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Gioie e dolori di chi vive in una casa antica nel centro storico di Castelvetrano

di: Antonio Colaci - del 2012-02-29

Immagine articolo: Gioie e dolori di chi vive in una casa antica nel centro storico di Castelvetrano

Nel pieno della notte, due anni fa, un rumore fortissimo, è collassato un tetto; ho chiamato i Vigili del Fuoco; anche loro hanno guardato dalla mia finestra; un tecnico del Comune, chiamato dai Vigili, fece delle foto, scrisse un rapporto. Fino ad oggi silenzio. 

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  • Dalla mia finestra si vedono spesso passeggiare sui muri di fronte topi grossi e vispi; la scorsa settimana un ratto morto (di cui vi ho risparmiato la foto) è rimasto per qualche giorno al centro della Via Marconi, a testimoniare anche ai passanti la presenza di una nutrita colonia di questi particolari residenti. 

    Dalla mia finestra si vedono stormi di decine e decine di piccioni partire dai nidi in quei ruderi e sorvolare la città, lasciando dappertutto una gran quantità di escrementi. Pensate che tempo addietro ho comprato una casa abbandonata da anni, vicino alla mia abitazione; il primo scopo è stato quello di ripulire l’ambito in cui vivo con la mia famiglia; ho sigillato i tetti e le aperture, poi ho spalato montagne di escrementi e pulito, caricando 100 sacchi neri da 25/30 chili l’uno di guano, smaltito nel rispetto delle norme e grazie alla disponibilità di un mezzo del servizio di nettezza urbana. In agosto ho speso, cinquecento Euro per pulire i tetti e le grondaie al secondo piano della mia casa, lavori da farsi ogni anno; durante una notte di nubifragio, in ottobre, l’acqua stava tracimando abbondante sulle volte della mia casa; all’una ho dovuto chiamare i Vigili del Fuoco; ancora una volta sono stati bravissimi; sotto la pioggia battente hanno dovuto liberare con le mani una grondaia dagli escrementi dei piccioni accumulatisi in appena 3 mesi; mi hanno salvato la casa. 

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  • Dalla mia finestra si potrebbe vedere uno scenario completamente diverso da quello che appare. Da chi conosce bene la città mi è stato raccontato che dietro tanti prospetti fatiscenti ci sono giardini estesi per migliaia di metri quadri; con un concreto progetto di risanamento del centro storico si potrebbero aprire spazi enormi, fruibili da cittadini e turisti, si potrebbe cambiare il modo di vivere questa città che merita una cura più attenta del suo grande patrimonio immobiliare, sicuramente la sua parte più bella, che un tempo contribuiva a farne il fulcro delle attività economiche e culturali della Valle del Belice. 

    L’ambiente è economia, la qualità della vita è economia, dare risalto ai valori di una città e del suo territorio è economia. Abbiamo tanti validi esempi in Sicilia di città risorte dopo un risanamento appropriato del centro storico.  Sarei molto contento, come elettore alle prossime amministrative, di scegliere un candidato che abbia nel suo programma un concreto progetto di recupero della parte migliore di Castelvetrano; l’importante che si tratti di un progetto attuabile sia economicamente che tecnicamente, fatto di numeri espressi in maniera chiara e di tempi certi, che sia facile da tradurre in termini di opportunità per l’economia cittadina e che permetta occupazione per i nostri giovani. Un progetto elaborato, finalmente, con spirito di servizio, privo di interessi personali, politici od economici, che renda più facile la vita a chi ha deciso di vivere in centro. Un progetto che attragga economia e restituisca valore a tutto quanto ha resistito all’incuria ed alla spinta centrifuga di uno sviluppo della città di cui resterà una traccia veramente poco storica.

    A questo mio scritto ho allegato delle immagini che ho ripreso da una finestra della mia casa. Quello che si vede si trova ad appena 50 passi dal corso Vittorio Emanuele: macerie, case crollate, muri in procinto di venire giù dall’altezza di oltre 10 metri, una foresta di sterpaglie.

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