Il "ferrociclo" per far "rinascere" le linee dismesse. Proposta delle Associazioni a Ferrovie dello Stato
del 2016-11-26
Registriamo importanti recenti novità circa il futuro della linea a scartamento ridotto Castelvetrano - Porto Empedocle. Nell’Atlante delle ferrovie dismesse, pubblicato da Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. (ottobre 2016), si legge che “Fondazione FS Italiane ha manifestato interesse per un ripristino della circolazione con treni storico-turistici sul tratto di 22 km da Castelvetrano a Porto Palo di Menfi, passante per Selinunte.”
Inoltre le reazioni, da parte di alcune Associazioni (Sicilia in Treno e L’Altra Sciacca) ed amministratori locali, all’annuncio della prossima vendita di alcuni tratti della linea ricadenti nel territorio del Comune di Sciacca e della vendita del fabbricato viaggiatori della stazione di Porto Palo di Menfi segnalano una sempre elevata attenzione sul futuro di questa ferrovia.
I due fatti appaiono tra loro in contraddizione: le vendite annunciate da Ferservizi s.p.a. costituirebbero un ostacolo ad un futuro riutilizzo della linea, come dichiarato da Fondazione FS Italiane nell’Atlante. Questa considerazione resta valida anche se si nota che i 22 km di cui si fa cenno nella pubblicazione del Gruppo FS sono quelli tra Castelvetrano e Porto Palo di Menfi mentre le vendite dei tratti di linea sono nel territorio di Sciacca.
Infatti è in gioco la unitarietà della proprietà del sedime e la possibilità, una volta preservata la sua continuità, di un suo riutilizzo che può andare ben oltre il ritorno dell’esercizio ferroviario turistico nei primi 22 km. Fabio Marineo (Vicepresidente SiT) in proposito indica una nuova modalità di utilizzazione delle linee dismesse preservate con il loro binario: il “ferrociclo”.
Si tratta di un carrello a pedali che si muove sul binario e che, traendo spunto dai mezzi realizzati per la ispezione delle linee nei primi decenni di esercizio ferroviario, consentono di percorrere linee tuttora armate con una modalità di fruizione originale ed accessibile al pubblico.
Questa novità si inquadra perfettamente nelle iniziative legislative e regolamentari che negli ultimi anni si stanno portando avanti a livello nazionale: la Proposta di Legge sulle Ferrovie Turistiche - PdL Iacono e altri - e la Proposta di Legge su Mobilità Dolce e Turismo Sostenibile - PdL Realacci e altri. Inoltre, ricorda Marineo, il ferrociclo è stato inserito tra gli argomenti trattati presso il Tavolo tecnico istituito dal Ministero delle Infrastrutture per la definizione di apposite norme regolamentari per il suo utilizzo su linee dismesse.
Si tratta quindi di una importante novità, in Italia, che apre ulteriormente il panorama delle possibilità di riuso delle ferrovie dismesse ma ancora dotate del loro binario.
Andrea Bernasconi (Presidente SiT) sottolinea peraltro che il ferrociclo in altri paesi europei, in cui ha già trovato diffusione, è il più delle volte non alternativo ma complementare al cicloturismo e che, proprio grazie alle peculiarità tecniche che lo rendono facilmente utilizzabile, favorisce la fruizione di un pubblico non necessariamente “agonistico”, allargando significativamente il potenziale bacino di utenza.
Un particolare di non poco conto considerata la attuale modesta affluenza media che possiamo riscontrare nel nostro territorio sui sedimi ferroviari già trasformati in piste ciclabili.
La nuova dichiarazione di interesse di Fondazione FS Italiane appare collegata al comunicato, del febbraio 2016, in cui è stato reso noto l’inizio del restauro dei rotabili a scartamento ridotto presenti nel deposito della stazione di Castelvetrano. In quel comunicato si legge infatti: “Il progetto (di restauro n.d.r.) si innesta in un più grande disegno della Fondazione FS per il recupero e valorizzazione turistica delle ferrovie dismesse, nell’ambito del Disegno di Legge attualmente in discussione in Parlamento.”
Risulta infatti logico pensare che il restauro sia finalizzato alla riutilizzazione o, prima ancora, ad una esposizione museale, che potrebbe trovare la sua naturale sede proprio nel deposito di Castelvetrano.
In definitiva, appare molto importante che la linea a scartamento ridotto Castelvetrano - Porto Empedocle sia preservata nella sua unitarietà ed interezza, rinunciando a vendite, anche solo parziali e di limitata entità, che però costituirebbero, se non un impedimento in funzione di una utilizzazione pubblica (che ne giustificherebbe se necessario l’esproprio), un motivo di allungamento dei tempi di realizzazione di qualsiasi progetto di riutilizzo.
Il riutilizzo è possibile come Greenway, integrando tra loro l’esercizio ferroviario a scopo turistico, la pista ciclabile ed il ferrociclo. Ricordiamo infatti che l’intera linea è già stata inserita nel “Piano della mobilità non motorizzata in Sicilia” del 2005, per la realizzazione di una rete regionale di “mobilità dolce”.
Nota all’articolo
L’Associazione Sicilia in Treno (SiT) è stata recentemente costituita da un numeroso gruppo di appassionati, anche di Castelvetrano, Sciacca e Salemi, oltre che di Palermo e Trapani, che ormai da molti anni sono concretamente impegnati per la realizzazione del progetto di ritorno dell’esercizio ferroviario a scopo turistico su quella che loro stessi hanno battezzato “Ferrovia di Selinunte”. www.siciliaintreno.org – www.ferroviediselinunte.it