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"Il mio parto in casa a Tre Fontane? Estasi meravigliosa. Lo rifarei". Maria racconta il suo giorno più bello

del 2016-03-17

Immagine articolo: "Il mio parto in casa a Tre Fontane? Estasi meravigliosa. Lo rifarei". Maria racconta il suo giorno più bello

Alle 04.05 è nato Giuseppe, bellissimo, non piange, emette giusto un versetto, poi mi riconosce, mi guarda e io mi sento tutta innamorata, l’ossitocina naturale è fantastica! Non dimenticherò mai l’immagine di quando la bellissima testolina di Giuseppe è uscita fuori e io l’ho toccata con la mia mano. Giuseppe, amore, esclamai. Venne fuori con quegli occhioni stupendi, che guardava tutto. L’estasi del parto fu meravigliosa”.

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  • Inizia così il racconto di Maria Alagna la neomamma ostetrica del piccolo Giuseppe resasi protagonista, insieme al marito Salvatore Bottino, del volontario parto nella loro abitazione di Tre Fontane il 26 dicembre scorso.

    L’ultimo parto “casalingo” a Campobello risaliva al novembre del 1979 costituendo un evento storico per la nostra provincia a distanza di tanti anni.  

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  • Quanto è successo non è avvenuto per un’emergenza, ma per una decisione ben precisa di Maria che, ai microfoni di Castelvetranonews.it, ha voluto raccontare, a distanza di oltre due mesi, lo stato di salute del piccolo Giuseppe  che cresce giorno dopo giorno con l'amore di tutta la famiglia.

    Il bimbo come sta?  

    Giuseppe sta bene, è sereno e tranquillo. La serenità del bambino è lo specchio dell’equilibrio della mamma e del papà. Sicuramente buona parte è da attribuire alla nostra serenità nel farlo nascere nell’intimità familiare, in un ambiente conosciuto e confortevole e in parte al suo carattere.

    La scelta precisa di partorire in casa, ripensandoci a distanza di qualche mese, la rifareste?   

    Nascere in casa, secondo natura, è una scelta decisamente in controtendenza di questi tempi, tempi in cui l’ipermedicalizzazione della gravidanza e del parto viene data per scontata. Per noi è stata una scelta ben pianificata e consapevole.

    Io sono Ostetrica e l’idea del parto in casa si è fatta presente nella mia testa dopo qualche anno dalla mia laurea, attraverso un cammino personale che parte dalla mia esperienza di tirocinio e poi di volontariato in alcune strutture ospedaliere e sicuramente dal confronto con le mamme.

    L’idea del parto in casa è dunque anche frutto della tua esperienza lavorativa in ambito ospedaliero?

    In ospedale accade che le donne partoriscano in un’atmosfera di tensione, alla presenza di personale che le visita senza chiedere il permesso o ancora che partoriscano davanti a degli estranei. Ci sono donne, proprio come me, che sentono il bisogno di avere intorno persone amorevoli e rispettose.

    Io ho preferito avere accanto la mia Ostetrica Marzia Floridia che mi ha seguita durante tutta la gravidanza, con coccole, massaggi e ascolto, la mia collega/amica Sonia Levantino e il mio compagno. Certo non è una decisione che si prende con leggerezza.

    Cosa ricordi quando hai visto Giuseppe per la prima volta?

    Nei suoi occhi c’era una luce particolare! Credo che fu proprio da quel momento che iniziò il mio percorso di consapevolezza del mio corpo, dove ho scoperto il potere che abbiamo noi donne… potere che non deve assolutamente essere calpestato all’ingresso in una struttura ospedaliera.

    Quando hai deciso che avresti partorito a casa?

    Nel momento in cui sono rimasta incinta è stato per me automatico decidere di partorire in casa. Mi sembrava la cosa più naturale e ovvia dare alla luce nostro figlio/a tra le mure della nostra casa.    

    Abbiamo raccontato la nostra esperienza per rendere noto che una donna può essere libera di scegliere di partorire dove crede più sicuro. Anche a casa! Sicuramente non perché la mia storia di parto è stata un’avventura. Io non ho dato alla luce il mio bambino senza corrente elettrica, ma ad un certo punto del travaglio si è spento il salvavita (accesso dal mio compagno dopo mezzo secondo) e proprio al buio il mio corpo e il mio bambino hanno deciso che era arrivato il momento.

    Purtroppo, si è data troppa attenzione alla luce che per pochi minuti era andata via e questo mi è dispiaciuto. La nostra è stata una scelta ben ponderata e il parto si è svolto in massima sicurezza.

    Quello del parto è un momento molto intimo che io ho voluto vivere nel rispetto e nella privacy, in un’atmosfera serena, al buio solo con la luce della stufa a illuminarci. Soprattutto insieme a delle persone a me care.                

    Consigliate una simile scelta?

    La scelta di partorire in casa non si può consigliare. Si possono proporre alle coppie le varie modalità di parto (struttura pubblica, privata, casa maternità o la propria casa) e ovviamente il parto in casa viene accuratamente selezionato. Quella del luogo in cui partorire è una scelta personale che parte dai bisogni e dai valori che ogni persona manifesta.

    Familiari e amici ti sono stati vicini?

    Questa scelta viene giudicata da tutti, anche dalle persone più care, una scelta da irresponsabili. Nella mia famiglia la mia scelta, invece, è stata ben accolta. Mia madre, in particolare, mi ha sostenuta e supportata.  

    Ringrazio il mio compagno Salvatore che ha creduto in noi, che è stato super, durante e dopo e tutta la mia famiglia, in particolare mia mamma, grande sostenitrice, oggi, del parto in casa.

    Molti ci hanno detto che siamo stati coraggiosi. Io sono fermamente convinta che non siamo stati né coraggiosi, né ci siamo sentiti degli eroi, ma consapevoli, informati e con le idee ben chiare. E felici!!!

    Noi donne dobbiamo riappropriarci del parto. Così come i bambini sanno nascere le donne sanno partorire. Partorire è l’esperienza più bella che una donna può fare e poterlo farle in un ambiente intimo e rispettoso è possibile! È questo che vorrei gridare al mondo!

    Che emozione avete provato?

    Dare alla luce il nostro bambino nell’intimità della nostra casa è stata un’esperienza forte, meravigliosa. Il modo migliore per accogliere la nostra creatura. È stato tutto così tranquillo, calmo. A guidarmi sono stati il mio corpo e l’istinto.

    Le ostetriche hanno lasciato che le cose accadessero. Non ho mai provato fretta o nervosismo, è stato emozionante! In una danza fatta di posture diverse, prima carponi, poi in posizione verticale, respiri e vocalizzi, piccoli momenti di riposo, pezze calde per lenire il dolore sulla schiena (ricordo come un momento idilliaco quelle pezze bollenti sulla schiena, preparate dal mio compagno), il mio corpo disse di sdraiarmi e di lasciarmi andare per accogliere finalmente la nostra creatura.  

    Mi commuovo ancora adesso a ricordare l’atterraggio morbido del mio cucciolo. Giuseppe oggi ha 2 mesi ed è un bimbo sanissimo e fortissimo, e sono sicura che per questo devo ringraziare la natura che ha inventato il latte materno. Si, allatto ed è meraviglioso. Giuseppe non si nutre di solo latte, ma anche del mio amore". 

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