al V d.C. e venne collocata sui gradini di accesso al primo piano della Casa del Viaggiatore, dove rimase per oltre cento anni.

    L'epigrafe, rinvenuta "sopra un umile sepolcro", pressappoco alla foce del Modione e nei pressi del Battistero, insieme alla splendida lampada bronzea con iscrizione Deo Gratias, proveniente dal tempio C, al crocifisso di pietra ed al Battistero stesso conferma che la comunità cristiana di Selinunte era piuttosto numerosa, come confermato dalle ricerche svolte qualche anno fa dalla dottoressa Caterina Greco che hanno ridato vigore al tema della presenza di una rilevante comunità cristiana, insediata fra le rovine dell'antica città e confermando, ancora una volta, l’ipotesi che la vita a Selinunte è sicuramente continuata fra le rovine del terremoto.

    Sino ad oggi purtroppo a Selinunte, ad eccezione del Battistero (che per fortuna non può spostarsi), non era possibile ammirare nessun reperto relativo a questo interessante momento della vita dell’antica polis, in quanto sia la lapide funeraria del Diaconus Ausanius del V secolo d.C. che la splendida lampada bronzea con iscrizione Deo Gratias, si trovano esposte al Museo Salinas di Palermo, mentre ora Il Crocifisso in Pietra, il simbolo più significativo e diffuso del Cristianesimo in quanto rappresentazione della figura di Gesù messo in croce, sta per ritornare nel suo luogo originario.

    Altre "presenze cristiane" sono state individuate sull'acropoli selinuntina, nei pressi del tempio C, che quasi certamente venne utilizzato come chiesa cristiana. Significativo il fatto che, proprio nei paraggi del Tempio C, sono stati rinvenuti ruderi di abitazioni tarde, ovvero la splendida lampada bronzea con iscrizione Deo Gratias, un piccolo cimitero cristiano e la nota stele del Diacono Ausanio, sepolto qui secondo l'usanza di utilizzare gli spazi adiacenti ai principali edifici di culto cristiano per i gruppi di sepolture privilegiate.

    L'epigrafe riporta l'esatta indicazione del giorno della morte del diacono, che per i cristiani era il vero dies natalis. La stele del diacono Ausanio, datata V o VI secolo d.C ed il Crocifisso in pietra, scolpito ben mille anni dopo sono, sono tutti elementi che provano la continuità di frequentazione del sito, seppure in forme per il momento ancora frammentate all'interno del vasto perimetro della colonia greca".

     

     

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