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Ricordando Leone Jacovacci. Il pugile italiano che si scontrò con i pregiudizi razziali

di: Vito Marino - del 2017-05-13

Immagine articolo: Ricordando Leone Jacovacci. Il pugile italiano che si scontrò con i pregiudizi razziali

L’italianissimo Leone Jacovacci fu un pugile di colore nato in Angola 19 aprile 1902, da padre italiano e madre babuendi. Fu portato in tenera età dal padre a Roma e allevato dai nonni nel viterbese.

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  • A sedici anni si imbarcò come mozzo per sfuggire ai pregiudizi razziali e si diresse in Inghilterra; a Londra adottò il nome di John Douglas Walker e si arruolò nel 53º battaglione del Bedfordshire Regiment dell'esercito inglese.

    Esordì nel pugilato nel 1920 con il nuovo pseudonimo di Jack Walker, in omaggio al pugile Jack Dempsey. Sconfitto da Rolland Todd, nel 1921 si trasferì a Parigi, dove realizzò una serie di 25 vittorie consecutive.

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  • Sulla scorta di questi successi, nel 1922 tornò in Italia per affrontare il campione italiano dei pesi medi, Bruno Frattini, al Teatro Carcano di Milano. Sconfitto ai punti nonostante la netta superiorità mostrata sul ring, decise di rimanere in Italia e di farsi riconoscere la nazionalità; l'iter fu lungo, ostacolato dal Partito fascista, ma infine, il 24 giugno del 1928, ritornando al suo nome di battesimo poté sfidare e vincere il campione in carica nazionale ed europeo, dei pesi medi Mario Bosisio, simbolo del regime fascista.

    Pochi anni dopo quella vittoria abbandona l'Italia per impegnarsi nella Resistenza e poi ritornare in patria.

    Purtroppo l’Italia stava attraversando un periodo di dittatura fascista, durato un ventennio, che, seguendo le orme del Nazismo razzista, subito ha censurato la vittoria, per il colore della sua pelle. Nell'arco di pochi anni, Jacovacci viene messo ai margini dello sport nazionale e ben presto perde il titolo europeo dei pesi medi e quindi l'abbandono dell'attività sportiva.

    Complessivamente Jacovacci disputò 62 incontri, dei quali  30 vinti per KO, 20 persi per (KO), pareggiati 12 Morì a Milano, dove aveva trovato impiego come portiere di un condominio, il 16 novembre 1983. Un caso simile era successo negli USA al famosissimo campione mondiale Muhammad Ali.

    Il caso Jacovacci  dimostra chiaramente i pregiudizi razziali che esistevano nel nostro sistema sportivo, e che hanno colpito la memoria di questo autentico eroe dello sport italiano.

    La sua valida attività sportiva è stata recentemente ricordata dallo scrittore Mauro Valeri nel suo libro  “Il libro Nero di Roma” e nel film Nero di Roma del 2017 e recentemente dalla TV.

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